Chapter 8

4.3K 317 27
                                    

Chapter 8

Villa Wood

Restai immobile sul letto per tutto il tempo che un dottore, chiamato da Anna, mi visitasse. Era solo una piccola distorsione che sarebbe passata a breve, non avevo bisogno di nulla, se non di riposo per qualche giorno. Quindi momentaneamente ero esonerata dai mestieri domestici e dalla mia lezione di "Buone maniere" escogitata da Mrs Cassia per "addestrarmi". Certo, il termine che aveva usato era molto militaresco, ma diceva che ero un caso perso ed eccellente. Contraddittoria insomma. Avrei imparato alla svelta se avessi messo da parte il mio carattere ribelle. Non mi piaceva affatto essere trattata come una ragazzina che lottava contro la vita, anche se ciò era vero, preferivo che mi riservassero il trattamento che davano a tutti gli altri. Non ero diversa dalla maggior parte delle persone, in fondo. Avevo solo qualche piccolo problema in più, che non avrebbe di certo ostacolato la mia condizione. Anna aveva deciso tutto questo senza esitazioni, teneva molto alla mia salute..come Charles. Lui e la madre furono gli unici presenti in quella camera, oltre al dottore. E quando venne accompagnato fuori, Anna Wood, donna premurosa, lo condusse con molta eleganza. Si capiva bene che erano amici di vecchia data. A volte si lanciavano occhiate d'intesa, senza che io sapessi di cosa si trattasse. C'era qualcosa che mi stavano nascondendo, e dovevo scoprire cosa, perché tutti in questa casa mi trattavano come una bambola di porcellana, pronta a rompersi. Charles si sedette a bordo letto quando la madre fu andata via. Posizionò una mano sulla mia gamba e mi guardò intensamente. Venni sopraffatta da mille emozioni di cui non capivo la provenienza.

«È tutta colpa mia, Rose.» scosse la testa. «Devi stare lontana da me, capito? Non voglio farti del male..tu sei..tu sei..» non riuscì a completare la frase perché troppo scosso. Quindi si alzò di scatto e mi lasciò sola in quella stanza andando via con passo felpato. Se c'era una cosa al mondo che non riuscivo a comprendere, era proprio il suo atteggiamento. Che mi nascondesse qualcosa anche lui? Confusa e stanca, coprii il mio corpo con la coperta, visto che avevo abbastanza freddo, e aspettai con ansia l'arrivo di Diana, mia sorella. Volevo solo vedere il suo sorriso irradiarle il volto, e sentire la sua splendida voce. Era la mia medicina, la cura ad ogni male. Quando bussarono alla porta, felice sorrisi, sperando che fosse Diana. Ne avevo proprio bisogno. Ma il corpo di Mrs Cassia invase la mia stanza con un vaso e un bel mazzo di fiori che portava in mano. Delusa, mi lasciai andare sul letto, aspettando che lei sistemasse il tutto sul mio comodino. Quei fiori erano bellissimi, bianchi, ed emanavano un dolce profumo. Erano camelie? Non me ne intendevo molto, ma solo il giusto. Dalla forma dovevano essere proprio loro.

«Ecco, così rallegriamo un po' questo ambiente tetro.» Mrs Cassia mi sorrise, odorando un fiore.

«Sono camelie?» domandai curiosa. Lei annuì.

«Mi sorprende molto il fatto che una ragazza come te sappia di che fiore si tratti. Non tutte riconoscono questo essere speciale.» Accarezzò con le punta delle dita un petalo bianco, e rivolse la sua attenzione a me, in attesa di una risposta, pensai.

«Al London Orphanege crescevano in una parte remota del giardino.» dissi, ricordando spiacevoli momenti in quell'edificio. Rabbrividivo ancora al solo pensiero dei passi di Mrs Robinson dietro la porta, la notte.

«Non deve essere stato facile per te vivere lì per anni..» sospirò tristemente.

«No, ma avevo mia sorella da proteggere e dovevo lottare per lei in un modo o nell'altro.» risposi fugace. Stavo cercando in tutti i modi di tenere il mio passato lontano dal mio futuro, e non dovevo cedere proprio adesso.

«Sei davvero una ragazza da ammirare, Rosemary. Certo, cadi per cose banali, però non sei poi così sbadata.» rise.

«Be' non è colpa mia se..» mi bloccai, non dovevo raccontare a nessuno cos'era successo in quella tenuta con Charles. Avevo avuto davvero molta paura per il suo cambiamento di umore, un minuto dolce, l'altro severo e poi ancora dolce, prendendosi cura di me. Aveva una personalità bipolare o c'era un segreto dietro tutto questo? Ero sempre più convinta che Anna Wood conosceva qualcuno della mia famiglia. Forse era per questo che mi stava aiutando, con Diana..con tutto. Era solo un mio pensiero, ma non mi lasciava mai. Mi torturava da quando ero arrivata qui, immersa in tutto questo lusso, Anna premurosa nei miei confronti.

«Tranquilla, non devi darmi spiegazioni. Conosco Charles da molto tempo, anche prima che nascesse. Stai attenta con lui, non è cattivo, è solo molto..insolito.» Era la seconda persona che diceva di stare lontana da lui, di stare "attenta". C'era qualcosa che non andava, questo era certo.

«Perché si comporta così stranamente?» domandai, sperando che potesse risolvere uno dei miei dubbi.

«Da quando è morta sua sorella, è cambiato. Mrs Anna è cambiata. Tutta questa casa, l'ambiente, noi persone che lavoriamo qui dentro siamo cambiate. Quella bambina era la reincarnazione del sole. Non c'era un giorno in cui non sorrideva e..adorava tanto la camelia. Mrs Anna ha fatto coltivare un intero giardino con quei fiori dopo la sua morte. Dice sempre che le ricorda tanto l'odore della pelle di sua figlia.»

«Qual è il significato di quel fiore?»

«Il mio destino è nelle tue mani.» disse dolcemente.

«Perché Mrs Wood lo paragona tanto alla propria figlia?»

«Pensa che Charlotte giochi in giardino, a volte la sente ridere.» bizzarro, molto bizzarro. «Mrs Wood non è pazza, sente solo la mancanza di sua figlia. Lei sa che il suo destino è nella mani di Charlotte, adesso nella piccola Diana.»

«Diana? Mia sorella non dovrebbe prendere parte a questa situazione, è una bambina.» mi accigliai.

«Rosemary, tua sorella è uguale a Charlotte. I lunghi capelli biondi ondulati, gli occhi azzurri. Quando l'ho vista, pensavo di star sognando.» cosa? Diana uguale a Charlotte, la figlia di Mrs Anna e sorella di Charles?

«Non è possibile, Diana ha vissuto con me sin da piccola. Appartiene ad un'altra famiglia, ai Mayer.»

«Sei proprio sicura che sia tua sorella? Esteticamente non avete nessun tratto in comune, non si direbbe.» No, no, no, no. I miei dubbi stavano tornando a galla. Possibile che mi avevano mentito sin dalla sua nascita? Nelle vene di Diana scorreva davvero il sangue dei Mayer?

«Mrs Cassia, abbiamo bisogno di lei in sala pranzo.» la voce di Sophia ci fece sobbalzare entrambe, troppo immerse in quel discorso coinvolgente. Non mi accorsi neppure che era entrata in camera, senza aver fatto il ben che minimo rumore.

«Arrivo.» rispose prontamente. Sophia annuì e ci lasciò sole. «Adesso devo andare, Rosemary. Tornerò più tardi con qualcosa da mangiare.»

«E Diana? Quando potrò vederla?»

«Presto..» rispose «..o almeno, spero.»

Camelia ∞Where stories live. Discover now