Capitolo 26

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"Dai ragazzi! Soffiate sulle candele!"dico divertita ai gemelli.
Loro soffiano un numero per uno e li bacio sulla guancia: ahh tre anni!
Oggi compiono tre anni e vi posso assicurare che sembra che ne abbiano 9 da quanto sono cresciuti.
"Little bitch sei in mezzo alla foto"dice Laito.
"Hei! Io sono la queen indiscussa!"ribatto col sorriso.
"Spostati egocentrica."
"Subito".
Mi levo dal mezzo e mentre preparo i piattini per la terra la mia collana che ormai porto fissa, si accende.
Maledizione! Ci voleva solo l'attacco di sete adesso.
Le mani mi tremano e i piatti mi cascano dalle mani, rompendosi in mille pezzi e creando un caos esorbitante.
"S-scusate."
"Little bitch tutto bene?"domanda Laito.
Nego con la testa sentendo la gola farsi sempre più secca.
Controllare la mia sete non è più stato facile: ringrazierò sempre mia madre per avermi dato questa collana che è in grado almeno in parte di controllare i miei impulsi.
Il marchio brucia, scotta con così tanto ardore che mi mordo le labbra piccata.
"Andiamo".
Laito mi prende in braccio e mi porta in camera, liberandosi  della maglia e sdraiandosi sul letto.
Infilo i miei canini dentro la sua pelle, ma il marchio sembra bruciare sempre di piu, facendomi ingurgitare giusto due gocce di sangue.
Mi tocco il collo che scotta come se avessi l'inferno nelle vene.
Ho bisogno di spazio prima di tutto e di aria fresca: Laito ripete sempre le stesse azioni, a memoria.
A distanza di 3 anni ancora non mi sono placata, la mia sete incontrollabile diventa gestibile in alcuni momenti e il "collare" che porto è l'unica arma in grado di fermarmi.
Il marchio ormai fa parte di me, sembra quasi che l'abbia tatuato sul collo.
La brezza invernale giunge al mio volto, rinfrescandolo e raffreddando il mio spirito.
Sospiro: l'ho scampata di nuovo.
Mi accarezzo il marchio, profondamente delusa da me stessa.
"Ancora non sono riuscita controllarmi"affermo.
"Ci vuole tempo."
Laito mi stampa un bacio sulla fronte e scendiamo di nuovo.
"Il marchio è acceso.. non riesci ancora a controllarti?"domanda Mad con il piccolo in braccio.
Ebbene sì: ha partorito da un bel pezzo e il pargolo che hanno chiamato Ryo, giusto per confonderlo  con Ren, è tutto uguale a suo padre, per l'esclusione degli occhi che ha preso una dalla madre e uno dal padre: l'occhio destro è di un verde brillante, diverso da Laito, l'occhio sinistro di un azzurro cielo, simile a quello di Ren.
Anche Ryo ha l'eterocromia, e essendo che i due piccoli si somigliano molto, a volte prendo in braccio Ryo al posto di Ren e Mad viceversa.
"Maledizione Mad! Ma proprio uguale a mio figlio dovevi farlo il pargolo?"domando, dopo essermi resa conto che tra le braccia ho suo figlio, che però non sembra lamentarsi.
"Perdonami Ryo"dico, agguantando Ren prima che possa cadere con la faccia sulla torta che sta mangiando.
Nives è seduta elegantemente sulla sedia, con il suo cappellino, la sua treccia e il suo stile "dandy" che ha preso dal padre.
Ride come il padre, pensa(purtroppo) come il padre, è identica al padre, da me ha preso solo l'altezza.
Sospiro e mangio sconsolata la mia torta, mentre vedo Ryo e Nives giocare tra di loro.
"Non hai risposto alla mia domanda"ribatte mamma Mad.
"No Mad, non ci riesco e questa situazione mi sta altamente rompendo il cazzo" confesso irritata.
"Tesoro con calma, non puoi pretendere che la tua sete diminuisca da un momento all'altro" mi ammonisce Laito.
Sbuffo, intrecciando le nostre mani.
La serata passa tranquilla e dopo averli messi a nanna, Laito arriva nella nostra stanza e si appoggia allo stipite della porta con fare sexy.
"Bagno di mezzanotte?"domanda.
Annuisco e mi reco verso la vasca, ma Laito mi stoppa.
"Non bagno nella vasca Little bitch, bagno nel lago."
Oh.
Mi sto per infilare il costume.
"Nudi"afferma.
Spalanco la bocca.
"Ci stai?"domanda malizioso.
Annuisco.
Ci rechiamo al lago e timorosa mi spoglio: sono nuda, completamente e Laito uguale.
Mi prende in braccio e sento attraverso la superficie dell'acqua la sua pelle a contatto con la mia.
Divento bordeaux.
Ad un certo punto lo sento scivolare dentro di me e annaspo, facendomi andare di traverso l'acqua.
"Ti piace la sensazione Little bitch?"
"Si"rispondo flebile.
Mi trascina in acque più basse e mi fa sua.
La sua pelle bagnata struscia contro la mia, accaldata.
I suoi occhi risplendono nella notte, facendomi sentire strana... amata, come mai nessun altro aveva mai fatto.
"Sei tutto per me"sussurro, contro le sue labbra.
Lui sorride e mi stringe, uscendo da me dopo essere venuto.
"Ti amo"
"Anche io" rispondo, accarezzandogli i capelli umidi.
Quando spunta l'alba la luce rosa e chiara si riflette nei suoi occhi verdi smeraldo e rimango incantata: non esiste creatura più bella di lui.
Tutti i litigi,  tutte le volte che ci siamo urlati contro, tutte le volte che i miei denti hanno lacerato la sue pelle: questo ci appartiene, lui mi appartiene.
Torniamo mano nella mano alla villa dove un Ren ansioso mi attende con le lacrime agli occhi.
"Ren"sussurro.
"Non sei andata via di nuovo!"dice con il sollievo nella voce, venendomi incontro.
"No che non sono andata via"ribatto sorpresa, prendendolo in braccio.
I suoi occhi scintillano in tutta la loro bellezza nell'alba.
"Ti sono mancata?"domando divertita.
Lui annuisce e mi stringe.
"Dai a nanna è ancora presto".
"Eri con lui"dice in tono risentito.
"Beh?"domando.
Lui scuote la testa e mi da le spalle, irritato.
Guardo Laito, sorpreso quanto me.
Decidiamo di lasciar perdere, infilandoci a letto.
L'indomani (cioè a metà pomeriggio), decidiamo di fare una grigliata.
Come al solito dopo la vasca, mi prende questa incredibile voglia di bere il sangue di Laito e nuovamente mi trovo a desiderarlo.
Maledizione! Voglio farla finita!
"Little bitch..."mi richiama Laito, chiedendo silenziosamente se voglio aiuto.
"No! Non voglio! Non voglio il tuo sangue! Non voglio continuare con questa maledetta tortura!"strillo esasperata.
Tento di strapparmi la collana con tutta la forza, ma questa stringe nuovamente il mio collo.
Faccio di tutto per toglierla,ma non ci riesco, ma anzi sembra strozzarmi ancora di più.
"Maledizione!"urlo, provando a lacerarla con i denti.
"Hana"sussurra preoccupato Laito.
"Quale parte di: non voglio il tuo aiuto ne il tuo sangue ti è chiara?"Sbraito nervosa.
"Voglio solo aiutarti."
"No! Non lo voglio il tuo aiuto! Sono una regina maledizione!"
Mi accascio al terreno sentendo la gola farsi sempre più secca e arsa.
Lui si inginocchia accanto a me.
"Va via! Se non vuoi morire ti conviene andartene, se invece vuoi morire accomodati!"
Arranco, col fiatone,  guardando il soffitto e desiderando di morire.
La tortura si protrae e mi fa andare fuori di mente.
"Amelia! Hana!"strilla nel panico Laito.
Mia madre arriva subito, guardandomi.
Le ringhio contro, perdendo contatto con la realtà.
Il marchio sembra proprio prendere fuoco.
"Sta perdendo il controllo! Fuori tutti! Pure tu Laito, non sei al sicuro".
Vengo lasciata sola con mia madre e vengo incatenata nuovamente.
Il mio orgoglio brucia tanto quanto il marchio.
Provo a liberarmi dalle catene, urlando.
"Maledizione! Liberami!" Ringhio.
"Per cosa?uccidermi? No grazie"
Il collare che ho brucia per le restanti ore: mia madre lascia la stanza dopo un'ora, sono tutti in cortile, io invece sola come un cane incatenato.
Verso mezzanotte vengo liberata e la mia sete sembra essersi placata.
Scendo le scale, umiliata, camminando a testa bassa: Mad viene portata via, insieme al piccolo.
Hanno paura di me.
"È colpa tua! Ho lasciato che tu diventassi la mia droga, il mio veleno.
Incatenata manco fossi una bestia, con un maledetto collare, marchio sul collo, cicatrici sul corpo.
Non voglio più vivere così."sussurro rivolta a Laito.
Non pronuncia una parola; faccio per andare verso i gemelli, ma sia io che loro veniamo separati.
"Madre cosa stai facendo?Reiji, lasciali andare!"strillo.
"Non sono al sicuro."
"Maledizione madre lasciami in pace! Sono la loro madre! Hanno bisogno di me!"Ringhio.
"Mamma!"strillano.
Mi libero e li prendo in braccio.
"Osate di nuovo separaci e vi ritroverete con una mano in meno"Ringhio col fuoco negli occhi.
"Non è il loro sangue che voglio!".
Loro mi stringono impauriti, non capendo la situazione.
"Perché non hai detto niente?"domando furiosa a Laito.
"Perché la penso come loro.."
Spalanco la bocca.
"Mi trovi pericolosa..."sussurro.
Lui annuisce.
Un odore forte e un  dolore inconcepibile mi fanno cadere a terra.
La gola brucia, allontano i gemelli.
Singhiozzo, fa male da morire.
Strillo, mi dimeno: sto lottando per rimanere in vita.
"Amore mio... smettila di lottare..."sussurra Laito in lacrime.
"Spegnilo! Spegni il nostro amore per favore! Amarti mi sta uccidendo"singhiozzo, col fiatone.
Lui si procura un taglio profondo sul collo.
Il collare mi impedisce di fare qualsiasi cosa: mi graffio il collo, tento di spezzarlo, tento di tutto, ma non riesco ad avvicinarmi a lui.
"Amelia toglile quell affare.. la sta ammazzando!"strilla Laito.
Mia madre obbedisce e mi libera il collo.
Sospiro, sollevata, grattandomi il marchio.
Infilo i canini nel collo diafano di occhi di volpe e lo immobilizzo.
Le mie mani fra i suoi capelli, le mie labbra sulla sua pelle.
Succhio con insistenza, fretta, dolore.
Ogni sua goccia di sangue mi procura ancora più sete.
Mi allontano, distrutta, pensando ad una sola cosa.
Mi rinfilo la collana, allontanando Laito con una spinta e prendendo il coltello usato apposta per uccidere Karlheinz.
Me lo punto al cuore.
"Little bitch no!"strilla Laito.
"Amore mio è l'unico modo." Rispondo con le lacrime.
Tutti osservano la scena.
"Questa tortura sta andando avanti da mesi!"urlo singhiozzando.
"Ce la faremo insieme!". Dice con il cuore in gola occhi di Volpe.
Scuoto la testa.
"Non riesco più a reggere: il tuo sangue mi sta facendo andare fuori mente."sussurro.
"Hana no, ti prego!"tenta di convincermi anche Mad in singhiozzi.
"Cresci i piccoli con forza, amali con tutto stesso, io starò bene."
"Per favore!"Urla disperato.
"Non farlo!"gridano i ragazzi.
La lama si conficca nel mio cuore e sento un dolore atroce, mai provato.
"Little bitch!"il suo urlo pieno di tristezza  mi giunge alle orecchie un'ultima volta.
L'oscurità si impossessa di me e chiudo gli occhi per sempre.




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