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Semplicemente, i due ragazzi, non ci stavano capendo più nulla: non sapevano il motivo per cui gli Stray Kids stessero facendo tutto ciò, non sapevano cosa volessero da loro, in fondo non avevano così tanti soldi e non avevano nemmeno "amicizie convenienti". 
"Hoseokkie..." Hyungwon si avvicinò piano al moro che si stava tingendo i capelli per consumare l'interminabile tempo "vuoi... vuoi che ti dia una mano?" 
Il maggiore scosse la testa e frizionò i capelli con maggior forza, stringendo i denti e ricacciando le lacrime al loro posto "perché Hyungwon?!" Ringhiò all'improvviso. 
"C-cosa...?" Bisbigliò l'albino piano, prendendo un asciugamano e mettendo in un armadietto del bagno il tubetto di colore bianco-grigio che aveva utilizzato il suo ssang. 
"Perché lo stanno facendo?! A cosa sta servendo tutto ciò?!" Si sciacquò i capelli, che erano diventati un grigio-nero a causa dell'acqua, e si allontanò dal lavandino su cui era chino per compiere l'azione che aveva appena terminato. 
"Penso... penso che vogliano solo farci soffrire, intendo, credo che si divertano nel farlo." Sussurrò il minore, passando al primo leader l'asciugamano nero che aveva in mano "non sappiamo ancora tante cose, su di loro e sui loro progetti..." 
"Già, è proprio questo il problema." Disse secco l'altro ragazzo, frizionando con forza i capelli mentre Hyungwon stava ad ammirarlo immaginando che quelle braccia possenti e muscolose, un giorno, potessero stringere lui sotto le coperte. 
"Wonnie?" Bisbigliò Hoseok, poggiandosi al collo l'asciugamano ormai bagnato "perché mi fissi in quel modo?"
"Uh-ah... n-nient-" ma venne interrotto dal congiungimento delle loro labbra, era un bacio soffice, leggero, delicato e al sapore di fragola, ma ad entrambi provocò una scintilla appena i due si staccarono. 
Si guardarono nei rispettivi occhi, Hoseok cinse Hyungwon in un abbraccio e le bocche dei due ragazzi si fusero di nuovo, ma questa volta il loro bacio era più passionale, più deciso. Le loro lingue, dopo essersi incontrate per la prima volta, danzavano ad un ritmo tutto loro mentre i due ssang si accarezzavano l'un l'altro, esplorando l'uno il corpo dell'altro, come se fossero due ciechi che "vedevano" la famosa statua del David per la prima volta. 

Erano sdraiati sul letto di Hoseok, coperti dal piumone fino al collo, nudi e con il sorriso sulle labbra: forse, ciò che avevano appena fatto era un'eresia, forse fare sesso con il proprio ssang non era nemmeno legale, ma loro l'avevano fatto senza pensare a nulla, non si poteva, nemmeno, chiamare propriamente sesso poiché loro avevano fatto l'amore, loro due avevano messo tutto l'amore possibile in quei gesti profani, li avevano resi innocenti
"Hyung... da quanto... tu..." balbettò Hyungwon, fissando il soffitto di fronte a sé "cioè... tu... me..." 
Il ragazzo dai capelli grigi si mise girato sul fianco, sorridendo alla figura snella e ben slanciata del minore "mh?" Mugolò, ancora imbambolato ad ammirare la figura eterea del suo ssang. 
"Da quanto... io... t-ti paccio...?" Finalmente l'albino girò la testa verso il maggiore e lo guardò, con occhi da cucciolo che scintillavano alla penombra di quella stanza. 
"Da sempre, Wonnie. Da sempre." Sussurrò Hoseok, stringendosi il corpo dell'altro con fare protettivo e amorevole. Lo riempì di baci, soffermandosi sul naso che si arricciò teneramente e, al più anziano, una visione così faceva solo che bene all'anima. 

Quella notte, un rumore che proveniva dal piano di sotto, fece sobbalzare Hyungwon immerso nell'acqua calda fino al mento, ma, pensando fosse Hoseok che combinava chissà quali cose in cucina, richiuse gli occhi e si reimmerse nel suo mondo fatto di pensieri.

Di nuovo lo stesso rumore.

Il corpo iniziò inevitabilmente a tremare.

"Hoseok!" Chiamò Hyungwon, ma non ricevette nessuna risposta, perciò indossato il suo accappatoio di cotone bianco, aprì la porta del bagno e si avvicinò alla ringhiera del piano di sopra guardando all'ingiù. 
Qualcuno stava bussando alla porta, insistentemente, gridando in modo sofferente, quasi fosse sul punto di morire. 
L'albino maledisse il suo lato buono e caritatevole, mentre scendeva di fretta le scale, prese un coltello dalla cucina e si avviò ad aprire la porta. 
"Hyungwon" si disse fra sé e sé "andrà tutto bene, sei armato e sei scaltro non succederà nulla se lo infilzi prima tu." Ed aprì la porta. 
Lo spettacolo che gli si presentò dinnanzi agli occhi era orribile: un Chan-hee sanguinante, gli era stato tranciato un braccio e gli mancava l'occhio destro. Cosa gli avevano fatto?! Come diavolo avevano potuto fare una simile tragedia?!
"Chan-" non fece in tempo a pronunciare l'intero nome del ragazzo, che uno sparo interruppe tutto e, nel tempo impiegato all'albino per sbattere le ciglia, il proiettile si schiantò contro il corpo del minore che sputò rosso macchiando l'immacolato indumento che indossava il maggiore. 
L'unico occhio rimasto al moro si rivoltò all'indietro, il suo corpo cadde con un tonfo sordo all'indietro facendo schiantare la testa sui pochi gradini davanti all'ingresso: era morto. Lo aveva visto morire dinnanzi ai suoi occhi
Il secondo leader si accasciò sul corpo del ragazzo, le lacrime amare sgorgarono fuori dagli occhi color nocciola, mentre fissava quel corpo inerte mentre il suo era troppo vivo. La maglietta grigia, che era appartenuta a Changkyun, scopriva il tatuaggio del lupo nero situato poco più sotto dell'ombelico, Hyungwon passò la mano su quel disegno, come se stesse accarezzando l'animale tatuato su quel lembo di pelle, e poi alzò lo sguardo direzionandolo da qualche parte sulla strada buia illuminata da pochi lampioni non ancora bruciati.
"Vi troverò e vi ucciderò tutti!" Gridò a gran voce, fregandosene se i suoi vicini avrebbero avuto da ridire la mattina dopo, fregandosene di tutto: era disperato, il ragazzo che aveva fra le braccia, che riteneva un fratellino, era morto davanti a lui, e, come se non fosse abbastanza, il suo migliore amico si trovava ancora tra le grinfie di quegli esseri spregevoli. 

La mattina dopo, Hyungwon, trovò il coraggio per raccontare il tutto al suo ssang-fidanzato che lo ascoltò ed, infine, lo abbraccio da dietro posandogli un delicato bacio sulla schiena ossuta coperta da una maglietta vecchia e fin troppo larga di Hoseok. 
"Andremo a cercarli, ok? Non lasceremo che Jooheon e Kihyun muoiano" sussurrò il maggiore, scrollandosi da davanti agli occhi un ciuffo di capelli grigi "sarà fatta giustizia." 
"E... e quando andremo?" Domandò l'albino, versandosi un po' di caffè nella tazza blu notte. 
"Prima di quanto tu possa arrivare a credere." E gli baciò il collo, strofinando, poi, il naso su di esso causando risatine da parte del secondo leader. 


ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Where stories live. Discover now