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Penso che ricorderò per sempre il modo in cui, una volta accortosi di me, Levi mi ha guardato, quella notte

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Penso che ricorderò per sempre il modo in cui, una volta accortosi di me, Levi mi ha guardato, quella notte.

Aveva i begli occhi sgranati, le labbra socchiuse e l'anima pregna di dolore.

"Marie, ma che è successo?" Chiese, avvicinandosi a me e prendendomi per la spalla, così da aiutarmi ad arrivare al suo letto. "Greta?"

La bambina restò vicino all'uscio della porta: sguardo torvo e labbra strette. "Christian voleva colpirla, ma io ho colpito lui: ora è al laghetto."

Levi sembrò sul punto di vomitare. "Christian?"

Si voltò verso di me, come se sperasse di leggere nei miei occhi la verità degli eventi: lui, sicuramente, ci sarebbe riuscito. "Ha cercato di ucciderti?"

"Greta mi ha salvato," ribadii, semplicemente, sedendomi di peso sul letto e continuando a tenermi il braccio. "Questo è ciò che conta."

"Ciò che conta? Marie, io quello lo u-"

"Io vado ad avvertire papà," lo bloccò la bambina, donandogli un veloce sguardo prima di richiudere la porta, lasciandoci soli.

Levi era ancora sconvolto e continuava a scuotere il volto, rassegnato. Alla fine, sospirò. "Ti aiuto."

Andò in bagno, riempiendo velocemente un catino con acqua tiepida, e, presa una pezza nera, tornò da me, sedendosi al mio fianco.

"Posso fare da sola," gli feci notare, ancora sulle mie. Forse ero stata attaccata, ma questo non vuol dire che non fossi ancora arrabbiata con lui.

Lui alzò un sopracciglio, sarcastico. "Preferisci davvero questo piuttosto che farti toccare da me?"

Strinsi le labbra, colpita dalle sue parole, sempre così spigolose. Aveva ragione, come al solito, ma ammetterlo non aiutava, anzi.

"Va bene."

Levi posò il catino fra noi, impregnando la pezza d'acqua mentre cercava di trattenere un sorriso, non riuscendoci.

"Pensavo fossi più bravo a contenere i tuoi sentimenti," gli feci notare, sarcastica, mentre lui mi si avvicinava e sfiorava l'orlo della mia felpa, risoluto.

"Non con te," ammise, e trovò il mio sguardo, accennando ad un sorriso. "Riesci ad alzare le braccia?"

Annuii, e lui strinse con più forza l'orlo, iniziando, lentamente, a farlo scorrere verso l'altro. Io, in certi momenti, stringevo le labbra e trattenevo i gemiti, mentre Levi, cercando di essere accurato, mi sfilava la felpa insanguinata.

Rimasi solo con una canottiera bianca, una prestata da Rebekah, niente di più, e Levi fu il primo ad accorgersene: il suo sguardo cadde sul mio petto, e lì restò per un istante di troppo prima di riscuotersi e arrossire.

"Ti pulisco la ferita," balbettò, imbarazzato, cercando di nascondersi dietro i suoi gesti.

Guardandolo, così fragile e perso nei suoi sentimenti, mi fece sorridere.

ECLIPSEWhere stories live. Discover now