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E anche l'interrogatorio giunse, ed ebbe lo stesso peso di un macigno sparato in pieno petto

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E anche l'interrogatorio giunse, ed ebbe lo stesso peso di un macigno sparato in pieno petto.

Seduta su una piccola sedia al centro della stanza, continuavo a guardarmi intorno, rigirando fra le dita l'orlo del maglione rosso rubato dall'armadio di Levi: ero sinceramente nervosa, e, quando vidi l'alpha, Margareth, entrare nella piccola saletta scura - oltre che completamente deserta ad eccezione di un'imponente poltrona rossa e un tavolo in legno rotondo - ero certa che le mie paure non fossero infondate.

"La tua umana trema come una foglia, Levi," commentò la donna, aspra, sedendosi sulla poltrona con regalità: era bella, nonostante l'età, con i lunghi capelli scuri che le ricadevano lungo la schiena e il viso ovale segnato dalla solita vena di raffinatezza.

Non credo che qualcuno avesse mai avuto il coraggio di contraddirla.

"Penso che Marie sia pronta a rispondere alle tue domande, madre," ribatté il ragazzo, cauto, sempre fermo al mio fianco, con le mani strette dietro la schiena. "Ti consiglio di iniziare, prima di portare la situazione troppo per le lunghe."

Margareth sorrise, appena divertita, prima di voltarsi di nuovo verso di me. "Quindi, umana, dovrei decidere cosa farne della tua vita."

Un inizio pressoché accogliente.

"Madre." Levi alzò gli occhi, stanco, e subito la lupa sospirò, bloccandolo con un gesto della mano.

"Come vuoi," replicò, infine. " Non pensavo che ti interessasse così tanto della ragazza, figliolo: solitamente il tuo cuore non è così morbido."

Mi voltai verso il lupo, cercando di capire la sua espressione, ma questa rimase impassibile, completamente assorta nella conversazione e dalla voglia di finirla nel più breve tempo possibile.

Era strano, davvero, perché non pensavo che i rapporti fra Levi e sua madre fossero così aridi: in fondo, lei lo sfruttava per qualsiasi cosa riguardasse il branco.

Forse avevo frainteso proprio il motivo di questa dedizione.

"Marie Walker, so che uno dei miei lupi ha attentato al tuo corpo, e di questo mi dispiace, perché non si confà ai valori del mio branco, ma, per quanto cerchi di sforzarmi, non riesco a trovare un modo che giustifichi legittimamente una punizione ai danni di Christian," spiegò, e il dispiacere, sicuramente, non era il sentimento che la dominava. "Lui ha compiuto un'azione atroce, ma ciò non cambia che tu sei un'umana, e nessun lupo verrà mai posto in secondo piano ad un membro del tuo popolo."

"Quindi Christian non pagherà per ciò che mi ha fatto?" Chiesi, ed ero sinceramente scossa.

Quel lupo mi aveva toccata, mi aveva violata, e lo aveva fato con l'intenzione di ferirmi e distruggermi completamente senza il minimo ritegno o rimorso.

Forse eravamo nemici, forse mi vedeva solo come un'assassina, ma questo non giustificava un tale comportamento, soprattutto quando ero già stata catturata e imprigionata, quindi indifesa: lui non lo aveva fatto per sopravvivenza, lui lo aveva fatto per crudeltà.

ECLIPSEWhere stories live. Discover now