Capitolo 9

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21 ottobre 2017, sabato,
ore 18:27, Parigi

«Oh, fantastico, ci mancava solo questa.»

Come Adrien, anche Paul, il libero dei Gatti Neri, accolse con timore il turno al servizio del numero 1 avversario – l'alto e robusto capitano delle Aquile, che, durante le precedenti partite, gli aveva dato non poco filo da torcere. Il suo servizio era così potente e preciso da risultare micidiale persino per il libero, il ruolo di colui che viveva per la ricezione.

«Dai che questa la prendiamo!» cercò di tener alto il morale della squadra Christian, che in quella quarta amichevole giocava come alzatore titolare al posto di Marinette. Come la ragazza, oltre a ricoprire il ruolo d'alzatore, Christian era anche capitano, perciò era abituato a incoraggiare costantemente i compagni quando ce n'era più bisogno.

Adrien gettò un'occhiata veloce al tabellone: con le Serpi e le Aquile che conducevano il terzo set per 24 a 22, dovevano assolutamente domare il servizio avversario, o sarebbe stata la fine, per loro.

L'arbitro fischiò e la partita poté ricominciare. Quando, pochi secondi dopo, il capitano delle Aquile eseguì una battuta al salto, fu chiaro a tutti che aveva appositamente deciso di indirizzarla verso Adrien affinché il giovane non avesse a disposizione il tempo materiale per correre in prima linea e schiacciare su una delle alzate di Christian. Inoltre, era ormai risaputo agli avversari che Adrien peccava ancora in ricezione.

Quella, però, doveva assolutamente prenderla: non poteva permettersi il lusso di essere la causa per la quale i suoi compagni avrebbero perso una seconda amichevole.

La palla saettò nella sua direzione con eccezionale precisione, ma lui si dichiarò pronto a riceverla: fletté meglio le ginocchia e unì gli avambracci, le spalle ben strette, accogliendo con stabilità la palla quando vi entrò in contatto. Quella venne spedita sotto rete, dove Christian si prese gioco del muro avversario optando per un attacco di seconda intenzione invece che alzare la palla a uno dei compagni.

I Gatti Neri e le Coccinelle riuscirono così a fare punto, e gli allenatori avversari chiamarono un time-out: essendo ora 24 a 23, erano spaventati che avrebbero potuto perdere il vantaggio che avevano conquistato con tanta fatica.

Adrien decise di approfittare di quei pochi attimi di pausa per stuzzicare Marinette. «L'hai vista anche tu quella splendida ricezione, vero?»

«Sì» fu costretta ad ammettere. «Molto meglio di quella con la faccia, devo dire.»

Adrien la ignorò di proposito. «Continua a prestare attenzione, perché la prossima sarà ancora meglio.»

E invece, nonostante quel miracoloso salvataggio di poco prima, le Coccinelle e i Gatti Neri non furono in grado di rimontare, perdendo il terzo set – e dunque l'intera partita – per 25 a 23.

22 ottobre 2017, domenica,
ore 8:29, Parigi

«Come vanno i preparativi per la competizione, papà?»

Gabriel spostò lo sguardo dalla sua colazione al volto del figlio e inarcò un sopracciglio. «La persona a cui stavi pensando ha accettato, vedo.» L'osservazione dello stilista avrebbe sortito un effetto maggiormente ironico, se solo la sua serietà non l'avesse dissuaso dall'accompagnarla con un sorriso divertito.

Adrien, in ogni caso, non era così stupido da non afferrare il significato di quelle parole. «Sì» confermò, lasciandosi andare a un sorriso mentre gli tornava alla memoria tutta la conversazione avuta con Marinette il giorno precedente – la mattina presso la pasticceria dei suoi genitori, la sera a seguito dell'amichevole che avevano perso. «All'inizio non era molto convinta, ma poi ha ceduto.»

Tra fantasmi di allora e ombre di adessoWhere stories live. Discover now