Passi incerti

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Eri il suono dei miei passi incerti nelle pozzanghere, che calpestavo di proposito. Eri deciso, un colpo al cuore, ma effimero. Duravi il tempo d'un passo e nulla più. Ti cercavo spasmodicamente, camminando in modo incerto e casuale per le vie di questo lurido mondo. Rallentavo il passo, rimanevo indietro, indietro dove avrei voluto trovare te.
Calpestavo il mio riflesso nell'acqua, lo vedevo muoversi mosso da cerchi concentrici, io immoto con l'anima e col corpo a cercare te. Fissavo le pozzanghere più grandi, nelle quali vedevo il riflesso d'un mondo al contrario. Quel mondo che forse finalmente per me vedevo nel modo giusto, come fosse la rivendicazione per questa vita che non è mai andata come doveva. Ma tu, come l'acqua ti prosciughi, evapori, sparisci. E a me non resta niente, se non quell'attanagliante senso di vuoto che mai si allevia ma che solo mi trascina nell'oblio del niente ogni qualvolta che piange il mondo.
Non ci sei stato, non ci sei, non ci sarai. Eppure, come un bambino che scopre ogni giorno nuovo il mondo,io continuo a cercarti nel fondo di una pozzanghera sporca in cui mi affaccio di soppiatto. Sto lì con il naso che è una freccia ad indicarmi le scarpe, mi vedo capovolto al contrario nel riflesso mio che si muove un poco.
Mi ti porto dentro e addosso, perché nelle vene il sangue che mi scorre è il tuo.
Non ci sei mai stato ma mai io potrò liberarmi davvero di te.

Storie breviWhere stories live. Discover now