Capitolo 6

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3 ottobre 2017, martedì,
ore 19:34, Parigi

«Era un po' bassa, Marinette.»

«Tu dici? Non me n'ero resa conto. Smettila di fare Capitan Ovvio e muovi quelle gambe!»

«Come la mia signora comanda!»

5 ottobre 2017, giovedì,
ore 17:43, Parigi

«E quello cos'era?»

«Un pallonetto.»

«Ma se non c'era neanche il muro?»

«Ma poteva esserci! Dobbiamo pensare in grande.»

«Adrien.»

«Ok, scusami. Torno a fondo campo.»

6 ottobre 2017, venerdì,
ore 18:45, Parigi

«Questa era buona.»

«O forse vorrai dire... purrrfetta

«...»

«L'hai capita? Perché sono un gatto.»

«...»

«E dai, era carina.»

9 ottobre 2017, lunedì,
ore 20:04, Parigi

«E con questa abbiamo raggiunto il 48% di riuscita dell'azione» tirò le somme Adrien alla fine dell'ennesima sessione di allenamento con Marinette. «Non male, eh?»

«Per niente.» La giovane andò a sedersi di fianco a lui, porgendogli una bottiglietta d'acqua. «Te la cavi bene coi numeri» constatò, allungando il collo per leggere i calcoli svolti dal ragazzo sul foglio di carta che stringeva tra le mani.

Adrien prese qualche sorso d'acqua, svuotando circa la metà del contenuto della bottiglietta. «Abbastanza. Sai, mio padre è molto esigente, in queste cose.»

«Immagino.» Per un attimo cadde il silenzio. Marinette non sapeva come Adrien stesse davvero vivendo il ritiro da scuola nell'intimo dei suoi pensieri e credeva che parlare del padre potesse peggiorare ulteriormente la situazione; perciò, dopo l'ultima uscita del giovane, pensò bene a quali parole usare. «È una buona cosa, avere voti alti. Semmai dovessi infortunarti e dire addio alla pallavolo, non rischieresti di diventare una barbona come me» decise infine di dire, tentando di alleggerire la tensione.

Adrien rise. «Sono sicuro che c'è altro in cui sei brava.»

«Sarà, ma la matematica non è certo una di quelle.»

«Sei messa così male?»

«È la materia in cui ho più difficoltà» ammise.

«Ti andrebbe se ti dessi una mano io?» propose il ragazzo.

Marinette lo osservò incredula. «Dici davvero?»

«Ma certo» asserì con convinzione. «Nathalie è sempre stata severa ed esigente e ho imparato bene. Sarei un ottimo insegnante, te lo garantisco.»

«È-È solo che...»

«Non ti fidi di me?» si finse offeso.

La giovane prese quell'innocua provocazione con fin troppa serietà: pur avendo compreso l'entità scherzosa del gesto, la sua recente cotta per Adrien faceva sì che arrivasse a trattarlo con i guanti bianchi in una maniera fin troppo esagerata. «Ma no, figurati! Come potrei mai non fidarmi di te... Cioè! Aspetta...» Tacque: era imbarazzata, e l'essere in imbarazzo le creava ancora più imbarazzo. Si sentiva una stupida nel comportarsi così impacciatamente con un ragazzo solo perché aveva una cotta per lui. Già alle medie aveva sperimentato i primi amori adolescenziali, a cui conseguivano sempre le prime rotture e i primi cuori infranti; tuttavia, anche dopo la sua prima storia andata male, lei era andata avanti, e, nonostante il suo carattere, non aveva mai agito in modo così maldestro – e dire che sbadataggine era il suo secondo nome. «Con tutti gli impegni che hai, non vorrei essere un peso» riuscì infine a dire, ricomponendosi. «E poi come faresti con tuo padre?»

Tra fantasmi di allora e ombre di adessoWhere stories live. Discover now