Chapter 9

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Capitolo 9

Villa Wood.

Quando Mrs Cassia lasciò con passo felpato la mia stanza, il mio corpo sprofondò tra le coperte. Mi coprii perfino il viso con la stoffa calda e setosa. Volevo semplicemente alzarmi da questo letto, prendere Diana e andare il più lontano possibile da tutta questa situazione assurdo. Mia sorella era uguale a Charlotte, la figlia di Mrs Anna Wood e sorella di Charles. Mi fidavo delle parole di Mrs Cassia, ma dovevo vedere con i miei occhi quella bambina così identica a Diana. In questa casa, da qualche parte, Anna doveva pur tenere una foto o un ritratto della figlia. Ne ero più che sicura. Pensai bene di alzarmi e andare in giro per la villa, visto che tutti erano occupati per il pranzo. Ma la caviglia faceva ancora molto male e dovevo semplicemente trovare un bastone o qualcosa in cui potermi appoggiare e fare meno fatica. Era giusto pensare a Diana in questo momento, e volevo davvero vederla.

Bussarono alla porta, e felice che potesse essere proprio lei risposi: «Avanti!»

Quello che invece mi colpii, fu il fatto che Charles era lì, insieme ad un vassoio pieno di prelibatezze.

«Brodo di pollo e ottimo pane fatto in casa.» esultò, sorridendomi. Perché era qui?

«Non è compito tuo portarmi da mangiare.» dissi, confusa.

«Rosemary, degusta questo ottimo cibo e basta.» rispose, sedendosi sul mio letto e appoggiandomi il vassoio sulle gambe. «Fai attenzione, è molto caldo.» m’informò.

«Grazie.» mormorai timidamente. Presi il cucchiaio e iniziai a mangiare con Charles che non smetteva di fissarmi. Quindi decisi di smettere e guardarlo negli occhi come lui stesso stava facendo. Mrs Cassia aveva ragione, era un tipo un po’ strano e bizzarro. Non riuscivo a capire cosa lo tormentasse e perché stesse qui al posto di fare cose più belle e degne di un uomo come lui.

«Non ti piace?» chiese preoccupato. «Vorresti una minestra calda, del pollo o della carne rossa? Qualsiasi cosa tu voglia, Rosemary.»

«No, è tutto squisito.» mi affrettai a dire per interrompere le sue infinite domande.

«Allora cosa ti turba?»

«Nulla.» dissi, cercando di non mostrare nessuna delle mie preoccupazioni.

«Sicura? Puoi dirmi tutto. Posso anche aiutarti se vuoi.» Certo, l’aiuto di Charles sarebbe stato una buona cosa, e soprattutto sarei potuta arrivare alla verità molto prima del previsto. Ma avevo paura che lui non collaborasse con me, e che toccare l’argomento “Charlotte” avrebbe smosso in lui diverse emozioni, tra cui la rabbia.

«Non fa nulla, ma ti ringrazio, Charles.»

«Insisto, voglio davvero aiutarti. Non fa bene restare agitati per un malinteso.» spiegò sicuro di sé. Non aveva tutti i torti in fondo..e se avesse davvero avuto ragione?

«D’accordo, ma promettimi che non ti infurierai.» Charles scosse la testa, confuso.

«D’accordo.» Deglutii la saliva che avevo in gola, e cercai le parole adatte per non scatenare in lui rabbia e dolore.

«Diana, credono che non sia mia sorella. Mrs Cassia ha detto che assomiglia molto a Charlotte.»

«Quella donna, non sa farsi mai gli affari suoi!» borbottò prontamente «Non pensarci, Rosemary. Non è assolutamente vero.» mi assicurò, evidentemente scosso dall’aver nominato sua sorella. «Adesso... be’ adesso devo proprio andare, ci vediamo più tardi.» balbettò nervosamente. Si alzò dal mio letto e velocemente arrivò alla porta, come se stesse scappando via a gambe elevate o peggio, stesse nascondendomi qualcosa che avrei dovuto conoscere. Lui sapeva.

«Charles!» lo richiamai. Lui si girò lentamente verso il letto in attesa di sentire le mie parole «Grazie mille.» dissi semplicemente. Charles non disse nulla, annuì solamente e mi rivolse un sorriso tirato. Poi scomparì, lasciandomi perplessa e piena di nuovi dubbi che dovevo risolvere. Se volevo davvero venire a capo di questa situazione, dovevo muovermi da sola ed agire con assoluta discretezza. Il potere di essere una cameriera poteva aiutarmi in questa missione.

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