Capitolo 10

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N.d.A. Sì, sono pessima. Ho iniziato a pubblicare mesi fa, ripromettendo a me stessa e soprattutto a voi che avrei fatto passare poco tempo tra un aggiornamento e l'altro poiché la storia era già scritta, ma poi, una cosa tira l'altra, me ne sono completamente dimenticata. In tutto ciò, non sono nemmeno riuscita a rispondere alla maggior parte dei commenti che mi avete lasciato, e ve ne chiedo scusa. Spero davvero che possiate capire.

Intanto, pubblicato questo capitolo, vado a caricare anche gli altri, ché almeno così la storia sarà completa anche qui su Wattpad, e vi auguro una buona lettura.

* * *

23 ottobre 2017, lunedì,
ore 10:31, Parigi

«Secondo te che cos'ha che non va, Chloé?»

Marinette le lanciò un'occhiata interrogativa. «Che cosa intendi?»

«Sono giorni che è piuttosto tranquilla.» Chloé era da sempre una ragazza molto vivace: questo, unito alla sua infantilità, faceva sì che la giovane si approcciasse al prossimo in modo sbagliato. Negli ultimi giorni, tuttavia, Chloé sembrava vivere in un mondo tutto suo, come se qualcosa l'angustiasse a tal punto da ignorare l'ambiente e le persone che la circondavano.

«E ti dispiace?»

«No, ma non mi sembra da lei. Starà tramando qualcosa?»

«Non credo proprio, Alya.» A onor del vero, Marinette era a conoscenza del fatto che, qualunque fossero i pensieri che affliggevano Chloé nell'intimità della sua mente, la causa era Adrien – e, indirettamente, anche lei. Non aveva voluto impicciarsi ulteriormente nel loro rapporto e chiedere ad Adrien che cosa si fossero detti, né voleva violare la privacy dell'amico rivelando ciò che già sapeva, ragion per cui decise che una bugia bianca era la scelta migliore. «Piuttosto, credo che qualcosa la preoccupi, ma non sono affari nostri.» Quello, e anche che era tutto sommato un bene che Chloé fosse così distratta dai suoi pensieri da mostrarsi meno aggressiva con gli altri.

«Sì, hai ragione tu» le concesse Alya, la quale, morta la breve conversazione, tornò a prestare completa attenzione alla lezione.

Negli ultimi giorni di scuola, più volte Marinette aveva sentito spargersi per i corridoi la voce che l'istituto, quell'anno, aveva intenzione di organizzare una festa in occasione di Halloween. La ragazza non sapeva come accogliere la notizia, poiché lei e quella festività conservavano un rapporto di amore-odio.

Da piccola, Marinette adorava l'idea di travestirsi con un costume che lei e sua madre avrebbero cucito assieme per andare a chiedere caramelle di porta in porta. Nel suo sesto anno di vita, tuttavia, la sera del 31 ottobre un evento spiacevole l'aveva colta di sorpresa, e sebbene quella fosse la stessa notte in cui aveva fatto la conoscenza del bambino più buffo e dolce che avesse mai incontrato, era ancora preda dell'amarezza che aveva provato nel sentirsi del tutto impotente di fronte al proprio martire. Una sgradevole sensazione che non accennava ad abbandonarla, ritornando ogni anno, intorno a quel periodo, a tormentarla nell'intimità dei suoi ricordi.

«Marinette!» La giovane venne strappata ai suoi pensieri dalla voce allegra e spensierata della migliore amica, la quale le andava ora incontro con un sorriso che prometteva buone notizie. «Guarda qua!» disse tutta contenta Alya mentre le metteva sotto il naso il manifesto della festa di Halloween. «È la prima volta dopo anni che il nostro liceo organizza una festa per Halloween e i preparativi sono iniziati tardi, quindi adesso cercano qualcuno che se ne possa occupare.»

«E...?»

«E tu saresti perfetta: sei creativa, hai buon gusto e idee originali.»

«Sì, ma con così poco preavviso? Ho gli allenamenti. E ben due partite» le fece presente.

Tra fantasmi di allora e ombre di adessoWhere stories live. Discover now