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Il giorno dopo, come era stato promesso, arrivò la testa di Minhyuk a casa dei Monsta X: era irriconoscibile, i capelli non c'erano più, erano rimasti pochi brandelli di pelle a ricoprire il teschio e gli occhi si erano del tutto sciolti al calore come se fossero cioccolatini. Quello non era Minhyuk.

Minnie non doveva morire così, eppure era accaduto.

Hoseok non riusciva a perdonarsi per ciò che era accaduto: lui era il primo leader e non aveva difeso il suo migliore amico, non aveva svolto il suo ruolo. Pessimo, pessimo, pessimo continuò a ripetersi mentre se ne stava rinchiuso in camera sua con la luce perennemente spenta e le tapparelle abbassate.
"Hoseok..." provò a richiarmarlo, un giorno, Hyungwon ma fu brutalmente scacciato via da un grido prepotente.
L'albino restava ogni giorno seduto sul divano, pensando a quanto dovesse aver sofferto Jooheon e a quanto stesse soffrendo ancora adesso, alla sofferenza che deve aver provato Minhyuk, alla sofferenza che stava provando il suo ssang. Gli occhi si fecero lucido e iniziarono a bruciare, le lacrime desideravano uscire ma lui non poteva lasciare che accadesse, non poteva piangere ora.

Qualcosa irruppe dalla finestra, mentre Hyungwon stava dormendo beatamente, e sbatté a terra con un tonfo a dir poco assordante; il secondo leader aprì immediatamente gli occhi e guardò cos'avesse scatenato tutto quel fracasso ed interrotto il suo magico sonno. Un sacco nero. Doveva contenere qualcosa di veramente grosso e pesante, considerata la grandezza.
Si avvicinò cautamente al sacco dell'immondizia color pece, per guardarne il contenuto, e la forma gli ricordò quella di... una persona; l'ansia prese il sopravvento all'interno del suo corpo e del suo cervello, mentre slacciava il nastro arancione che teneva chiusa la "confezione". 
"Non ho nemmeno il coraggio di guardare..." sussurrò piano, gettando a terra il nastrino e scartando il contenuto con gli occhi rigidamente serrati. Passò la mano, ancora senza guardare, su un naso che gli parve familiare e subito si irrigidì, spalancando gli occhi. 

Non poteva essere, non anche lui.

Non poteva essersene andato pure lui.

Non voleva che l'ultimo ricordo con lui fosse un litigio.

Gli venne da piangere, mentre accarezzava il volto di Changkyun, spento dalla morte come un giocattolo dalle batterie scariche. Gli occhi erano delicatamente chiusi, forse avevano risparmiato almeno lui dalla sofferenza e dal dolore, ma poi vide il foro grande quanto un pugno sulla base del collo, vicino al suo tatuaggio di nascita. Quel foro era stato creato con... dell'acido
Aveva sofferto anche lui. Strinse la mano inerte del ragazzo defunto, le lacrime gli rigavano il volto principesco e i brividi di paura scendevano lungo la sua spina dorsale. 
"Hyungwon" disse Hoseok, scendendo le scale piano piano mentre si stropicciava gli occhi, "che succede? Ho sentito un tonfo e..." mugugnò, ma sceso l'ultimo gradino focalizzò la scena che si stava consumando.
Hyungwon piangente chino su un sacco scuro, un sacco scuro molto, troppo, grande per contenere qualcosa di "innocente" e, soprattutto, un volto privo di vita.

I piedi si mossero contro la sua volontà, era sempre più vicino ai due ragazzi fino a che... non si ritrovò ad abbracciare nuovamente il ssang gridando disperatamente. Un attimo dopo si aggiunse pure il minore, chiedendo pietà per i loro amici e per loro stessi. 
"Perché sta succedendo tutto questo proprio a loro?!" Gridò il maggiore, stringendo l'albino a sé "perché tutto questo non ha fine?!" 
"Non lo so, hyung." Sussurrò il secondo leader, cercando di fermare il suo corpo da quei tremolii dolorosi e inquietanti "non lo so, davvero..." 
"Dovremmo" il moro sciolse l'abbraccio e guardò negli occhi il suo ssang "...dovremmo andare a cercarli..." 
"Io..." Hyungwon appoggiò la fronte contro quella dell'altro "ho un cattivo presentimento e questo cattivo presentimento... mi fa davvero tanta paura." Una lacrima solitaria percorse il suo zigomo fino a scivolargli via dal viso e incontrare la mano di Hoseok. 
"Ci sono io con te, Wonnie." Disse piano il più anziano, accarezzando con il pollice la guancia del minore "qualunque cosa dovesse accadere, sarò qui a difenderti." 



ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Where stories live. Discover now