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Tornai nel rifugio di Levi e, anche quella volta, lui era con me ed aveva portato la cena

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Tornai nel rifugio di Levi e, anche quella volta, lui era con me ed aveva portato la cena.

Infilzai la forchetta nel pezzo di carne che avevo appena tagliato e poi lo portai alla bocca, sentendo subito il vivido sapore di ferro.

Non ho mai amato la carne al sangue.

"Rebekah mi ha detto che l'hai aiutata nel suo lavoro, oggi."

Levi alzò appena il suo sguardo, degnandomi di una fioca attenzione: probabilmente, quella sera il silenzio non gli sembrava così comodo.

Ma, in realtà, da quando mi era venuto a prendere, dopo l'incontro con la madre, si comportava in modo strano.

Non che fosse più felice o socievole del solito, ma sembrava meno incline alla tortura.

"Ho solo tagliato qualche erba, niente di importante," replicai, tranquilla. "È brava, davvero, ed anche gentile: mi ha fatto scegliere un profumo e poi me lo ha regalato."

"Rebekah non è come noi, come la mia famiglia: non è nata qui, né ci è cresciuta," commentò, semplicemente. "È un cane randagio, e forse è per questo che il suo cuore è così puro: anime come la sua soffrono e decidono di non far soffrire."

Lo osservai, sinceramente confusa, soprattutto per il modo così tranquillo con cui stava affrontando il discorso, quasi fossimo due amici a cena.

Non era da lui, affatto, e la cosa non mi convinceva.

"E a te, invece?" Chiesi, sperando di riuscire a cambiare discorso. "Come è andata con tua madre? Sembrava urgente."

"Non lo era," ribatté, velocemente. "Christian, come al solito, crea danni e spetta a me risolverli."

"Davvero un bravo ragazzo," commentai, e lui subito sorrise.

"Non lo avevi già capito?"

Corrugai la fronte, confusa, e poi abbassai le posate, porgendomi completamente verso di lui.

Ora sorrideva pure?

"Levi, che cosa è successo?"

Lui finse confusione, quasi non riuscisse a capire. "Di che cosa stai parlando, Marie?"

Per essere un gran bugiardo recitava male.

O io ero davvero brava a capirlo.

"Non fingere: non ha senso e nemmeno ti riesce bene," commentai, semplicemente, e, come mi aspettavo, questo non gli fece piacere.

Si rabbuiò, e le sue labbra tornarono tese nel solito sconforto: finalmente era in tornato in sé.

"So che Rebekah ti ha parlato delle doti della sua famiglia, ma non penso ti abbia informato che la sua specifica non sia quella di leggere la verità nel futuro ma nel dolore. Lei ha visto un cuore spezzato e del sangue nel tuo, visibile segno di una sentimento d'amore mal riposto," ammise, velocemente. "Lei se n'è accorta dal primo giorno e me lo ha confidato: io ho fatto il resto."

ECLIPSEWhere stories live. Discover now