Capitolo 2

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Mi allontano dalla figura di Laito, decisamente furioso.
Sono nella cacca fino al collo: occhi di volpe ha sempre pensato di avere la meglio su di me e sapere che in qualche modo lo utilizzo per i miei scopi, non gli sta bene.
"L-Laito m-mi dispiace, ma ho dovuto" parlo con voce terrorizzata.
"Little bitch prova a disobbedirmi adesso e ti posso assicurare che non ne uscirai viva.
La punizione che ti infliggerò ora sarà decisamente peggiore di tutte le altre volte." Mi dice gelido.
"Laito sai che non c'è n'è bisogno." Dico spaventata.
"Ah si eh? Ora mi temi?" Mi chiede a metà tra il divertito e il furioso.
"No" Rispondo.
"Va' sul letto Little bitch" mi ordina, togliendosi il capello.
E quando si toglie il cappello capisco che per me è la fine.
"Non voglio!" Lo contraddico subito e sul suo volto si forma un cipiglio minaccioso.
"Va sul letto adesso" mi ordina di nuovo.
"Non costringermi a portartici di peso." Aggiunge sgranchendo le mani.
Faccio come dico, tremando.
Un conto è vedere un Laito calmo e pacato, un conto è vedere un Laito violento e sadomaso.
Mi siedo sul letto, mordendomi le labbra e noto  che si è tolto la camicia e la cravatta rossa.
Rimango imbambolata ad osservare il suo fisico statuario e mi pare di sentire un po' di bava scendere dalla mia bocca, nonostante la paura.
È pallido, molto pallido e la sua carnagione chiarissima è nettamente in contrasto con gli occhi verdi smeraldo.
Le sue labbra rosse si distendono in un sorriso malizioso e sadico che mi fa accapponare la pelle.
"Little bitch preparati ad entrare nel mio mondo, nel mio inferno personale." Mi dice osservandomi.
"Laito per favore... " lo imploro.
"Hai disubbidito, Little bitch e le cattive ragazze vanno punite."
"Non ho infranto alcun patto!" Ringhio.
"Oh si che lo hai fatto little bitch, utilizzarmi per darti piacere non rientrava nei miei piani.
Mi hai stupito, sono sincero.. sapevo che alla fine non eri così innocente." Mi dice malizioso.
"Perché io Laito?" Domando, non opponendo resistenza quando lo vedo legarmi i polsi sopra la testa alle sbarre del letto, insieme ai piedi.
Maledizione mi sembro una sardina.
"Ma ti eccito davvero? Mi sembro un po' una salsiccia, un insaccato." Commento storcendo la bocca, facendolo scoppiare a ridere.
"Sei tutt'altro credimi: sei così magra che rimane poco da toccare." Mi dice, facendomi arrossire.
"Ora.. sei pronta?" Mi domanda.
"Poco" rispondo, irritata, guardandolo storta.
Lo vedo prendere la sua cravatta e tapparmi gli occhi.
"Gesù cristo non ci posso credere che tu lo stia facendo davvero" dico nervosa.
Il cuore mi batte a mille, l'ansia e la paura mi investono.
Puntualmente le cicatrici che ho su tutta la schiena bruciano e il cuore mi balza in gola.
Tanto caritevoli in quella maledetta Chiesa non erano e per punirmi mi costringevano a inginocchiarmi e mi frustavano per espiare le mie colpe.
"Già così agitata?" Mi domande divertito.
"Slegami per favore, ti scongiuro." Lo prego mentre la paura mi fa sudare le mani.
Immagini sfocate sul mio passato, sulle loro punizioni, sugli abusi.
Quella non era una chiesa normale.
"Laito ti prego..." gli occhi iniziano a lacrimare senza che io possa fare niente.
"Adoro sentire la tua voce che mi implora di smetterla." Mi dice, mentre lo sento armeggiare con qualcosa.
Improvvisamente un dolore incredibile mi colpisce la gamba e urlo di dolore.
"Che cazzo era?!" Domando, respirando pesantemente.
"Niente di nuovo, lascia che senta la tua voce implorarmi di smettere." Mi dice con tono di voce malizioso.
Mi mordo le labbra per il dolore.
Un secondo colpo colpisce il mio seno e di nuovo strillo.
"Laito per favore basta, fa male" piango.
"Deve farti male." Mi dice.
Maledizione.
Mi slega e mi fa girare a pancia giù, rilegandomi mani e piedi.
"Hai proprio un bel culo niente da dire" mi dice.
Mi accarezza le cicatrici sulla schiena e piango silenziosamente.
"Non mi hai mai raccontato come te le hanno fatte." Mi dice, continuando a toccarle.
"Non toccarle per favore, mi riportano alla mente momenti non piacevoli." Lo prego.
"Sembra tipo... colpi di frusta... possibile?" Mi domanda.
Non rispondo e lui decide di non andare oltre.
Improvvisamente un dolore peggiore di quelli che avevo mai provato in vita mia mi colpisce il sedere.
Stringo forte il cuscino tra le dita piangendo e singhiozzando.
"Laito per favore basta!" Imploro distrutta.
"Non mentirmi bitch chan... sei un fiume in piena." Mi dice toccandomi.
Cosa?! Come è possibile?!
"Ma se piango da mezz'ora come posso essere fradicia?!" Ringhio dolorante.
"Magari menti a te stessa, ma il tuo corpo sa esattamente cosa vuole e non mi sembra che gli dispiaccia tanto. " mi dice ridendo e posando un bacio delicato sul mio sedere accaldato per il colpo.
"Laito..." lo imploro sentendo le forze venirmi meno.
"No little bitch ancora non sono soddisfatto a dovere." Ribatte.
Mi slega e toglie la cravatta dai miei occhi.
Immediatamente mi giro per vedere cosa ha in mano e noto a mio dispiacere una frusta.
Mi perdo nei ricordi.

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