Chapter 4

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Chapter 4

Londra, dicembre 1856.

Villa Wood.

Recitava l'enorme scritta sul muro di quella bellissima casa in cui io e Diana avremmo vissuto. Quando i miei piedi entrarono in contatto con la ghiaia, una sensazione di serenità mi invase. Finalmente, dopo molte peripezie avremmo trovato la pace tanta ricercata. I muri ingialliti per via del tempo dimostrarono l'età di quella casa, più vecchia di molti anni, forse vissuta da parecchie generazioni. Eppure era stupenda, quel tocco antico le dava fascino. Diana strinse la mia mano, timorosa di quella maestosità che ci sommerse. Camminammo una accanto all'altra con le nostre valigie in mano, e Mrs Wood a farci da guida. I suoi passi decisi fecero capire quanto lei si sentisse parte di questo posto. Lo conosceva a memoria, e questo fattore le dava sicurezza. L'enorme ingresso ci accolse amorevolmente, nonostante ci sentissimo piccole in confronto all'immensa scala che portava al piano di sopra. Anna Wood continuò a camminare davanti a noi, dirigendoci verso quelle che pensai fosse la nostra camera, ma c'era solo un letto a baldacchino in legno scuro, e le pareti erano tinte in rosa chiaro. Alcuni giochi erano sparsi sul pavimento e una casa delle bambole enorme si trovava alla nostra destra. Quella era la stanza di Diana, era ovvio. L'enorme baule ai piedi del letto nascondeva altri giochi stupendi che mia sorella aveva sognato per anni, e adesso tutto ciò che aveva sempre desiderato era di fronte a lei. Anna Wood sorrise, felice di aver dato a Diana un paradiso tutto suo. Lo stupore che vidi sul viso della mia piccolina fu immenso, ed io rimasi contenta di aver fatto la scelta giusta, per lei e per me.

«Spero che sia di tuo gradimento, Diana.» disse, prendendo la sua mano e portandola verso la finestra. «Da qui si vede tutto il giardino dove potrai andare a giocare ogni volta che vorrai.» le sorrise, ricevendo in cambio tutta la devozione di Diana.

«Grazie, Mrs Wood.» rispose gentile, cercando di contenere tutto il suo entusiasmo.

«Chiamami pure Anna, d'accordo?» lei annuì. «Adesso devo far vedere a Rosemary la sua camera, torniamo subito.» accarezzò qualche ciocca color oro di Diana «Tu nel frattempo esplora un po'.» indicò i giochi intorno a noi. Mia sorella sorrise di nuovo, e si avvicinò alla sua casa delle bambole.

«Seguimi, Rosemary.» acconsentii alle parole di Anna Wood, tenendo il passo con la sua andatura. Scendemmo di nuovo le scale, e attraversammo l'enorme salotto, fino a raggiungere una porta che condusse ad un corridoio lunghissimo. Lo percorremmo tutto, valicando infine l'ultimo accesso. Stavolta quella era la mia camera, con le pareti abbastanza chiare, e il letto enorme al centro. L'armadio era in legno antico, e anche il mobile accanto ad esso che incorniciava poi lo specchio.

«Il bagno è alla tua sinistra.» indicò una porta dentro la stanza, ed annuii. «Spero vada bene per te.» mi girai verso di lei.

«Va benissimo, davvero. È già troppo, non si doveva disturbare così tanto per Diana.» lei scosse la testa. I suoi occhi verdi si illuminarono di..tristezza?

«Quella stanza apparteneva a mia figlia, Diana le assomiglia così tanto..Ringrazio Dio per avermi fatto incontrare te e tua sorella. Mi fa bene riavere mia figlia in casa.» confusa e allibita dalla sua confessione, volevo trovare un modo per farmi dire di più, ma poi pensai che era come invadere un pezzo della sua privacy e mi trattenni. Qualsiasi cosa significasse per lei, doveva essere davvero importante.

«Voglio farlo, Rosemary. Voglio prendermi cura di Diana come avrei fatto con Charlotte.» l'ascoltai, comprendendo tutta la sua volontà.

«D'accordo, ma ricambierò. E' questo il nostro patto.» lei annuì.

«Dentro l'armadio troverai la tua uniforme, Mrs Cassia ti aspetta in sala da pranzo.» sospirò «Sai benissimo che non c'è motivo, Rosemary. Quando vorrai smettere di lavorare, in qualsiasi momento, be' ne abbiamo già discusso.»

«Lo so, Mrs Wood, ma non mi sembra giusto approfittare della sua gentilezza e disponibilità.» rimase a fissarmi per qualche attimo, fino a quando le sue labbra non si curvarono in un sorriso.

«Ti ammiro.» mormorò. Le sue parole vibrarono in aria perché qualcuno interruppe la nostra conversazione.

«Mamma, finalmente ti ho trovata!» un ragazzo entrò di tutta fretta nella stanza, e si posizionò accanto ad Anna Wood non accorgendosi della mia presenza.

«Charles, stavo parlando con Rosemary. Sua sorella e lei vivranno qui, da oggi in poi.» lui scosse la testa confuso, ma poi si girò verso di me puntandomi i suoi occhi azzurri. Mi sentii a disagio, era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Certo, Mark era davvero molto bello, ma nulla in confronto a Charles, come l'aveva chiamato sua madre. Aveva i capelli di un marrone scuro, forse per via della luce debole della stanza, in contrasto con gli occhi azzurri che gli conferivano ancora più fascino, un corpo possente e l'altezza che incombeva sulla mia. Pensai che avesse all'incirca 23 anni, o poco più, ma sembrava già un uomo d'affari vissuto a causa dei suoi abiti e della barbetta che contornava il suo viso. Non capii bene perché il mondo intorno a noi si era fermato, e lui bloccato sui suoi passi, occhi negli occhi con i miei. Abbassai lo sguardo, imbarazzata, e posai la mia borsa sul letto, togliendomi da quella situazione pesante. Ma sentii il suo sguardo infuocarmi la schiena, e il suo respiro forte.

«Lei è Rosemary, sua sorella dormirà nella camera di Charlotte.» fu Anna Wood a spezzare l'incantesimo tra di noi. Vidi il corpo di Charles irrigidirsi, e la mascella serrata. Non fece altro che annuire, senza mai presentarsi a me.

«Lui è Charles, mio figlio. Si occupa dell'azienda di vini della nostra famiglia, e lavora in quel grande capannone che vedi dalla finestra. Ma non badare alla sua presenza, è come se non fosse mai in casa.» rise, cercando di alleggerire la tensione in aria. Le rivolsi un sorriso tirato, senza mai aprir bocca. «Bene, adesso ti lasciamo da sola. Ci vediamo dopo.» Annuii alle sue parole, mentre li vidi andar via. Gettai fuori tutta l'aria dai polmoni e mi lasciai andare sul letto.

Camelia ∞Where stories live. Discover now