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I giorni continuarono a passare veloci, ma allo stesso tempo molto lentamente.
Hyungwon non sapeva l'esatto motivo, ma vedeva scorrere le scene più "normali" troppo velocemente, mentre quelle drammatiche erano persino troppo lente; il suo ragazzo gli continuava a ripetere che era normale, che era ancora scosso per tutto ciò che stava accadendo e quelle sensazioni erano un modo, per la sua mente, di distrarsi.
"Ya! Cosa stai facendo?!" Lo riscosse Hoseok, mentre evitava che i piatti si frantumassero a terra "ho capito che sono vecchi questi piatti, ma non puoi romperli in questo modo." Li posò sul tavolo e poi guardò il suo ssang confuso.
"Scusami... non mi sento bene, in questi giorni." Disse in un sussurro l'albino, sedendosi al tavolo e massaggiandosi le tempie con movimenti lenti e circolari.
Il ragazzo dai capelli grigi sorrise e si sedette di fronte al suo fidanzato "te l'ho già detto, passerà tutto quanto è solo un momento." Provò a sfiorare la mano del più giovane, ma quest'ultimo la ritirò di scatto e il suo sguardo cadde sul piatto.
"Come fai a rimanere così calmo e neutrale?!" Gli chiese il più giovane, con un tono di voce piatto.
"Che intendi?" Chiese l'altro, alzandosi dalla sedia e controllando la cottura del ramen che stava preparando.
"Intendo che, dopo tutto ciò che sta accadendo... sembri quasi felice." E marcò quel "felice", infastidito e geloso, stringendo il bordo della tavola.
Hoseok si voltò a guardarlo negli occhi e, per una frazione di secondo, Hyungwon poté scorgere un lampo di delusione "non sono felice, sto solo cercando di mantenere il tuo ed il mio controllo" Impiattò il ramen e si sedette nuovamente di fronte al suo ssang "e poi, fra poco andremo a trovare gli Stray Kids e ci riprenderemo Kihyun e Jooheon, no?"
L'albino si limitò ad annuire e iniziò a mangiare pensando a quanto il suo migliore amico gli mancasse, a quanto volesse essere al posto dei due ragazzi intrappolati, a quanto si sentisse mancare il respiro continuando a ripensarci.

Era pomeriggio inoltrato quando, Hyungwon, tentava di distrarsi scrivendo poesie sul suo PC: era la sua passione scrivere poesie, amava inoltrarsi nei suoi pensieri più profondi e trasformarli in parole da guardare ed interpretare in tutti i modi possibili, il sole e i colori del tramonto lo stavano ispirando a dare il meglio di sé. Il suo fidanzato era, ancora una volta, uscito lasciandolo solo in quella casa vuota e piena di ricordi soffocanti; l'albino si domandava cosa andasse a fare, Hoseok, fuori ma ogni volta il moro lo liquidava assicurandogli che era tutto apposto, ma il minore nutriva qualche dubbio.
"Dovrei intitolarla" sussurrò al foglio, come se lo stesse chiedendo all'oggetto inanimato "ma non trovo nessun titolo adatto." Ed il suo sguardo cadde alla finestra, qualcosa catturò la sua attenzione.
Scostò la sedia, che emise uno stridulo, quasi un lamento, strisciando contro il pavimento, e si alzò continuando a fissare lo stesso punto, fuori da quella finestra. Si avvicinò a tal punto da ritrovarsi col naso appiccicato alla finestra e lo vide, un corpo privo di testa.
Corse fuori dall'abitazione, sperando con tutto sé stesso non si trattasse di quella persona.

Si ritrovò, senza nemmeno essersene reso completamente conto, a piangere su un petto immobile, a gridare un nome di una persona che non poteva più rispondergli, a stringere una mano che non avrebbe più potuto stringere la sua.

Jooheon era il morto di quel giorno.

Passò tutta la notte inginocchiato sull'asfalto ruvido, fuori di casa, al freddo, abbracciato al corpo dell'arancione che non emanava più calore. Le gambe non si muovevano, lui non si muoveva, il mondo era scomparso e lui era rimasto solo. Completamente da solo. Probabilmente qualcuno aveva cercato di fare qualcosa, ma lui sarà rimasto aggrappato a Jooheon, piangendo avrà urlato un secco "andatevene via!" Ma non se lo ricordava perché la sua testa, la sua memoria, non erano più presenti.
"Wonnie!" Ad un tratto, una voce fin troppo familiare, lo riscosse e lo riportò alla dura realtà "Wonnie che stai facendo?!" Ma, quando fu abbastanza vicino, le parole gli si smorzarono in gola, l'aria divenne irrespirabile e le lacrime premettero per uscire.

Era un'agonia, una pura e semplice agonia.

"Andremo a prenderli." Il tono di voce di Hoseok era morto, inespressivo, ma le lacrime non accennavano a diminuire la loro discesa sui suoi zigomi.
"C-cosa...?" Hyungwon aveva, finalmente, ritrovato la voce e si girò leggermente per poter ammirare il suo ssang, che gli donò un po' di calma.
"Domattina partiremo, all'alba precisamente, e andremo a prendere questi bastardi degli Stray Kids e Kihyun, ci stanno servendo la nostra vendetta." E, camminando molto lentamente, rientrò in casa lasciandosi dietro l'albino che lo fissò, incantato.

Nota Autrice

Scusate se sono tipo morta e questa storia non l'ho più mandata avanti ma avevo perso l'ispirazione per tutto l'alcool che ho bevuto a capodanno (a proposito bUON ANNO PICCINI!!!!!!) e quindi va beh, ecco qui un nuovo capitolo fra poco vi farò venire una crisi isterica e rabbiosa, mi preparo ad essere linciata. Love y'all. E nulla amen e ramen.

ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Onde histórias criam vida. Descubra agora