Chapter 27

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The Avengers, Alan Silvestri.

"Sappi che non mi farò problemi a togliere la gemma dal tuo cadavere."

"Credo sia difficile rimuovere incantesimi da persone morte."

Fauce d'Ebano mi stava torturando.
Ero dispersa nello spazio su una navicella nemica, senza che mi potessi muovere, senza poter comunicare con gli altri e senza rinforzi o gente che potesse tirarmi fuori da questa situazione.

Sì, in breve ero nella merda.

"Non mi importa degli incantesimi, mi importa della gemma." sibilò.

"Ho giurato di proteggerla con la vita. E io non posso sciogliere l'incantesimo, non sono una strega." replicai.

"Ma controlli il fuoco. - osservò - Con il tuo potere puoi distruggere qualunque cosa desideri. Te lo dirò una sola e ultima volta: dammi quella gemma."

"Mai." mormorai senza paura.
Meglio morire provando a proteggere il mondo che vivere sapendo di non aver fatto nulla per salvarlo.

Mentre Fauce d'Ebano faceva avvicinare degli aghi al mio viso, borbottando qualcosa riguardo alla microchirurgia, sentii un rumore familiare, quello che l'armatura di Stark faceva quando caricava il colpo.

"Giù le tue sudicie zampe dalla mia ragazzina."

E infatti eccolo, Tony in armatura, che puntava la mano al nemico.

"I tuoi poteri sono troppo deboli comparati ai miei." ribattè Fauce d'Ebano

"Può essere, ma il ragazzo ha visto molti più film."

Con quella affermazione, vidi entrare in azione Strange, arrivato da chissà dove, che creò un buco nella navicella, che risucchiò Fauce e lo catapultò fuori; Peter, che con le ragnatele mi afferrò al volo prima che potessi uscire dalla navicella; e Tony, che riparò il buco con la schiuma dell'armatura.

Peter mi lasciò a terra e mi liberò.

"Dovevi tornare sull'autobus e andare in gita scolastica!" esclamai con una nota di rimprovero, preoccupata per lui. Per colpa mia, ora anche lui era nello spazio. Non volevo che fosse lì.

Peter mi aiutò a rialzarmi.
"L'ho pensato anche io per una frazione di secondo. Stai bene?" mi chiese gentilmente.

Che premuroso.
Annuii sorridendo in risposta.

"La prossima volta vedi di stare fuori dalla faccenda. - mi avvertì Strange - Hai rischiato di consegnargli la gemma."

"Senti Harry Potter, non l'ho chiesto io di venire rapita. - ribattei senza contenermi - E grazie per esserti interessato della mia condizione e aver accantonato almeno per un attimo quella dannata gemma, davvero."

"Smettetela di bisticciare come una vecchia coppia di sposi in crisi. - ci interruppe Tony - Dobbiamo risolvere un problema, ovvero il fatto che siamo dispersi nello spazio sopra una ciambella volante."

"Dobbiamo tornare indietro." borbottò Strange.

"E qui casca l'asino! - commentò Tony con la sua grande dose di sarcasmo - No, stregone, per niente! Questa ciambella è diretta senza dubbio su Titano, il pianeta di Thanos."

"Quindi? Cosa ci guadagnamo ad andare da lui? - replicò Strange ostinato - Lo sai bene che ha le gemme e sarà quasi invincibile, vero? È un'idea stupida, trovane altre."

Gli occhi di Tony quasi gli fuoriescono dalle orbite.
"Come dici? Io devo trovare una soluzione?"

"Sei tu il genio qui." borbottai.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora