Capitolo 3

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"Hana, svegliati" vengo scossa delicatamente per il braccio.
Stropiccio gli occhi assonnati e osservo il malcapitato: odio essere svegliata.
"Shou!" Ringhio.
"Scendi giù a mangiare e poi torna su per preparati: si va a scuola" mi informa.
Annuisco ancora profondamente irritata e scendo.
Sono tutti comodamente seduti al tavolo, manco solo io: mi infilo in mezzo tra Ayato e Laito.
"Buona sera little bitch" mi saluta allegramente, occhi di volpe.
Mugugno in risposta e mi siedo, osservando il cibo.
Non mi va di mangiare.
Passo subito alla frutta e addento una mela rossa.
Laito si gira verso di me, guardandomi irritato.
"Non puoi mangiare solo una mela! Considerando che hai vomitato l'anima." Mi riprende.
Rido in risposta.
"Chi lo dice? Tu?" Domando dando un altro morso alla mela, leccandomi le labbra.
"Se non mangi sarò costretto a punirti una seconda volta." Mi dice serio.
Lo guardo profondamente irritata.
"Non puoi decidere per me!" Ringhio in risposta.
"Si che posso e lo farò: mangia" mi dice benevolo.
"Non ho fame" rispondo allontanandomi da lui con la sedia.
Prende il bracciolo tra le dita e mi avvicina a se.
"Apri la bocca"
"Cos'è un invito sessuale?" Domando furba, evitando l'argomento.
"Per quanto mi piaccia l'idea della tua boccuccia rossa sulla mia pelle no.
Apri questa maledetta bocca." Mi dice.
"Laito davvero non me la sento di mangiare" insisto disperata, sentendo già la voglia di buttare fuori tutto ciò che ho ingerito.
Sto male? Domanda troppo ovvia.
"Pancake poi rischi che ti spariscano le tette davvero" mi dice Ayato seduto al mio fianco che mangia tranquillamente.
"Sta zitto tu" dico.
"Perché non mangi?" Domanda anche Kanato curioso.
"È bulimica" li informa Reiji.
Struscio la sedia sul pavimento con forza e batto un pungo sul tavolo facendomi anche male alla mano, che inizia a sanguinare.
Sento le guance rosse per la rabbia.
"Maledetto damerino non puoi andare a giro ad informare la gente dei miei problemi! Pensi che cambi qualcosa il fatto che vomito tutto ciò che mangio?! Non vi interessa un accidente di me! Lasciatemi vivere la mia vita come cazzo mi pare! Se cado a terra per mancanza di cibo non ve ne fregherebbe un cazzo, l'importante è solo bere il mio sangue.
Voglio vedere come fate se poi mi uccido un giorno." Urlo nervosa.
"Le cose si dicono con calma" mi ammonisce Shou.
"Vaffanculo, a tutti" rispondo nervosa, sentendo già le lacrime agli occhi.
"Little bitch" mi richiama Laito e il mio sguardo dolorante si incatena al suo.
"Perché Laito? Cosa ti porta a starmi appiccicato? Non vedi che disastro che sono?
Sono stanca di essere presa in giro, Laito davvero.
Se tutte le attenzioni che mi rivolgi e che mi rivolgerai sono solo una scusa per scoparmi, non ne hai bisogno.
Non riesco ad oppormi, ma ti prego, ti scongiuro, non darmi false speranze, il mio cuore, la mia mente non le reggono.
Sono stanca di essere trattata così, più il tempo passa e più sento la mia umanità abbandonarmi: mi avete trasformata in una bestia senza sentimenti, ne amor proprio.
Guardatevi allo specchio e vergognatevi un po': sento che non riuscirò ad affrontare un altro giorno così.
Se domani mi trovate con il coltello di Subaru nel cuore sappiate che è colpa vostra" Ringhio piangendo e lasciando la stanza.
Sospiro stanca, asciugandomi le lacrime e truccandomi, per cercare di rendere più presentabile la mia faccia.
Infilo la divisa, leggermente modificata, in modo tale che sia più corta e prendo l'mp3, dirigendomi nella limo e non rivolgendo parola a nessuno.
Sono davvero stanca di questa vita, di questo ritmo: l'idea del suicidio mi è sempre passata nella mente, ma qualcosa mi blocca; ultimamente ancora di più.
Nella limo ho accanto Ayato che mi osserva e io non gli rivolgo parola ne sguardo.
Sono persa in me stessa e nel disastro che sono.
Noto che Reiji oggi non verrà a scuola e Ayato ne approfitta, mordendomi il polso.
Non una parola, ne un lamento mi scuote: aspetto che  sia soddisfatto.
"Pancake non è divertente così.." mi dice annoiato.
"Cazzi tuoi" rispondo nervosa non guardandolo nemmeno.
Il fatto che Reiji abbia condiviso apertamente i miei problemi con il resto dei fratelli mi irrita e mi domando fra quanto Laito scoprirà che sono rimasta incinta e che ho abortito.
Ho impressione che sia questione di giorni, non mi fido del maggiordomo.
"Pancake posso capire che ti girano le scatole, ma io non c'entro niente  in questa storia per una volta" mi dice offeso, per il tono che ho usato.
"Beh sei il primo che mi ha rivolto la parola e il primo che ho preso di mira: ora chiudi la bocca e non rompermi il cazzo" dico irritata, spostandomi vicino a Laito, che ha la testa altrove, ma continua ad osservarmi.
"Qualcosa da dire?" Domando rivolgendomi a occhi di volpe.
"Mh? No." Risponde distratto.
"Si può sapere cosa hai da fissarmi?" Chiedo irritata e a disagio.
"Il trucco... ti sta bene" mi dice continuando ad osservarmi.
Arrossisco e lo vedo sorridere, ma poi mi ricordo che forse la tecnica che sta usando è solo per portarmi a letto.
Perdo il sorriso e lui sembra rendersene conto, ma non dice niente.
A scuola la situazione non è delle migliori: sono presa per il culo continuamente dalle ragazze gelose dei Sakamaki.
Se solo sapessero cosa nascondono i loro visi correrebbero a gambe levate.
Cammino spedita verso la mia classe, con Ayato e Laito dietro, quando ad un certo punto una ragazza mi urla contro.
"Hei puttana, com'è essere sbattuta da 6 ragazzi diversi?!" Ride e io non ci vedo più dalla rabbia.
Lancio lo zaino a Ayato e la blocco contro il muro, con una mano sotto al collo.
"Credimi brutta stronza non la passerai liscia: la verità è che sei gelosa dentro, marcia.
Voteresti esserci tu al mio posto,a essere sbattuta da 6 ragazzi diversi;  riesco a vederlo nel tuo sguardo e giusto per mettere altra carne nel fuoco ti posso garantire che mi regalano orgasmi incredibili, che tu non proverai mai perché vali meno di zero e non ti guarderebbero nemmeno in faccia da quanto sei schifosa. Osa di nuovo chiamarmi puttana e ti giuro che questo sarà solo solletico" Ringhio nervosa, tirandole una ginocchiata nello stomaco, facendola piegare in due.
Le ragazze hanno lo sguardo sconvolto e iniziano a sussurrare tra di loro.
"È pazza.."
"Psicopatica.."
Una mano calda mi stringe la mia e mi giro per vedere Laito.
"Little bitch andiamo" mi dice, trascinandomi via.
"La Signorina Hana Ikeda è pregata di recarsi dal preside."
Lo sapevo.
Fermo per un secondo il flusso dei miei pensieri, della mia tristezza e sento l'aria iniziare a diventare irrespirabile.
"Ci vediamo dopo" dico senza emozioni, avviandomi, ma Laito mi tira per il braccio e mi bacia difronte ad altre studentesse.
"L'ha baciata.. " sento sussurrare.
"Sei bellissima.. sei la mia puttana." Mi sussurra all'orecchio, unendo di nuovo le nostre labbra.
Lo stringo a me, sentendo le lacrime farsi spazio nel mio volto.
"Va Little bitch, ci vediamo quando hai finito." Mi dice dolce, lasciandomi una carezza sul volto.
Annuisco e mi avvio, leggermente più libera, ma il commento della ragazza ancora mi è rimasto nello stomaco.
Prima di andare dal preside faccio una virata in bagno e vomito.
Mi pulisco la bocca e prendo una gomma da masticare alla menta, poi mi dirigo nell'ufficio.
"Signorina Ikeda prego." Mi dice il preside.
Mi siedo e lo osservo.
"Sono venuto a conoscenza che ha picchiato una ragazza nel corridoio..."
"È così" confermo.
"Il motivo?"
"Mi ha dato della puttana davanti a tutta la scuola" rispondo.
"Capisco, ma questo non le dava il diritto di metterle le mani addosso.
Per questo verrà punita: passerà una settimana a pulire la classe di musica." Mi dice e annuisco.
Pensavo peggio.
Mi alzo e mi dirigo a passo lento e strascicato verso la mia classe, ma prima che possa arrivarci, vengo trascinata in uno scantinato.
Tento di urlare dallo spavento, ma Laito mi tappa la bocca con la mano.
"Laito maledizione! Mi hai fatto prendere un accidente" dico, portandomi una mano sul cuore.
"Scusami Little bitch" Dice, sorridente.
Non ricambio il sorriso e osservo pensierosa il posto in cui siamo rinchiusi: "puttana com'è farsi sbattere da 6 ragazzi diversi?"
Perché devo essere giudicata così? Non è affatto vero, ma non ci ho più visto quando mi ha chiamata in quel modo e ho confermato la sua versione, quando in realtà l'unica persona da cui mi faccio sbattere è qui davanti a me che mi osserva a sua volta pensieroso.
Atre lacrime prendono a scorrermi sul viso e davanti ai suoi occhi mi chiedo che figura ci faccio: probabilmente appaio come una frignona.
"Hai vomitato di nuovo" mi dice, dopo un po'.
"Che?" Domando, facendo fatica a seguire le sue parole.
"Hai vomitato prima.. nel bagno: ti ho seguita." Mi informa.
Ah chissene frega.
"Ah" rispondo, senza aggiungere altro.
"Little bitch.. guardami." Mi richiama dolcemente e non è da lui.
Faccio ciò che mi ordina e si abbassa al mio livello.
"Basta distruggerti con questi pensieri.. riesco ad annusarli nell'aria.. non ti fanno bene.
Tu ed io sappiamo la verità, lascia che credano a ciò che gli pare.
Tu sola sai cosa è giusto e cosa no." Mi consola, abbracciandomi.
Lo stringo a me, affondando la faccia nel suo collo e lasciandogli teneri baci.
"Laito ho bisogno di saperlo: perché sei gentile?" Domando.
"Io sono fatto così.." mi risponde, evasivo.
"Non ti credo, è solo per il sangue o il mio corpo?" Chiedo, trovando conferma nel suo silenzio.
Lo sapevo: la delusione e l'amarezza rendono difficile il mio autocontrollo.
"Sai che non ne hai bisogno: non mi interessano queste stupide moine.
Sono legata a te da un patto di sangue e sono la tua schiava.
Non c'era bisogno di ingannarmi così" dico, irritata e delusa.
Lui non risponde e decido di uscire da quel posto, lasciando sepolto il mio cuore.
Raggiungo la mia classe e prendo una nota per il ritardo.
Oggi non è giornata.
"Oh fanculo tutto questo" dico, alzandomi senza il permesso e dirigendomi nel tetto, osservando il paesaggio che mi circonda.
C'è una brezza fredda, ma sopportabile.
Accendo una sigaretta e mi godo la mia solitudine.
Il dolore, la rabbia, il nervoso aleggiano sopra la mia testa, come se avessi una nuvoletta nera ben visibile, tanto che mi ignorano tutti.
"Perché?! Perché?! Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?" Domando, singhiozzando pesantemente. 
Mi stringo le ginocchia al petto, rifugiandomi nel mio stesso abbraccio.
"La vita è ingiusta Hana.. non puoi farci niente: esistono predatori e prede e tu sei capitata nella tana sbagliata." Mi dice accanto a me Shou, spuntando dal niente.
"Fa veloce" gli dico nervosa.
Mi fa salire sopra le sue gambe e stringe il mio sedere tra le dita.
"Shou togli le mani da lì!" Ringhio, divincolandomi, non facendo altro che farlo eccitare.
Mi sposta i capelli e scopre il mi seno.
"Shou smettila!" Dico irritata.
"Giusto... tu ti fai toccare solo da Laito... ma dimmi, mio fratello è in grado di farti eccitare quanto ti faccio eccitare io?" Domanda con voce bassa e roca.
"È l'unico" rispondo, nervosa.
"Vedremo." Ribatte mordendomi il seno, per poi passare in rassegna al mio collo e alle mie spalle che lecca e succhia.
"Shou smettila! Non voglio!" Mi lamento.
"Piantala di dire che non ti piace." Mi ammonisce squadrandomi con i suoi pozzi blu.
"Non mi piace infatti! Maledizione lasciami!" Strillo, mentre sento la sua mano accarezzarmi l'intimo.
"Shou." Ringhia la voce di Laito, apparso come i funghi.
"Laito.. oh Gesù grazie" dico, sollevata.
"Lascia la MIA bitch chan" asserisce gelido verso il fratello maggiore.
Lui non oppone resistenza e mi lascia andare scaraventandomi lontano e facendomi sbattere la schiena contro il muro.
Delicato proprio.
Gemo di dolore e Laito mi offre la mano per alzarmi: la evito e evito il suo sguardo.
Sono furiosa con lui, ho pensato ingenuamente che potesse nutrire affetto per me, ma mi sbagliavo come al mio solito.
"Little bitch hai la coda di paglia?" Mi domanda divertito.
I miei occhi lo fulminano e ringhio irritata.
"E tu invece? Puntualmente ti presenti solo quando i tuoi cari fratelli hanno intenzione di toccarmi in punti in cui non dovrebbero e hai anche la faccia tosta di chiedermi se ho la cosa di paglia?!" Sbraito col fiatone.
Okay riformulo: non sono furiosa, ho solo voglia di ucciderlo.
La mia mano si posa sulla mia coscia e sul porta coltello.
Laito si avvicina e glielo punto al cuore senza mai affondarlo.
I suoi occhi lucidi mi osservano e mi mordo le labbra: maledizione non ce la faccio.
"Fallo" mi dice con voce roca e le guance rosse.
La mano mi trema.
"Coraggio, fallo! Sarei felice di morire così, per mano tua" aggiunge guardandomi intensamente e posando le sue mani calde sulle mie, che reggono il coltello.
"Non sapevo che mi amassi così tanto"continua, sta volta divertito.
"Io non ti amo" mento, mettendo al suo posto il coltello.
"Peccato" risponde semplicemente con tono strano.
Decido di non soffermarmici e di togliere il disturbo, ma mentre me ne sto andando Laito mi prende dal braccio e mi inchioda al muro: una gamba in mezzo alle mie e le sue mani ai lati della mia testa.
"Volevi davvero uccidermi little bitch?" Mi domanda malizioso, spostandomi i capelli dal collo.
Il suo profumo mi investe e trovarlo a pochi centimetri dal viso mi destabilizza: non riesco a reggere il suo sguardo.
"Non ci sarei riuscita " rispondo con voce bassa.
Il suo dito mi gira la testa e mi ordina di guardarlo.
I suoi occhi verdi mi squadrano con attenzione e io faccio lo stesso con lui.
Improvvisamente mi prende i polsi e li imprigiona nella sua stretta, mentre si morde le labbra.
Osservo il minuscolo neo sotto il suo labbro inferiore e lo trovo così adorabile.
Col ginocchio inizia a stuzzicarmi il basso ventre e lo osservo sorpresa.
"Hai intenzione davvero di farlo qui?" Domando.
"Ti crea problemi?" Chiede.
Nego con la testa e le sue labbra percorrono il mio collo con maestria, baciandomi nei punti giusti.
Non so perché gli permetto di avere così tanto potere su di me.
"Laito non voglio adesso, non mi va." Dico.
Il suo "tradimento" non mi va giù e mi rende indisponente nei suoi confronti.
"Oh.. Little bitch mi sorprendi..." mi risponde mettendo a posto le mani.
Mi lascia libera e me ne vado, ma proprio mentre sto rientrando torno indietro.
"Oh fanculo non ce la faccio." Dico più a me stessa che a lui.
Lo vedo aprirsi in un sorriso malizioso, mentre le mie mani si infilano nella sua chioma.
Gli chiedo l'accesso che mi concede e succhio la sua lingua, lasciandogli un leggero morso mentre lo sento gemere.
Una mia mano si infila sotto i suoi pantaloni e lo vedo guardarmi con un sorriso mozzafiato.
Inizio a toccarlo e lo sento gemere sommessamente.
Bene sto facendo un ottimo lavoro.
"Little bitch" geme.
Ho il completo controllo su di lui.
"Dimmi Laito... sei mio?" Domando, guardandolo e aumentando il ritmo.
Lui sussurra e mi sorride.
"Certo che no." Mi risponde stupendomi.
Aumento il ritmo ancora di più.
"Non ho sentito..." dico ringhiando.
Nel frattempo le mie labbra percorrono il suo candido collo, lasciandogli baci e succhiotti, mentre le sue mani si infilano nei miei capelli, tirando leggermente.
"Little bitch.. cosa mi provochi." Geme sommessamente.
"Ti ho fatto una domanda e non amo attendere" dico, mordendo il suo collo.
"Sono tuo Little bitch.. riesco ad annusare la tua gelosia e la tua rabbia..." mi dice, guardandomi con i suoi occhi verdi liquidi.
Viene nella mia mano e la lecco, vedendo le sue guance farsi rosse e la sua pupilla dilatarsi.
"Ora tocca a te" mi dice malizioso.
Mi scopre il collo e posa delicatamente i suoi canini nel mio punto più sensibile, facendomi gemere in maniera vergognosa.
La sua mano raggiunge il mio basso ventre e accarezza l'intimo.
"Sei già pronta per me" asserisce mordicchiando il mio orecchio, per poi scendere con la lingua sopra il mio seno.
Infila un dito e attendo che vada avanti.
Il ritmo inizia a farsi frenetico e sento le mie guance arrossarsi e le gambe tremare.
Infila un secondo dito e poi un terzo, facendomi gemere in maniera oscena; è costretto a tapparmi la bocca con le sue labbra.
"Laito..." vengo sussurrando il suo nome, mentre lacrime di piacere mi scendono calde sul volto accaldato.
"Good girl" mi sussurra nell'orecchio.
Toglie le dita e mi osserva compiaciuto.
"Andiamo?" Domanda.
Annuisco e lo prendo per mano, intrecciando le nostre dita.
Varchiamo il corridoio con tutti gli sguardi addosso: siamo mancati alle lezioni e ci presentiamo solo alla fine, con le guance rosse, gli occhi lucidi e le labbra gonfie, è normale attirare attenzione.
Puntualmente passo davanti alla stessa ragazza che mi ha definito una puttana e le alzo il dito medio, mentre Laito mi stringe un fianco.
"Ci godo come una porca, sai stronzetta? Dimmi, vorresti essere al mio posto? Ti interessa sapere dove eravamo?" Domando, mentre la vedo appiattirsi contro il muro.
"Non ho bisogno di chiederlo: si vede benissimo" mi risponde irritata.
"Allora non sei cretina come pensavo." Dico malefica.
"Ti piace essere sadica?" Mi domanda nervosa.
Sorrido.
" A forza di stare con gente sadica ci sono diventata pure io, in maniera così piacevole che la tua candida mente non può immaginare.
E giusto per dirtelo stronzetta: Laito è l'unico che mi scopa in quella casa, puoi stare tranquilla.
La mia vagina non corre rischi, la tua?" Domando subdola avvicinandomi maggiormente e fronteggiandola.
Le lecco una guancia e rido, mentre lei mi allontana.
"Sei pazza!" Mi grida contro, mentre scoppio a ridere.
"Probabile" le rispondo, tornando al fianco di Laito che mi osserva divertito.
"Little bitch diventi ogni giorno che passa più simile a me" mi dice orgoglioso.
Sorrido.
Continuiamo il nostro percorso quando ad un certo punto una ragazza lo ferma in mezzo al corridoio.
Il mio sguardo gelido percorre dalla testa ai piedi la disgraziata.
La gelosia mi corrode l'anima: lui è mio!
"Scusa, signorina... saresti pregata di levare quell'unghia, anzi quell'artiglio che ti ritrovi al posto delle unghie dal suo braccio" Ringhio innervosita.
"E tu saresti?" Mi chiede la bionda ossigenata.
"La sua ehm.. la sua... " tentenno indecisa.
Laito mi osserva divertito.
Maledetto stronzo.
Apro la bocca senza pensare.
"La sua ragazza e se non vuoi finire all'ospedale ti conviene levarti dal cazzo, visto che il suo è già occupato" dico volgarmente, sentendolo ridere.
"Tch.. sei proprio tirchia! Ne hai 6 di ragazzi, non puoi lasciarne uno?" Domanda.
Rido ironica, per poi sbuffare.
"Vuoi prenderti quello sbagliato: lui è mio!
E per la cronaca, visto che si è sparsa la voce, saresti così gentile da dire che mi scopo solo lui? Grazie, prego Addio!"
"Boom bitch.." aggiungo, imitando un'esplosione.
Lei rimane ferma a guardarmi e sbuffo.
"Significa che ti devi levare dal cazzo" dico annoiata.
"Antipatica".
Ma quanti anni ha per comportarsi così?!
"Troia!" La riprendo io, salutandola con la mano e trascinando via il secondo dei triplets.
"E quindi sarei il tuo ragazzo?" Mi chiede divertito.
"Affatto." Dico, dissimulando indifferenza.
"Non mentirmi little bitch: la tua gelosia si vedeva da kilometri!" Dice ovvio.
Sbuffo, mentre aspettiamo che anche gli altri ci raggiungano in macchina.
"Senti: tu sei il mio maestro, io la tua allieva, tu il mio padrone, io la tua schiava.
Non c' entra la gelosia, quanto più un senso di possessione oltre misura.
Per quel che mi riguarda mi pare più che normale." Dico mordendomi un'unghia.
"Ho sentito che hai steso una ragazza!" Dice allegro Subaru, entrando in macchina.
"È così.. pancake è stata fantastica, se lo meritava." Mi appoggia Ayato e sorrido.
"Vi siete persi gli ultimi due incontri." Aggiunge Laito.
"Cioè?" Domanda Kanato.
"Ha affrontato apertamente la demente di prima e ha quasi appeso al muro una tizia...
la sua gelosia nei miei confronti non ha misura." Dice ridendo Laito.
"Che le ha detto?" Domanda Ayato, come se io non fossi presente.
"Sono la sua ragazza e se non vuoi finire all'ospedale ti conviene levarti dal cazzo, visto che il suo è già occupato" imita le mie parole Laito, facendomi sprofondare nel sedile.
Si sente la risata cristallina di Ayato e quella di Kanato.
"Così mi fate arrossire" dico.
Nessuno dice più niente e mi concentro sui compiti che ho da fare, che continuo a svolgere  in camera mia.
"Maledizione! Perché cazzo non mi torna questa maledetta matematica?!" Sbraito, buttando contro il muro il libro e facendo una crepa.
Merda! Tento di nasconderla, senza successo.
"Cazzo" dico agitata.
"Se lo scopre Reiji mi ammazza..." parlo da sola e un sospiro mi scuote i capelli.
Alzo lo sguardo e vedo proprio maggiordomo.
"Devo parlarti, vieni al piano di sotto." Mi dice osservando la crepa sul muro.
"E quella?" Domanda sbraitando.
"Perdonami Reiji.. davvero, non ne avevo intenzione." Dico chiudendo gli occhi e aspettando il colpo, che però non arriva.
Apro gli occhi e vedo Laito, con in mano il braccio di Reiji.
Lo ringrazio con un veloce bacio a stampo e seguo Reiji al piano di sotto, mentre Laito mi lascia una pacca sul sedere.



Spazio autrice: buon pomeriggio lovers!
Eccomi di nuovo quaaaa! RINGRAZIO INFINITAMENTE LE 25 persone che leggono la mia cacchina che io chiamo storia, davvero grazie.
E niente...Hana ha le manie di grandezza e sotto sotto è più pervertita di Laito 😏.

Vabhe ciao.

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