Le quattro del mattino

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Sono le quattro del mattino, uno squillo metallico, il cuscino sulle orecchie a insonorizzare il mondo, le urla di mia madre che oltrepassano le pareti e vengono a disturbarmi il sonno, il pianto di mio fratello che sento solo a metà perché poi finisce la sua corsa soffocato nel cuscino e la morte, la morte che crede di aver vinto ogni cosa.
Sono le quattro del mattino, silenzio di tomba nella casa, ciclica disperazione dentro di me che rivivo tutto ancora svegliandomi sudato e affranto.
Dormo.
Sono le undici del mattino, ho addosso un paio di jeans e una maglietta. Piove. Sto seduto sulle scale di marmo che danno fuori la camera mortuaria, ti do le spalle.
Mi piove addosso, il cielo piange lacrime di bambino che io non mi sento di avere. Non piango che sono tutto un blocco di pietra e rimpianto. Le mie suole percorrono pochi passi e mi fermo all'uscio della porta dove stai tu, ti riconosco dalle punte delle scarpe che come frecce puntano alle stelle. Sono tutti dentro, seduti a semicerchio accanto a te. Entro, raccolgo una margherita arancione che era caduta a terra, ti scrivo una poesia su un quaderno che sta poggiato su un altarino perché solo quello so fare. Penso sia il giorno della morte, la sua vittoria. Ho la testa china che mi fa un male cane di dolore e nostalgia e non riesco a fare niente ma poi la vita mi sorprende.
Vedo mia nonna che sorride, non sta ferma, cammina avanti e indietro per la stanza e non vuole lasciarti un attimo da solo. Si sgretola dentro al mio cuore ogni mia convinzione.
Ha la faccia corrugata dal pianto e da una sofferenza che non posso capire. I lati della bocca tremano mentre si alzano a curvare un sorriso.
Poi fa un gesto che in vita mia mai potrò dimenticare:
Ti mette una mano sulle tue che stanno a incastrate in forma di preghiera e dice che sei freddo, poi come un tic le fa scoppiare una risata silenziosa sul volto.
Qualcuno la invita ad uscire, ma lei alza la testa con fermezza e io cosi capisco che la morte non è niente, confronto all'amore. Che la morte voleva vincerlo l'amore, ucciderlo e invece no, l'ha reso solo più forte.
La morte uccide l'amore e l'amore si raddoppia.
Dalle sue labbra escono come una musica parole che non posso scordare:
No, resto qui, forse si sveglia.
A ventidue anni capisco così, grazie alla morte, cos'è l'amore.

Storie breviWhere stories live. Discover now