Capitolo 6 "Inspiegabile sintonia"

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...
«Sei stato tu, vero?»
«A fare cosa?»
Chiese strafottente.
«Lo sai benissimo»
«No invece.»
«L'attrezzatura di Ackerman»
Sbiancò.
«Tu...? Come hai... T/N. Ti giuro che posso spiegare»
La rabbia che scorreva nelle vene.
Aveva provato ad ucciderlo. Era un pazzo criminale.
Non ci pensai nemmeno poco tempo a tirargli uno schiaffo.
Strillai
«Cosa devi spiegarmi, eh?! LO SAI VERO CHE SE NON AVESSI PERSO  L'EQUILIBRIO E NON FOSSI RIUSCITA AD AFFERRARLO DALL'IMBRACATURA AVREBBE FATTO UN VOLO DI TRENTA METRI? SAREBBE MORTO SUL COLPO E AVREMMO PERSO UNA GRANDE RISORSA. MA COSA TI DICE LA TUA STUPIDA TESTA SI PUÒ SAPERE?»
«Lo sai benissimo che quello stupido puffo mi ha dato dell'idiota»
«COSA SIGNIFICA?! Non ti hanno insegnato come sono formati i movimenti tridimensionali per smontarli a chi ti sta antipatico!»
«Hai davvero rotto le scatole! Se davvero ti importa così tanto della salute di quel lillipuziano vai da lui invece di farmi la predica, no?!»
«Ma veramente pensi che io lo dica rivolgendomi solo ed esclusivamente a lui? Mi credi così stupida, Ryoko? Se l'avessi fatto agli altri due o a qualsiasi altra persona la mia reazione sarebbe stata la stessa! Stavi per uccidere qualcuno e il fatto che non sia accaduto non toglie che tu ci abbia provato! Sei un troglodita!»
«Troglodita ci sarai tu, stronza!»
Stronza
Stronza
Stronza
Quella parola mi girava intorno alla testa.
Cominciò a venirmi un tic all'occhio, segno che stavo facendo il conto alla rovescia e tutti i presenti avevano si e no venti secondi per abbandonare il Wall Rose.
Tutto si era fermato per un attimo e speravo con tutta me stessa che si inginocchiasse per terra a chiedermi perdono prima che mi sbattessero dentro per aver picchiato a sangue un soldato.
Gli afferrai un polso.
Gelida. Senza dire niente.
Gli occhi ridotti a due fessure. Due fessure circondate da un profondo colore viola.
Tutti i soldati osservavano la scena allarmati.
Con tutta la forza che avevo in corpo lo sbattei al muro, provocando un rumore sordo.
«Ripetilo»
«T/N. Calmati. Lo sai che quando ti scaldi non ragione e-»
Lo bloccai.
«Sono calmissima. Ripetilo»
Silenzio.
Serrai la mascella.
Gli riafferrai il colletto facendogli sbattere di nuovo la testa.
«Ryoko! Ripetilo! Ripeti quello che poco fa ti sei permesso di dirmi! O la prossima cosa su cui sbatterai sarà un muro di mattoni!»
A quel punto intervenne Kaede.
Uscì dalla mensa raggiungendoci.
Chiuse la porta dietro di lei.
Lasciando solo noi tre fuori.
Ci separò sbattendo Ryoko per terra e tenendo me per il maglione.
«Ora noi tre parliamo con calma o la prossima cosa su cui sbatterete entrambi sarà un cavolo di albero»
Sussurrò trascinandomi per il maglione mentre Ryoko ci camminava dietro.
Ecco. Lo sapevo che prima o poi sarei morta per mano di quella ragazza
Per chi non avesse capito Kaede, io e Ryoko eravamo un trio.
Lei era la più grande e perciò e sempre stata un po' troppo apprensiva.
Era sempre convinta che io e Ryoko giocassimo.
Forse lo è stato
Forse.
Ma in quel momento no.
Mi ero stancata.
Lasciai che mi portasse dove voleva lei.
Mentre camminavamo a passo di marcia, nessuno osava fiatare.
Kaede era arrabbiata.
Ryoko forse spaventato.
Io invece ero solo stanca. E volevo sbrigarmi.
Speravo che facesse la sua solita predica e poi mi lasciasse in pace, perché stasera ero irritata di mio e volevo solo starmene da sola.
Senza neppure rendermene conto, eravamo finiti nella biblioteca della caserma.
Io ero seduta sullo scrittoio e Ryoko su di una sedia.
Kaede in piedi che ci guardava.
«Da quando sono arrivati quegli stupidi ratti che tu -mi indicò- ti comporti in modo strano! Non ti sei mai messa a fare polemica in questo modo. Per chi poi? Per degli sconosciuti! E in quanto a te -indicò la pertica a me vicina- hai fatto una stupidaggine! Potevi ucciderlo. E se fosse accaduto ti avrebbero sbattuto in prigione»
Levi's pov.
Io e Furlan eravamo nell'ufficio del sopracciglione.
Avevamo rovistato tutto quello che c'era da rovistare, ma di quella stupida pergamena non c'era la minima traccia.
Prima che i superiori tornassero dalla riunione però uscimmo e percorremmo tutte le rampe di scale arrivando davanti alla mensa.
Prima che potessimo fare qualcosa notammo la mocciosa intenta a litigare con Ryoko.
Stavano parlando della prova e del fatto che fosse stato lui a manomettermi il movimento tridimensionale.
Per quanto la C/C fosse furibonda neanche si era accorta della nostra presenza.
Ad un certo punto, prima che iniziasse una vera e propria rissa ed i superiori arrivassero Kaede corse a separarli e chiuse la porta.
Silenzio.
Guardai la rossa dietro di me ed uscimmo dalla porta della mensa dove tutti erano ancora turbati dalla scena di prima.
Tutti e tre percorremmo la strada fino ad arrivare alla porta da cui si sentivano le loro voci ed ascoltammo il discorso.
«Mi dispiace infinitamente Kaede, ma non ho la benché minima intenzione di scusarmi con lui. Io non ho rischiato di uccidere nessuno, a differenza sua»
Isabel cercando di fare piano fece una domanda.
Quella domanda
«Fratellone, perché lo stiamo facendo?»
Furlan le prese le spalle e le si avvicinò all'orecchio.
Le sussurrò divertito.
Quella risposta
«Sai com'è: il fratellone ha preso una bella cotta e sta vedendo cosa fa la sua amata»
Sbuffai.
Non doveva essere
Appoggiai di nuovo l'orecchio alla porta, provando ad origliare quanto possibile.
«Adesso T/N non metterti a fare la ragazzina, non è il momento»
Un rumore sordo.
Uno scatto.
La mocciosa strillò.
«Ma forse non hai ben capito, Kaede! Non puoi controllarmi in ogni momento! Non sono una bambola! Smettila!»
Sentii la ragazza dirigersi a passi pesanti verso la porta.
Corremmo dietro il corridoio.
Uscì dalla stanza e noi facemmo finta di essere arrivati in quell'istante.
La rossa corse subito dalla mocciosa.
«T/N! Stai bene?»
Annuì.
Lo sapevamo tutti e tre che non si sentisse bene, ma facemmo finta di nulla.
«Avete mangiato?»
«No»
«Volete andare?»
«È uguale»
Fece un cenno con la testa.
Iniziò a ripercorrere le scale fino ad arrivare in mensa.
Entrò sotto lo sguardo indagatore di tutti.
Hanno un motivo secondo me
La mocciosa roteò gli occhi andandosi a sedere accanto ad una tipa dai capelli color rame.
La seguimmo sedendoci insieme a lei.
La tizia sorrise timidamente.
La mocciosa appoggiò le spalle allo schienale Mentre l'altra alternava lo sguardo tra noi e lei scrutando quest'ultima minuziosamente.
La mocciosa dopo un paio di secondi parlò scocciata
«Nifa stai veramente aspettando il mio permesso di presentarti? Tanto sai chi sono, no»
La ramata rimase un attimo sbigottita dalle aspre parole della mocciosa, poi parlò.
«Io sono Nifa! Vi ho visti oggi in mensa. Soprattutto te! -mi additò- e, non ti offendere ma sei dannatamente basso -scoppiò a ridere- -perché mai dovrei offendermi? Siete tutti così dolci, carini, coccolosi e aperti al dialogo qui 😑-»
Sbuffai.
La mocciosa la squadrò gelidamente.
La ramata se ne accorse e smise di ridere.
«Che hai? È la verità»
L'altra sbuffò.
«Nifa sei cosciente del fatto che io sia più bassa di lui vero?»
L'altra tipa bionda seduta al tavolo di cui prima non avevo notato la presenza scoppiò a ridere.
Un'altro sbuffo da parte della mocciosa.
Vidi gli occhi di tutti i soldati addosso.
Mi guardò supplicante.
«Io sinceramente non ho fame. Ragazzi nemmeno voi avete fame, vero?»
Perché la sto aiutando?
Ehhhh L'AMMMMMORE
Mi faccia il piacere
Isabel e Furlan mi guardarono interrogativi.
«Neanche voi avete fame, giusto?»
Marcai la frase freddamente.
Annuirono entrambi.
«Possiamo andare»
La C/C si alzò in piedi e frettolosamente salutò le ragazze per poi sgattaiolare fuori là mensa seguita con lo sguardo da tutti i presenti.
Le corremmo dietro fino ad arrivare nel dormitorio, -suppongo- femminile.
Solo che invece di cambiarsi o comunque fare qualsiasi altra cosa indossò il mantello e ripercorse senza dire nulla, con noi dietro, il corridoio fino all'uscita della caserma.
Incuriosito, Furlan la bloccò tenendole un braccio prima che potesse varcare la soglia della porta.
«Dove vai?»
«Non ti interessa»
Incrociò le braccia al petto.
«Lo sai che teoricamente avremmo il coprifuoco tra mezz'ora?»
Dissi annoiato.
«Sono qui da molto più tempo di te, Nanetto. Ovvio che lo so»
Ribatté subito la mocciosa.
«E quindi non dovresti andare»
Dissi ancora.
«Faccio quello che mi pare»
«Erwin non sarebbe molto contento di sapere che la notte te ne vai in giri senza dire nulla, sai?»
La stuzzicai divertito.
Alzò gli occhi al cielo.
«E va bene! Volete venire anche voi?»
«Forse non è il caso-»
«Hai paura Furlan?»
«Non ha paura... È solo prudente»
Corressi la mocciosa.
Mossa sbagliata
«Eppure Kenny diceva che suo nipote fosse un tipo forte. Bah, aveva bisogno di un par d'occhiali»
Come fa a conoscere Kenny
Hai intenzione di farmi domande a cui sai già che non saprò dare risposta per tutto il resto della narrazione?
Hai capito il concetto.
...
«Tsk... Ovvio che non ho paura, stupida mocciosa»
Sorrise soddisfatta e senza aggiungere altro uscì dalla porta dandoci le spalle.
«Allora venite»
Disse nel mentre.
«Scordatelo!»
Le urlai mentre si allontanava.

👽👽👽👽👽👽👽
CIAUUUUUUUUUUUUU
THIS EST DIE NUEVO CAPITOLO.
CHE NE PENSATE????
FATEMI SAPEREEEEEE
ALLA PROZZIMAAAA

Vitty❤️

"That rose blossomed in the ice" 🌹[LevixReader] Donde viven las historias. Descúbrelo ahora