Chapter 29

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Drop by drop, Josh Powell.

"Ragazzina! - mi richiamò Strange. Fece un cenno frettoloso verso Peter - Aiutalo a togliere il guanto, a questa mano ci penso io."

Smise di fare cerchi e creò una corda magica, con la quale gli lego il polso e lo tenne fermo.

Piombai al fianco di Peter e tirai il guanto, sperando di riuscire a toglierglielo.

"Forza Grace, ce l'abbiamo quasi fatta!" mi incitò Pete.

"Mantis, è il momento!" dissi, e Tony, che al momento stava fermo sopra Thanos con la ragazza in braccio, la mollò e lei cadde sulle sue spalle.

Con le mani toccò la fronte del titano, che iniziò a gridare, poichè Mantis lo stava praticamente manipolando.

Iniziai a digrignare i denti per la fatica, ma proprio allora arrivò una ragazza, che sembrava fatta interamente in metallo.
Nebula, figlia di Thanos, ne avevo sentito parlare dai Guardiani.

"Dov'è Gamora?! " strillò, fermandosi faccia a faccia con il padre titano.

Lui si limitò solo a farfugliare qualcosa, confuso a causa della manipolazione mentale di Mantis.

"Basta stronzate! - eslamò Peter Quill affiancandosi a Nebula - Dimmi dov'è Gamora."

"Lui... è in lutto! - disse disperata Mantis, strizzando gli occhi per concentrarsi. Thanos, in effetti, era molto forte - È addolorato!"

"Per cosa può essere in lutto questo mostro?" ringhiò Drax.

Nebula cambiò radicalmente espressione e fissò il padre con sguardo vacuo e viso serio.

"Per Gamora." sussurrò.

Dopo quella rivelazione, Quill degenerò; iniziò a prendere a pugni Thanos, che quindi riprese coscienza e si liberò di Mantis, di Strange e di Tony che ancora gli ronzava attorno.

Con uno sguardo carico d'odio si rivolse a me e Peter. Con una mano ci scacciò via come fossimo moscerini fastidiosi e ci fece atterrare cinque metri più in là, mentre si mise a posto il guanto sull'altra mano.

Peter subito mi porse la mano, ma con una manata Thanos lo scagliò via da me.

"La gemma, ora! " sibilò.

Okay, era incazzato.
Cercai di lottare di nuovo con il fuoco, ma ovviamente i miei poteri erano insignificanti rispetto a quel che poteva fare lui con quattro Gemme dell'Infinito.

"No! Mai!" urlai, cercando di proteggermi continuando a scagliare le fiamme.

Con un passo fu davanti a me e con la sua grossa mano mi afferrò per il collo, chiudendomi nella sua morsa.
Le mie mani subito finirono sulle sue grosse dita, e con il fuoco cercai di scottarlo in modo da liberarmi, mentre ancora mi dimenavo in cerca di ossigeno.

"Figlia mia, te lo ripeto un'ultima volta: dammi la gemma, e ti lascerò vivere." sentenziò serio.

La vista cominciò ad annebbiarsi e il fuoco dalle mani era ormai debole.

Proprio allora una specie di grosso filo arancione gli circondò il collo, e Thanos mollò la presa.
Caddi a terra con violenza, ma finalmente i miei polmoni si riempirono d'aria.

"Ehi, stai bene?" mi domandò Quill preoccupato, porgendomi la mano.

"Più o meno." bofonchiai, mentre la vista tornò normale.

Afferrai la sua mano e mi rimisi in piedi, mentre Quill ancora mi teneva la mano per assicurarsi che fosse davvero tutto ok.
Nel frattempo, scoprii che quel filo non era altro che uno dei soliti cosi magici scagliati da Strange, che in quel momento mi stava guardando e con gli occhi sembrava dirmi 'resisti che ora lo facciamo a fette'.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora