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"Sono stati rapiti."

Quella frase rimbombava nella mente di Hyungwon, continuava a susseguirsi come un disco rotto mentre lui cercava per la decima volta i suoi compagni nelle loro stanze da letto.
"Wonnie." Cercò di risvegliarlo il suo ssang, senza però riuscirsi "Wonnie!" Riprovò di nuovo: era come morto a quella frase che aveva pronunciato Hoseok, poco prima.
"Hyungwon!" Questa volta lo scosse con decisione e i suoi occhi si decisero a battere, rivelando delle lacrime calde "Wonnie, li troveremo: te lo prometto." Sussurrò dolcemente il moro, appoggiandosi la testa albina dell'altro sulla sua spalla, carezzandogli i capelli morbidi.
Il più giovane annuì piano, mentre ancora veniva coccolato dai gesti e dai sussurri di Hoseok "ora, però, dovremo rimanere chiusi in casa per un paio di giorni: la polizia ci starà sicuramente cercando" disse il moro, ascoltando il cuore del secondo leader "ma poi correremo a cercarli. Intanto io controllo fra gli schedari i nostri principali nemici."
Hyungwon strinse il corpo muscoloso dell'altro, aveva davvero paura, ma sapeva che se era insieme al suo compagno di vita tutto sarebbe andato bene. Lo sapeva.

I Monsta X non collaborano mai con coloro che creano caos.

"Chi è che ha creato questo patetico slogan?" Chiese Changbin, tirando il volantino di carta plastificata e di colore nero contro il volto di Shownu.
"Cosa te ne frega?" Chiese quest'ultimo, assumendo un'espressione del tutto inespressiva.
Era stato malmenato, aveva ricevuto un trattamento di elettroshock durato più di 3 ore, gli avevano immerso il volto nell'acqua bollente, ma ancora non si decideva a parlare. Come tutti gli altri, del resto.
Gli Stray Kids, i peggiori nemici di tutte le gang di Seoul, stavano perdendo seriamente la pazienza e li avrebbero uccisi, arrivati a quel punto.
"Deciditi a dirci il tuo vero nome!" Gridò il leader dai capelli biondi, battendo il pugno su quel tavolo dal legno marcio ed usurato.
"Col cazzo." Sputò Hyunwoo, scuotendo la testa con lentezza infastidendo ancora di più l'altro.
"Lee Know, Han" chiamò il più anziano fra i 2 nominati "sapete che dovete fare." E con un sorrisetto, si mescolò nell'ombra, mentre i due ragazzi citati puntarono i loro due fucili sul ragazzo più anziano.
Shownu si preparò ad accogliere la sua morte, chiudendo gli occhi e ringraziando il suo autocontrollo per aver resistito così a lungo senza mai tradire i suoi due leaders che lo avevano salvato da una vita straziante sotto un ponte, fumando erba e mangiando lische di pesce.
"No!" Un grido si levò da quella stanza semi buia che puzzava di piscio e vomito "vi dirò il mio vero nome, ma vi prego lasciatelo vivo!" La voce di Kihyun si smorzò subito dopo aver terminato la frase, dato che un ragazzo gli afferrò il collo e lo portò vicino al suo ssang.
"Siete proprio deboli voi miseri ssang" scandì uno dei componenti degli Stray Kids "non meritereste neanche quel che avete."
"Sta zitto Chang" ordinò Bang Chan, compiendo un movimento veloce con la mano come a volerlo spazzare via "dicci il tuo nome, avanti."
"Il mio vero nome è Daehyun." Disse Kihyun, senza alcuna esitazione considerato che aveva utilizzato il nome di un suo zio morto anni prima "Kim Daehyun."
Il biondo fece un sorrisetto e avvicinò il suo volto a quello del moro più anziano e i suoi occhi scuri si scontrarono con quelli del prigioniero "adesso sì, che vedo dell'intelligenza dentro quella testa, haemseuteo." E gli sputò in faccia, riportando lo sguardo sui suoi scagnozzi "portatelo via, questo qui è salvo. Almeno per ora." Ringhiò infine, sparendo dietro una tenda di velluto rosso.
Han e Lee Know presero per le braccia Kihyun e lo trascinarono via, mentre quest'ultimo riservò un ultimo sguardo al moro, lasciatosi dietro di sé, come per dirgli "perdonami per non averci pensato prima" e, forse diceva pure qualcos'altro, se solo il più anziano non avesse girato lo sguardo.

Hyungwon poggiò una tazza di caffè sulla scrivania dello studio di Hoseok, era la millesima in un giorno e mezzo che il ragazzo si trangugiava. Non dormiva, non mangiava, beveva solo quella bevanda calda e amara piena di caffeina e se ne stava tutto il giorno con il naso puntato su quegli schedari.
"Hoseokkie..." provò a chiamarlo l'albino, ma l'altro scosse la testa e bevve il caffè ristudiandosi il foglio che aveva davanti "no, Hoseok, dovresti prenderti una pausa..." il moro scosse ancora la testa, questa volta più deciso.
Il più giovane, allora, compì qualche passo pronto ad andarsene, come aveva sempre fatto, ma si fermò poco prima di varcare la porta "no, no ora basta" disse, girandosi e stringendo i pugni così forte da far sbiancare le nocche "non puoi trascurare te stesso! Come... come farai a combattere contro i rapitori se sei in queste pessime condizioni?!"
"Hyungwon lasciami in pace!" Ordinò il leader, lanciando un foglio accartocciato.
"Non fare il bambino, Hoseok!" Gridò Hyungwon con tutto il fiato che possedeva. 
Il silenzio subentrò tra i due, riempiendo la stanza con velocità impressionante: il più giovane si sentì avvampare dal timore, mentre Hoseok rimase a fissarlo senza davvero guardarlo, alcuni pensieri e idee gli stavano attualmente frullando nella mente.
"Ma certo! Gli Stray Kids!" Esclamò ad un tratto, spaventando ancora di più l'altro che non aveva realizzato ciò che il ssang aveva detto "sei un genio, Wonnie!" 
L'albino, dopo aver riaperto gli occhi e le orecchie, si mise ritto e guardò Hoseok dubbioso "che?" 
Il moro cercò uno specifico foglio e, dopo aver letto un paio di righe, i suoi occhi si posarono nuovamente sull'altro ragazzo "li abbiamo trovati." E un sorriso si fece largo sul suo viso, tanto bello quanto minaccioso. 
"Quindi" Hyungwon si avvicinò al ragazzo "sarebbero gli Stray Kids i rapitori? E come fai a dirlo con così tanta sicurezza?" L'albino prese lo schedario che stava leggendo, prima, Hoseok e osservò i dati che vi erano scritti: il numero da cui era composta la gang, i vari pseudonimi, età dei membri, il luogo in cui era situato il loro covo, le varie aggressioni e omicidi... tutto era segnato in quella cartella marroncina e macchiata di caffè. 
"Oh, semplice, dato che quegli stronzi mi hanno minacciato per anni che avrebbero rubato ciò che più mi sta a cuore per farmi uscire allo scoperto" disse, mordicchiando la punta di una penna "loro volevano che entrassi nel loro clan per via della mia forza fisica e del mio talento per le missioni. Non hanno mai accettato il fatto che mi sia creato una gang tutta mia." 
"Perciò..." bisbigliò l'albino, passandosi la mano fra i morbidi capelli bianchi e guardando quella penna che stava mordicchiando il moro.
"Perciò vogliono vendicarsi in questo modo, rubandomi ciò che mi appartiene." Concluse Hoseok, buttando l'oggetto che gli stava calmando i nervi "prepara le armi: domani si va in scena." 

Nota Autrice 

E niente, so che sto capitolo è corto ma non ho avuto molto tempo per pensare a dell'altro da scrivere o da aggiungere, spero che il prossimo capitolo riuscirò a scrivere di più sigh e va beh amen e ramen.


ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Where stories live. Discover now