Capitolo 57

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Raccolgo il foglio da terra mentre sento il battito del mio cuore accelerare.

Non mi accorgo nemmeno della porta di casa che sbatte e dei passi nel corridoio fino a quando non sento Zayn urlare:"Michelle, sei a casa? Ho lasciato il telefono nella tua borsa."

Scaccio via le lacrime che avevo accumulato negli occhi ed esco dalla stanza.

Lo incrocio nel corridoio, lui mi sorride mentre ansima per la corsa che si è fatto mentre io senza dire una parola prendo la mia borsa ridandogli il telefono.

-"Ti muovi tu? Ancora quante assenza vuoi fare al college?" chiede vedendomi in pigiama.

-"Cosa? Ehm si. Ora arrivo."

-"Cos'è quella faccia? Sei pallidissima."

-"No, è che ho ancora sonno. Vai, altrimenti farai ritardo anche tu."

-"Okay, ci vediamo dopo." corre giù per le scale.

Oh mio Dio.

Come può succedermi tutto questo? Come è possibile?

Mi siedo sulle scale leggendo ogni frase di quei fogli mentre non riesco a fermare le lacrime che mi scorrono sulle guance.

Dopo essermi presa una bella mezz'ora per assimilare la cosa e per piangere a dirotto, decido di chiamare Taylor.

-Taylor.

-Si? Dimmi veloce che sto entrando in classe. dice mentre sento le voci di tutti gli altri studenti in sottofondo.

-Torna a casa.

-Che? Perché?

-È successa una cosa, e ho bisogno di te subito, non dire niente a nessuno. È urgente. mento.

-Dio, okay, sto arrivando, tranquilla.

Chiudo la chiamata mentre mi chiedo come affrontare la cosa.

Come ha potuto nascondermelo?

Faccio avanti e indietro per le scale per 10 minuti fino a quando non sento la porta aprirsi e richiudersi.

-"Michelle? Dove sei? Che succede?" chiede Taylor mentre io scendo di nuovo al piano di sotto.

Quando mi vede aggrotta le sopracciglia.

-"Perché piangi? Cosa è successo?" chiede.

-"Dimmelo tu cosa è successo, cazzo." sbotto urlandogli contro e scoppiando di nuovo in lacrime mentre gli lancio addosso i fogli.

Li alza e sospira sogghignando.

-"Cosa ci facevi nella mia stanza?"

-"Ha importanza? Taylor, ti prego. Dimmi che non è vero." urlo.

-"Tumore ai polmoni, quarto e ultimo stadio." dice guardandomi negli occhi.

-"Ai polmoni? Oh mio Dio, quarto stadio? Taylor, da quanto lo sai?" chiedo.

-"Poco, 5 mesi." spiega.

-"5 mesi? E non mi hai detto niente? Taylor, perché cazzo io non ne so niente? Perché cazzo stai cercando di affrontare la cosa da solo?"

-"Perché è la mia malattia, i miei polmoni. E quello che morirà sono io, non c'è nessun altro che deve affrontare la cosa oltre a me."

-"Non morirai, puoi curarlo. Migliaia di persone hanno avuto tumori e ora stanno bene."

-"I miei polmoni sono pieni di merda, la situazione è insalvabile, non mi hanno mai dato troppe speranze, hanno provato a curarmi ma non c'è niente che si possa fare." dice.

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