Chapter 3

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Chapter 3

Londra, 2 dicembre 1856

«Non aver paura, sono una donna che vuole ripararsi dalla pioggia come te.» Due occhi verdi, brillanti come smeraldi, mi fissarono dolcemente. La donna mi sorrise e mi tranquillizzai.

«Credevo fosse un assassino.» sospirai ridendo. Lei fece altrettanto, rispondendo alla mia battuta. I suoi capelli scuri, lunghi e mossi erano bagnati, come il resto dei suoi abiti di lusso. Doveva essere una ricca borghese. Che ci faceva in un posto come quello?

«Piacere, sono Anna Wood.» mi porse una mano e la strinsi.

«Rosemary Mayer.» mi presentai.

«Cosa ci fa una ragazza come te a quest'ora della notte sotto un ponte?» domandò preoccupata.

«Potrei farle la stessa domanda.» sussurrai appena.

«Mi sono persa, stavo aspettando mio marito John, ma non so dove sia andato.» la sua confessione mi stupì.

«Vendo fiammiferi, fino alle 2 di notte c'è chi li compra per via dei lumi.» spiegai a mia volta. Un cipiglio si creò sul suo volto perfetto.

«Dovresti andare a scuola, non lavorare così tardi, è pericoloso.» il tremore nella sua voce espresse tutta la sua paura e il timore che aveva della notte.

«Ho 18 anni, Mrs Wood, vivo da sola e ho una sorella da crescere e mantenere.» perché stavo raccontando la mia vita ad una perfetta sconosciuta?

«E i tuoi genitori?» chiese sorpresa.

«Ci hanno abbandonate.» tagliai corto.

«Mi dispiace, Rosemary.» sospirò «Posso fare qualcosa per te?» un bel posto di lavoro?

«Nulla, Mrs Wood, non si preoccupi.» risposi decisa.

«Cosa fai per mantenere te e tua sorella?» tanto valeva parlare un po', visto che la pioggia non si decideva a smettere.

«Mr Benjamin, il panettiere ci da un tetto in cambio di lavoro nella sua bottega. Mr Adams, il calzolaio, mi da pochi spiccioli, Mr Cooks, mi paga bene una volta ogni tanto, quando devo pulire qualche camino. I fiammiferi sono la mia unica salvezza.» le parole uscirono di bocca leggere, come se la fatica a cui dovevo badare ogni santo giorno non mi pesasse.

«Sei una ragazza da ammirare.» disse dolcemente. Annuii in risposta, e mi godetti il silenzio della notte. Quando la pioggia finì di scendere, era già l'alba ed io non avevo chiuso occhio. Salutai Mrs Wood e mi recai alla bottega, pronta per lavorare. Mi cambiai e subito misi il grembiule, aiutando Mr Benjamin nel suo lavoro. Fu una giornata molto pensante anche da Mr Adams, in cui non trovai Mark. Era stato mandato in un paese qui vicino per prendere rifornimenti e prodotti utili alla bottega. Non sarebbe tornato per i prossimi 5 giorni. Mi mancò. Non c'era quell'aria piena di allegria che si respirava durante il lavoro, e non avevo neppure le sue attenzioni, i suoi sguardi pieni d'amore e i momenti imbarazzanti che susseguivano. Diana dopo i compiti si addormentò sul divano, e fui costretta a portarla a casa in braccio, mentre il rumore del suo respiro mi faceva compagnia durante il tragitto. Avrei dovuto vendere di nuovo i miei fiammiferi, ma iniziò a nevicare e non mi andava di restare sotto quel cielo a prendere freddo. Decisi di restare con Diana e dormire un po' di più recuperando il sonno della notte precedente. Mi avrebbe fatto sicuramente bene, e sarei stata più attiva a lavoro. Posizionai mia sorella sul suo letto, togliendole le scarpe e i vestiti, infilando poi una calda camicia da notte e rimboccandole le coperte. Mugolò un paio di volte, e sorrisi. Era così dolce con la bocca socchiusa e i capelli biondi che le ricadevano sul cuscino. Ero stata sempre convinta che lei in un'altra vita doveva assolutamente essere una principessa. Aveva l'aspetto e le qualità di una vera dama, soprattutto per la sua infinita generosità e bontà. La lasciai dormire, andando a lavarmi e rilassando un po'. Ne avevo proprio bisogno. Meritavo o no dei momenti anche per me dopo tutti i sacrifici che facevo per mantenerci? Guardai il soffitto bianco, pensandoci. Forse non stavo facendo abbastanza. Diana meritava degli abiti da principessa, un castello, un giardino enorme, e..affetto. L'unica cosa che al momento potevo permettermi. Ma le cose sarebbero cambiate prima o poi. Pregai il Dio, quella notte. Gli raccontai della nostra vita, di quello che avevamo passato a causa di Mrs Robinson, del nostro passato e della nostra condizione. Ricevetti solo silenzio in cambio, ma sperai con tutto il cuore che fosse un messaggio positivo, che in un modo o nell'altro avesse sentito le nostre suppliche.

Mr Benjamin aprì la bottega con ritardo quella mattina. Le condizioni di salute di sua moglie stavano peggiorando. Mi confessò che io e Diana non potevamo più vivere lì, perché quella stanza sarebbe servita alla sua dolce signora e in caso di estrema necessità lui sarebbe corso da lei. Deglutii a fatica quella notizia, ma accettai. Andai al piano di sopra e svegliai Diana. «Piccola, alzati su!» la richiamai dolcemente, sfiorando i lineamenti del suo bel viso. Grugnì ancora con gli occhi chiusi, e si girò dall'altra parte dandomi le spalle. Come avrei potuto dire ad una bambina che forse stanotte non avrebbe avuto un letto morbido e caldo in cui dormire? «Diana, oggi non potrai andare a scuola.» ogni bambino sognava di sentirsi dire quelle parole, ma non lei, non mia sorella. Amava i libri, e soprattutto l'istruzione.

«Perché?» scattò stropicciando i suoi occhi.

«Mr Benjamin non può più ospitarci. Ho bisogno di te, Diana. Dovremmo fare le valigie e andare a cercare un posto in cui passare la notte.» il suo sguardo si intristì.

«D'accordo.» sussurrò appena. Scese dal letto e andò in bagno a sistemarsi. Approfittai del momento per raccogliere le poche cose che possedevamo, inserendo il tutto in una borsa vecchia di stoffa. Ne presi due, una per le mie cose e una per Diana. Dovevo trovare una sistemazione più stabile.

«Rosemary, c'è qualcuno che ti cerca.» urlò Mr Benjamin dal piano di sotto.

«Arrivo!» risposi scendendo in fretta le scale. Quel che si presentò ai miei occhi fu sorprendente. La donna con cui avevo condiviso i miei problemi sotto un ponte quella notte, era di fronte a me in tutta la sua eleganza con un vestito color crema e dei ricami stupendi. I suoi capelli raccolti in uno chignon le contornavano perfettamente in viso, lasciando alcune ciocche ribelli cadere ai lati. I suoi occhi verdi mi fissarono stupiti e compassionevoli allo stesso tempo. Sembrava preoccupata.

«Lei è arrivata giusto in tempo, Mrs Wood. Ho appena detto con dispiacere a Rosemary che non può più vivere qui a causa delle condizioni di salute di mia moglie. Sono contento che sia lei a prendersi cura di questa fanciulla e sua sorella Diana.» guardai confusa Mr Benjamin che mi sorrise, salutando cordialmente Mrs Wood, e andando a servire i suoi clienti. Che stava succedendo?

«Buongiorno, Rosemary.» disse ad un tratto, notando il mio silenzio. «Mi dispiace davvero tanto, ma come promesso posso aiutarti. » scossi la testa.

«Non voglio la sua pietà, Mrs Wood. Io e Diana troveremo un letto in cui dormire e un posto caldo in cui stare.» ribattei decisa.

«Non dovresti più preoccuparti di nulla. Ti accoglierei in casa mia, e baderei a tua sorella occupandomi anche della sua istruzione. Non chiedo nulla in cambio. Voglio solo porgervi una mano.» mormorò sorridendo.

«No, Mrs Wood. So badare benissimo a me e Diana. Non abbiamo bisogno di nulla.» scattai. Lei sospirò pesantemente, non scomponendosi neppure di un centimetro. La piccola Diana mi raggiunse, sorridendo alla donna di fronte a noi.

«Ehi, principessa. Tu devi essere Diana, giusto?» cercò di comprare la simpatia di mia sorella, e non potei che arrabbiarmi.

«Sì, sono io. Piacere, Signora.» esordì gentilmente con voce amorevole.

«Rosemary, fallo per lei.» in poco tempo era riuscita a scoprire il mio punto debole. Certo, la sua proposta era molto allettante, avrei avuto una casa e una dimora fissa in cui poter crescere Diana nei migliore dei modi. Ero certa che Mrs Wood avesse una villa enorme in cui vivere.

«Voglio lavorare per lei, in cambio. Sarò qualsiasi cosa, ma mi permetta di aiutarla.» Mrs Wood annuì.

«Se questo è l'unico modo per avervi con me, allora accetterò.» sorrise dolcemente «Vi aspetto fuori.»

Camelia ∞Where stories live. Discover now