Chapter 6

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Human, Rag'n'Bone Man.

"Zia Amélie, sono a casa!" annunciai entrando in casa e sbattendomi la porta alle spalle.

Zia passò dalla cucina al soggiorno, facendomi un largo sorriso.

"Ciao cara. Sai dov-"

"No zia, non so dov'è Kevin. - risposi, intuendo quel che voleva sapere - Sarà ancora in giro, come suo solito. Io sono in camera mia."

Salii al piano superiore mentre borbottai un'inizio a pensare che Kevin sia il vero Spider-man... È sempre in giro!'

Chiusi la porta della camera e lasciai lo zaino ai piedi del letto.
Tirai fuori tutti i fumetti dal comodino, la lettera di Fury e presi il portatile dalla scrivania, sedendomi sul letto.

Mentre avviai il PC, sfogliai i fumetti cercando un qualsiasi riferimento allo S.H.I.E.L.D, il telefono iniziò a squillare.

Era Theo.
Sbuffando risposi, pensando a tutti gli insulti che avrei potuto buttargli addosso il giorno dopo a scuola.

"Ehi Grace, sono sotto casa tua."

Lì per lì pensai stesse scherzando, poi lui lo ripeté ancora, e la sua voce scocciata mi fece capire che era davvero così.

"Perchè?" domandai, sperando almeno che fosse per un motivo valido.

"Be', per andare con lo stake." rispose semplicemente.

Dire che mi infuriai era riduttivo.

"STAI SCHERZANDO? È il giorno più sbagliato oggi, sto studiando chimica e più leggo più non capisco un cazzo! - strillai al telefono, alzandomi dal letto e cacciando la lettera e i fumetti nel cassetto - Non sei serio, no che non lo sei."

"Oh, sono serissimo, considerato che tua zia mi ha appena aperto la porta. Su, scendi." mi invitò, come se non fosse successo niente.

"Hai appena segnato il giorno del tuo decesso, Barnes." sibilai chiudendo la conversazione, spegnendo il computer e uscendo dalla camera.

Di Kevin non c'era ancora traccia, e mia zia stava chiacchierando con Theo.
Quanto lo stavo odiando in quel momento.

"Ehi, eccola. Lo skate è nel garage. Avrà un po' di polvere, ma è in buono stato." mi informò zia Amélie sorridendo.

Annuii con un falso sorriso, quindi io e Theo uscimmo di cass

"Sei un uomo morto." lo minacciai.

Mentre io andai a prendere lo skate, lui restò davanti alla porta di casa mia ad aspettarmi.
Quando tormai con lo skate sottobraccio, Theo mi sorrise, mentre io lo incenerii con lo sguardo.

"Tu non hai idea di quanto fosse importante." brontolai.

Lui continuò a sorridere.
"Tu non me la racconti giusta." dichiarò salendo sullo skate.
Lo imitai e andammo verso la pista di skate percorrendo la pista ciclabile, uno affianco all'altra.

"In che senso?" chiesi con ingenuità. Davvero non avevo idea di cosa intendesse.

"Lo sai benissimo. - replicò - Non stavi studiando chimica. Il tuo libro era posato sul tavolino del salotto, l'ho visto con i miei occhi.

"Stavo studiando sul computer... su delle slide." dissi vaga, colta alla sprovvista.

Lui sorrise.
"Non sarei molto sicuro. Vedo il tuo nervosismo. Ti conosco da anni Grace, so quando mi menti."

Impossibile dire altre cazzate. Sapeva che stavo dicendo bugie.

"È per il tuo bene, Theo. Per il bene di tutti, in realtà." conclusi.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora