Capitolo 48

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-"Patrick avrà anche tanti soldi da darti, ma io ora ho in mano la tua vita e ciò significa che farai quello che ti dico io. Vediamo di andare d'accordo, a meno che tu non voglia morire dissanguato.
E credimi ti accoltellerei e ti guarderei perdere ogni millilitro del tuo sangue."

Lui mi guarda sorpreso ma sorride quasi divertito:"Io ho una proposta migliore da farti, anzi un consiglio. Fossi in te, scapperei ora, la gente di Patrick sarà qui a momenti."

-"Dammi la tua pistola." dico.

-"Cosa? No."

-"Dammi la tua pistola, cazzo." dico premendo il coltello sulla sua gola.

-"Ahia, okay, okay. Prendila." dice indicandomela con lo sguardo.

La prendo, tolgo il coltello dalla gola ma gli punto la pistola contro.

-"Allontanati." dico mentre lo vedo fare passi indietro.

Tenendo lo sguardo fisso su di lui, con la mano cerco la maniglia della porta e la chiave.
Giro la chiave, apro la porta e prima di uscire dico:"Non ho finito con te, credimi, appena tornerò a casa, chiedere a mio padre di ucciderti sarà la prima cosa che farò."

Chiudo la porta, chiudendolo a chiave per fare in modo che non mi segua.

Corro fuori dal palazzo nascondendo la pistola sotto la maglietta, proprio in questo esatto momento vedo le macchina degli uomini di Patrick parcheggiare davanti a me.

Senza pensarci due volte mi metto a correre per le strade rischiando di travolgere la gente che passa.
Dire che questa città è affollata è il minimo, c'è un continuo via vai di persone e auto per tutte le vie.

Continuo a correre senza una meta ben precisa. Non ho idea di dove andare.
Alla polizia non se ne parla, dovrei raggiungere il municipio dove mi aspettano gli uomini dei miei genitori e alcuni dei ragazzi ma non so dove sia il municipio e non ho a disposizione abbastanza tempo per fermarmi a chiedere dato che sento le auto dei uomini di Patrick dietro di me.

Continuo ad attraversare strade e strade ma senza grandi novità sul da farsi. Sono ancora sul punto di partenza, senza un posto in cui andare.

L'agitazione inizia a crescere mentre la mia speranza di tornare a casa a diminuire.

Se non sono al sicuro alla stazione di polizia, dove sarò al sicuro?

Mentre corro, non faccio attenzione attenzione attraversando una delle strade e sento un'auto fermarsi ad un millimetro da me sfiorandomi le gambe.

Poggio le mani sul cofano della macchina per non cadere mentre sento il mio cuore andare a mille.

Dio, stava per investirmi.

Alzo lo sguardo pronta ad urlare contro chiunque sia alla guida ma quando vedo il volto di Zayn resto per qualche secondo imbambolata.

Prima di crederci per davvero, mi chiedo solo se l'auto non mi abbia investita sul serio e questo non sia il paradiso. O comunque qualche sorta di allucinazione.

Di fianco a Zayn c'è Cameron che guarda forse anche più sorpreso di Zayn.

Vedo l'auto degli uomini di Patrick dirigersi verso di noi e sia Cameron che Zayn mi fanno segno con le mani e le braccia di salire nell'auto.

How deep is your love? 2 || Where stories live. Discover now