Capitolo 5 "Sei stato tu, vero?"

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Aspettai gli altri due su un ramo per attimi infiniti.
Non arrivarono mai.
Senza farmi prendere troppo dalla situazione mi precipitai fuori la foresta.
Arrivata, costatai infatti che si trovavano li entrambi.
Scesi dall'albero e mi avvicinai, anzi, provai a farlo però appena poggiai il piede a terra Furlan iniziò subito a farmi domande disordinate e sconnesse.
«E Levi? Dov'è? Sta bene? Avete fatto qualcosa? E la prova? Ma è successo qualcosa?»
«Aspetta un dannato attimo. Solo un dannatissimo attimo! -presi fiato, per quanto l'affanno me lo permettesse- allora: al nanetto è stato manomesso il movimento tridimensionale -la rossa si portò le mani sulla bocca, spaventata- sta bene però, l'ho preso in tempo. E no, abete -dissi guardando Furlan- non abbiamo fatto nulla, anzi. Sulla prova non mi è consentito dirti nulla ora. Per favore però parla piano che non mi reggo in piedi, figurati a sentirti parlare così»
Presi un profondo respiro per calmarmi un attimo.
Poi ripresi il filo del discorso.
«Il gas. Dovete consegnarmi le bombole di gas rimaste. Ne avevate quattro giusto?»
«Si»
Disse soltanto la rossa, che ancora forse era spaventata per il nanetto, passandomi le bombole.
Dopo poco arrivarono anche il comandante in compagnia del caposquadra e del corvino.
«Ti avevo detto di fare attenzione»
Mi rimproverò subito il biondo.
«È ciò che ho fatto. Non è stata colpa mia il malfunzionamento della sua attrezzatura. Le viti erano allentate, quasi come se fosse stato manome -riflettei un attimo per poi indicare il corvino- ... Caposquadra -le indirizzai frase- posso vedere la sua attrezzatura?»
La castana mi porse il movimento tridimensionale del nanetto.
Mi inginocchiai e lo poggiai per terra.
Gli altri mi guardavano curiosi.
«Lo sapevo. Me ne ero accorta anche prima -mi guardarono interrogativi- è palese che l'attrezzatura sia stata manomessa da qualcuno»
E forse so anche da chi
Dissi continuando a tastarla ovunque
«Perché ne sei così sicura?»
Mi chiese Erwin.
«Guardi lei stesso -elevai leggermente l'attrezzatura- ci sono dei segni di cacciavite e si vede che è stato rotto dall'esterno»
Il biondo rifletté qualche secondo e poi parlò.
«Va bene anche così. Ti ho già visto in azione nella città sotterranea. -disse guardando il corvino che di rimando lo scrutava indifferente- e in quanto alla questione della prova, T/N, un resoconto generale?»
Mi rialzai in piedi porgendo al corvino là propria attrezzatura per poi iniziare a parlare.
«Loro due -indicai la rossa e il biondo- sono molto coordinati e sanno moderare bene il gas infatti ognuno di loro ha usato solo un quarto di una sola bomboletta. Purtroppo questo li rallenta non poco sul tempo, a differenza di Ackeman che ha un ottimo attacco ed è molto agile però compie troppi movimenti superflui che gli fanno utilizzare più gas di quanto ce ne sia bisogno, inoltre per tagliare il collo dei giganti usa l'impugnatura al contrario, che si utilizza nella terraferma per i combattimenti. Tolti eventuali inconvenienti la risulta positiva»
Incatenai gli occhi a quelli del comandante che mi guardava gelido.
Inquietante direi
«Siete dentro»
Disse solo, andando via insieme al caposquadra.
La tensione di prima si era un po' attenuata.
Respirai a pieni polmoni l'aria che prima non ne voleva sapere di entrare.
«Seguitemi. Andiamo a prendere le chiavi per il dormitorio.»
Ci levammo le attrezzature e ripercorremmo a piedi la strada che ci riportò dentro al quartier generale.
Attraversai tutta la caserma fino a raggiungere il dormitorio maschile.
Un po' restia entrai dentro.
Per fortuna era l'ora dell'allenamento e nessuno era lì.
«Voi due -guardai Furlan ed il nanetto- dormirete qui»
«Ed io? Non dormo?»
«Le ragazze dormono da un'altra parte»
La rossa sbuffò.
«Dove posso farmi una doccia, mocciosa?»
«Le docce sono in comune. Esci da qui, percorri il corridoio al contrario e c'è una stanza enorme.»
«E le altre divise? Nel caso si sporcano...»
«Sbaglio o sei ossessionato dal pulire tu?»
Ghignai guardando il nanetto.
«Non sbagli»
Rise Furlan, guadagnandosi un pugno sulla spalla dal più basso.
«Comunque dove sono?»
«Le danno una volta ogni due mesi. Te ne daranno quattro. Se si sporcano si lavano con l'olio di gomito»
Il corvino alzò gli occhi al cielo facendo ridacchiare Isabel.
«Ora vado. Preparatevi e scendete tra un'ora, c'è la cena. Isabel vieni, ti porto al dormitorio»
Uscimmo lasciando che i ragazzi si cambiassero.
Ripercorsi tutta la caserma insieme alla rossa, arrivando al dormitorio femminile.
Aprii la porta.
«Qui dormiamo noi»
Dissi alla ragazzina.
Fece un cenno con la testa mentre squadrava ogni angolo della grande stanza.
«Mi piace»
Disse dopo qualche attimo di silenzio.
«Tu intanto fatti una doccia. Le nostre divise devono ancora arrivare. Te ne vado a prendere una nella stanza di stamattina»
Annuì e la lasciai in stanza.
Andai a prendere la divisa e ritornai in dormitorio.
Sentii l'acqua correre dalla doccia comune quindi lasciai i vestiti sul letto e andai via.
Salii le scale, arrivando nel corridoio dei superiori.
Lo percorsi fino ad arrivare all'ultima porta.
Bussai.
«Chi è?»
«Sono io, comandante»
«Entra»
Aprii la porta, trovando il biondo seduto alla scrivania intento a scribacchiare alcune carte illuminato solo dalla candela che si trovava sul tavolo.
Lo raggiunsi appoggiando gli avambracci sulle sue spalle ed il mento tra i capelli biondi.
«Che ti serve, T/N?»
Disse continuando a firmare alcuni rapporti della Gendarmeria.
«Posso fare qui la doccia? Tu hai l'acqua calda, io quella fredda non la sopporto»
«Vai. Ma sbrigati, poi devi andare a vedere che fa il trio»
Sorrisi.
«Grazie Erwin!»
Corsi nel bagno che si trovava nella sua stanza.
Chiusi la porta e mi fiondai dentro la doccia.
Lasciai che la tanto bramata acqua calda scorresse sulla pelle.
Una volta finito mi avvolsi in un asciugamano ed uscii dal bagno.
Il biondo era ancora impegnato così senza disturbarlo aprii il suo armadio prendendo i miei pantaloni verdi militare ed un maglione nero.
Ritornai in bagno e li indossai.
Pettinai i capelli e li asciugai velocemente.
Aprii la porta del bagno guardando il biondo intento a sistemarsi la camicia bianca, indossai dei miei stivali che avevo sempre in quell'armadio.
Cominciò a spazzolare i capelli biondi, mi avvicinai a lui.
«Hai fatto?»
«Si»
«Allora vai. Hai ancora mezz'ora prima dell'inizio della cena. Non preoccuparti della divisa, la lavo io»
«Grazie -mi alzai sulle punte e gli lasciai un bacio sulla guancia, sorrise- io vado Erwin. A dopo»
Annuì ed io uscii dalla sua stanza.
Scesi le scale fino a ritrovarmi nel corridoio femminile.
Sentii l'acqua cadere a palate sul pavimento, segno della fine dell'allenamento che io oggi in via eccezionale avevo saltato.
Entrai in dormitorio trovando infatti solo Isabel che gesticolava alla finestra
Tutto normale
Che persone problematiche
Concordo
«Isabel?»
La diretta interessata saltò dalla paura smettendo di fare strani movimenti.
Si portò una mano sul petto sospirando nel vedere chi fosse.
«T/N! Sei tu!»
«Chi altro avrei dovuto essere?»
Chiesi un po' confusa.
«Eh? -la rossa sgranò gli occhi verdi luminosi- nulla!»
Feci un cenno un po' confuso con la testa.
«Hai fatto?»
Cambiai argomento.
«Devo solo pettinare i capelli»
Annuii.
Mi sedetti sul letto di Kaede, che stava sotto al mio.
La rossa non riusciva a pettinarsi.
«Vuoi una mano?»
Si girò verso di me.
«Si. Per favore»
Mi alzai lasciando che si sedesse dove stavo io prima.
Io mi sedetti dietro di lei a gambe incrociate.
«Zia Hanji! Mi fai le trecce? Però quelle belle!»
La donna sorrise ed annuì.
Ella prese in braccio la piccola bambina buttandosi sul letto insieme a lei mentre entrambe ridevano.
Poi si sistemò meglio dietro la bambina spazzolandole i morbidi capelli.
Sorrisi malinconicamente al ricordo e cominciai a spazzolare i capelli della rossa.
Li racchiusi in due piccole codine.
«Grazie»
Disse lei.
«Di nulla»
Nel mentre erano entrate anche le altre ragazze in camera.
Si avvicinò Kaede.
«T/N! Perché tu e Mirabelle -alzai un sopracciglio nel sentire il nome- siete già pronte?»
«Si chiama Isabel. Comunque abbiamo finito prima. Io ho saltato l'allenamento per fare da supervisore alla prova»
Annuì.
«Ma andiamo a mangiare?»
Domandò la rossa.
Intanto le ragazze si erano finite di preparare ed avevano iniziato ad uscire dal dormitorio.
«Se vuoi puoi iniziare ad andare. Io devo passare un secondo nell'ufficio di Erwin»
«Aspetta. No. Ci puoi andare dopo? -la guardai confusa- cioè... Ora ho fame e quindi preferisco andare in mensa però non ricordò dov'è quindi -non la racconta giusta-
«Va bene. Possiamo anche andare in mensa. Non è indispensabile ora andare nell'ufficio di Erwin.
La rossa iniziò a trascinarmi.
Anche se un po' intontita la lasciai fare.
Arrivata davanti la porta rincontrai Kaede.
«Kàe!»
Si girò verso di me e si avvicinò.
«Si?»
«sai dov'è Ryoko?»
Scosse la testa.
«Perché ti importa?»
«Tra poco dovrebbe arrivare il comandante a fare un controllo»
«Quale controllo?»
La rossa a quella domanda rimase in silenzio.
«Durante la terza prova Ackerman terzo ha rischiato di morire per colpa di un malfunzionamento della sua attrezzatura»
«E quindi?»
Chiese non capendo la mia amica.
«Era rotto dall'esterno e perciò il comandante si vuole divertire un po' a fare la caccia all'uomo... Anche se a dirla tutta io una mezza idea di chi sia stato ce l'ho»
Le due mi guardarono interrogative.
«Chi?»
Domandò la mia amica.
Nei miei occhi si accese una scintilla.
Se è come dici tu può anche iniziare a fare il segno della croce
È di sicuro come ho detto io
«-guardai Kaede- Prova ad immaginare»
Mi fiondai sul portone della mensa.
Lo aprii.
Mi trovai faccia a faccia con quello st-
Ehm!
Uff... Con quello stupido.
Lo squadrai mentre mi guardava in silenzio.
Poi, con un tono visibilmente deluso parlai.
«Sei stato tu, vero?»





EH
VOLEVI
AH
CI HA CREDUTO!
Va beh. Amo lasciare la suspense quindi ditemi se vi piace il chapter
(ODDIO QUANTO MI SENTO BRITISHHH)
E nulla. Alla prossima❤️

Vitty❤️

"That rose blossomed in the ice" 🌹[LevixReader] Where stories live. Discover now