epilogue

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Ed è passato un anno, eppure noi siamo ancora qui, nonostante tutto

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Ed è passato un anno, eppure noi siamo ancora qui, nonostante tutto.

I miei piedi oscillano nel vuoto mentre osservo dall'alto della muraglia di cemento della nove tutto ciò che ora non mi appartiene più.

La sette e la nove hanno smesso di esistere - per come le ricordavo, almeno -, ed ora c'è solo la coalizione, un'unione di tutte le sezioni che, ormai, hanno deciso di smettere di combattere.

Sembra che, a quanto pare, mio padre non avesse così ragione: alla lotta, era interessato solo lui.

Su una cosa però non aveva sbagliato, così come Garreth o chiunque altro: io non ho accettato il suo posto da sindaco, né da guida per il popolo.

Kiran lo ha fatto, dividendo il suo potere con Rebekah, e, ovviamente, con la supervisione di Greta e Margaret.

Lei è felice, ultimamente, così tanto da aver accordato la divisione fra i due e aver permesso l'unione di Rebekah con un avvenente pretendente della dieci, un umano.

Si è addirittura spinta ad abbracciarmi, un giorno, dopo aver giustiziato Christian.

La pace, a quanto pare, fa anche questo.

"Marie?" Levi mi è al fianco e sorride, mentre i ricci neri gli ricoprono la fronte. "Posso?"

Annuisco, e lui si siede al mio fianco, continuando a sorridere con dolcezza.

Alla fine, non è morto: non del tutto, almeno.

Siamo riusciti a togliergli il proiettile prima che esalasse il suo ultimo respiro, ma l'infezione si era ormai propagata nel suo sangue e, nonostante tutte le cure del mio e del suo popolo, l'esito è rimasto lo stesso.

Vivo, ma impossibilitato a mutarsi di nuovo in lupo.

Lui l'ha presa meglio di quanto pensassimo: quella, non è stata che la ciliegina sulla torta per sancire la sua libertà dal suo popolo e dagli incarichi di famiglia.

Ora siamo entrambi liberi, distanti da tutto, se non dal legame che ancora ci unisce.

"Sai, potremo andare da qualsiasi parte, ora," dico, con un filo di voce, continuando a guardare davanti a me.

"E vuoi farlo?"

"E tu?"

Ci guardiamo, e poi, entrambi sorridiamo, scorgendo la solita complicità. Levi mi prende la mano, baciandone il dorso.

"Io voglio te, non mi importa dove."

Sorrido, felice, e mi avvicino a lui, accarezzandogli i capelli ricci, arricciandoli intorno alle mie dita. Lo guardo, ammiro tutto di lui, come un rara opera d'arte d'oro e d'argento.

Levi è tutto ciò che sognavo per completare il mio mondo, ed ora siamo insieme.

"Ti amo," ammetto, sinceramente, accennando ad un piccolo sorriso.

Lui non parla, ma mi bacia, tenendomi a sé con dolcezza. Il suo abbraccio ha il sapore di casa.

"Penso che sia ora di tornare," dice, continuando ad accarezzarmi i capelli. "In fondo, abbiamo un viaggio da organizzare."

"Un viaggio?" Chiedo, sarcastica. "Quindi hai scelto la meta?"

"Certo," ribadisce, convinto, alzandosi in piedi e porgendomi la mano, sorridendomi con tutto il suo cuore. "Ovunque, se con te."

Angolo

Alla fine ho finito con semplicità, tanto amore e zuccherini.

Levi non è morto: ringraziatemi.

Detto ciò, siamo arrivati alla fine anche di questa storia e vorrei ringraziarvi per tutto l'appoggio e l'amore dato: grazie grazie grazie ❤️❤️

Spero continuerete a seguire le mie storie - fra l'altro, ne ho appena pubblicata una, chiamata Faded, a tema romantico/degradante - :)

Ora, un ultimo a presto
Giulia xx

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