CAPITOLO 3

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CAPITOLO 3

Ero incazzato.
Ero incazzato nero con Nena.
Quella ragazza riusciva a far saltare ogni singolo nervo del mio corpo.
Non voleva essere mia amica? BENE, non mi importava nulla.
Le avevo offerto la mia amicizia, e Dio solo sa quanti amici avevo, perlopiù maschi, che potevo contare sulle dita di una mano. Gli altri erano semplicemente conoscenti e le ragazze erano solo giocattoli sessuali. Nena non sapeva bene cosa avesse rifiutato, non se ne rendeva conto. Volevo che vedesse il vero Jin, quello diverso dal mito che raccontavano al college, quello divertente e solare, quello distrutto e dolorante, quello tragico e fottutamente rotto. Quel ragazzo che non avevo mai mostrato a nessuno. Avevo scelto lei perchè eravamo più simili di quanto lei credesse, io avevo letto nei suoi occhi lo stesso dolore che balenava sempre nei miei. E cavolo, non mi importava portarla a letto, lei non era come le altre ragazze, lei meritava molto più di un ragazzo che aveva scopato con l'intera scuola. Da Nena volevo una semplice e pura amicizia.
Ero così fottutamente incazzato con Nena.
Dovevo assolutamente trovare un modo per sfogare la mia rabbia, un'idea già ce l'avevo: presi il cellulare e feci per comporre il numero di Tania. Ma nel momento stesso in cui vidi il suo contatto in rubrica, mi bloccai. Se volevo conquistare Nena, e di certo non mi sarei fermato al suo primo rifiuto, dovevo cambiare il mio modo di pensare. Niente più sesso come via di fuga. Ero un ragazzo maturo e non dovevo scappare dai problemi.
Avviai l'auto e cercai un posto dove rifugiarmi, niente alcol o pub, niente casa o cucina. Un posto dove sentirmi meno solo e meno ferito, un posto in cui il cioccolato e i dolci sollevavano l'umore di tutti: Nam's Confectionery.
Quando entrai nella pasticceria fui investito da un profumo di cannella e cioccolato, da dolci appena sfornati e da un odore di benessere totale. Avrei affogato i problemi in molti muffin nelle prossime ore e questo non mi dispiaceva. Per una buona volta mi stavo comportando da adulto. Notai che i tavoli erano quasi tutti vuoti, quindi sarei stato in pace fino a quando non ci sarebbe stato il pienone.
- Ehi, amico! Chi si rivede! - Namjoon fece il giro del bancone per venirmi incontro. Aveva occhi scuri e una voglia di vivere assurda, a volte lo invidiavo. Era più piccolo di me ma lui comandava già un'attività molto redditizia. Diciamo che aveva trovato il suo posto nel mondo, anche perchè si era sposato un paio di anni fa e sua moglie era la pasticcera più brava del mondo. Sì, okay, penserete che volevo portarmi a letto anche lei...ma no, non sono poi così stupido! Le donne degli amici non si toccano!
- Nam, muoio di fame. Cosa c'è nel menù? - Lui rise e mi abbracciò, dandomi una pacca sulle spalle. Io e Namjoon ci conoscevamo dalle superiori, avevamo trascorso molto tempo insieme da piccoli. Lui era uno dei miei migliori amici assieme a Yoongi, mi capiva e conosceva un po' le mie sofferenze.
- Torta al cioccolato, Muffin alla vaniglia, Cup Cakes all'arancia...-
- Okay, okay. Fermati o ti svaligio mezzo negozio. Prendo tutto quello che hai detto e quello che non hai detto. -
- Ma sei proprio sicuro? E' molta roba! - Namjoon rise divertito ed io annuii serio.
- Proprio tutto Nam. -
- Uhm, tu non me la racconti giusta. Che ti è successo? Di solito non vieni mai dopo la scuola... - Nam alludeva al fatto che portavo sempre con me qualcuno da scopare dopo essere stato alle lezioni noiose.
- Nulla di grave, avevo solo voglia di dolci. -
- C'è di mezzo una ragazza, Jin. Ti conosco troppo bene, questa deve essere davvero una cosa seria per trasformarti in una donna mestruata che ha voglia di dolci. - In effetti...
- Amore, potresti portare questa fetta di torta alla nostra amica lì in fondo? - Giusy, la moglie di Namjoon, interruppe la nostra conversazione arrivando direttamente dalla cucina. Mi sorrise e mi salutò molto amichevolmente, ed io ricambiai con affetto. Era così rispettosa e gentile nei confronti degli altri, proprio come Nam.
- Vado subito, tesoro. - Si scambiarono un bacio dolce e poi Giusy tornò alla sua postazione.
- Prendi posto, Jin. Arrivo subito con una montagna di dolci! - Nam fece per andarsene ma il telefono cominciò a suonare insistentemente.
- Puoi per favore andare tu? - Mi consegnò il vassoio con la torta, la forchiettina, un bicchiere di succo d'arancia e un muffin.
- Ma certo, rispondi al telefono! - Feci per andare al tavolo ma Nam mi bloccò.
- Jin, non farla scappare e non comportarti da idiota. Lei odia i tipi come te. - Namjoon rispose al telefono ed io restai come un coglione al centro della pasticceria con il vassoio in mano. Era la seconda volta in quel giorno che incontravo una ragazza che odiava uno come me. Che cavolo di sfiga mi perseguitava! Mi incamminai infastidito verso il tavolo dove era seduta l'amica di Nam e Giusy, aveva i capelli lunghi e potei vederla solo di spalle. Riuscivo a vedere le sue dita che picchettavano sul tavolo, sembrava nervosa e arrabbiata. Onestamente non mi andava di avere altri guai quel giorno, mi sarei limitato a porle il vassoio e poi me la sarei data a gambe.
Appoggiai il suo ordine al tavolo senza fissarla:
- Ecco i tuoi dolci, una fetta di torta al cioccolato, un muffin e un bicchiere di succo d'arancia. Buon...- Mi bloccai. Due enormi occhi blu mi stavano fissando con stupore. Era Nena l'amica gentile di Nam e Giusy, ed era lì che stava affogando l'intera brutta giornata come me.
- Non ti sto perseguidando, te lo giuro. Nam è un mio amico e volevo mangiare perché mi sono accorto di avere fame. Tolgo subito il disturbo. - Non volevo che fraintendesse la situazione, c'eravamo incontrati per caso nella pasticceria di Namjoon. Ma quello che c'era tra noi, se c'era, era così debole e fragile per cui dovevo proteggerlo e conservarlo siccome volevo davvero creare un'amicizia tra noi. Non avrei mai voluto costringerla, lei non meritava questo.
Mi affrettai ad andare, le diedi le spalle e feci un passo verso Nam, però delle dita piccole e gentili mi afferrarono il polso. A quel contatto ebbi un sussulto, il mio corpo aveva reagito di impulso al suo tocco dolce.
- Ti prego, resta. - La sua voce era un sussurro supplichevole, così mi girai verso la sua direzione e abbassai la testa due volte per farle capire che sarei rimasto. Nena mi lasciò andare e all'improvviso mi sentii vuoto. Le sue dita bruciavano ancora sul mio polso, così mi sedetti di fronte a lei. Fui impacciato nei movimenti, il mio secondo cervello si stava risvegliando, lo faceva sempre quando Nena era nei paraggi ma stavolta quel contatto l'aveva mandato in estasi. Non me ne sarei liberato facilmente...
- Scusa - cominciò a dire dopo un lungo silenzio, mi stava fissando con enormi occhi pieni di ansia. - Non è da me comportarmi in quel modo, mi dispiace. Sono stata molto dura con te, io non sono nessuno per giudicare le tue scelte. -
- Camille, non fa nulla. Possiamo ricominciare da capo? Me lo devi, penso di meritarmi una seconda possibilità. - Nena stava elaborando le mie parole, forse per capire quanto pericolosa potesse essere la mia presenza nella sua vita. Il suo sguardo era un mix di emozioni, non riuscivo a penetrarla fino in fondo, era difficile capire quello che provasse.
- Harry, non ci provare. Nena è off-limits.- All'improvviso Nam era davanti a noi con le prelibatezze che avevo ordinato. C'era davvero di tutto. Ma il suo sguardo non lasciava niente all'immaginazione, Namjoon mi avrebbe ucciso se solo l'avessi fatta soffrire.
- Va tutto bene, Nam. Jin è un mio compagno di corso, abbiamo qualche lezione in comune. - le parole di Nena sembrarono tranquillizzare di poco il mio amico.
- D'accordo. Sono solo sorpreso che tu stia parlando con uno come lui. - Non c'era disprezzo nelle parole di Nam, sapevo quello che pensava di me, sapevo anche che non appoggiava le mie scelte ma la nostra amicizia andava al di là di questo.
- Bisogna sempre concedere una seconda possibilità. - Guardava Nam, ma quella frase era riferita a me. Nena mi stava dando l'onore di conoscerla e di farmi conoscere. Non l'avrei delusa.
- Sei troppo buona, Nena. Ma Jin non è come lo descrivono, oltre la sua fama da donnaiolo si nasconde un bravo ragazzo che ha bisogno solo di uscire fuori. Stai attenta. - detto ciò, Nam si allontanò, lasciandoci da soli. So a cosa alludeva con quel "Stai attenta", "Stai attenta a non innamorarti di lui perchè ti farai male, molto male." Non mi ero mai innamorato in vita mia, quindi le ragazze che lo facevano erano un problema per me. Non potevo nascondere il fatto che Nena mi piacesse, che mi attraeva più di qualunque ragazza al mondo ma avevo messo un paletto tra noi. Volevo solo essere suo amico, almeno per ora.
- Ricominciamo tutto da capo, mi chiamo Camille Brath, per gli amici Nena.- mi porse la mano ed io gliela presi senza esitare.
- Kim Seokjin, per gli amici Jin.- restai più del dovuto attaccato alla sua mano come se fosse la mia salvezza...
- Davvero hai ordinato tutto questo per te? - mi chiese sorridendo quando finalmente mi decisi a lasciarla andare, mi formicolavano ancora le dita.
- Ho avuto una brutta giornata, sai, non sono abituato ai rifiuti. - le feci l'occhiolino e lei diventò rossa in viso. Aveva capito che era stata lei a ridurmi come una "ragazza mestruata" secondo la definizione Nam. - Tu perchè sei qui? -
- Ho avuto una brutta giornata, ho litigato con un tizio che mi ha mandato a quel paese...- poi rise in maniera spensierata.
- Allora che dici se mi aiuti a mangiare tutta questa roba e dimentichiamo tutto? - le dissi, indicando tutti i dolci in tavola. Le si illuminò lo sguardo. Stavo per aspettarmi un clamoroso rifiuto, di solito le ragazze che avevo conosciuto mangiavano insalata e si preoccupavano di quante calorie avessero nel piatto.
Nena mi rispose: - Io ti aiuto, ma se mi sentirò male la colpa è tua! -
Così mangiammo tutto, ma proprio tutto. Restai a fissarla per le due ore successive e parlammo di tante cose, di come Bea avesse conosciuto Yoongi, di come mi odiasse quando mi aveva visto per la prima volta, di quel momento, di come non si aspettasse che saremmo finiti ad ingozzarci di dolci rischiando di sentirci male sul serio. Mi dimenticai di ogni cosa, della mia fama da donnaiolo, della mia solitudine, del mio dolore, di quello che mi sarebbe aspettato tornando a casa e chiudendomi la porta alle spalle. Stare con Nena mi faceva dimenticare anche chi fossi.
- Quindi adesso posso chiamarti Nena? - le chiesi quando fummo fuori dalla pasticceria.
- Nena per gli amici, Jin. - mi sorrise.
- Allora a domani, Nena. - Lei mi salutò sorridendo, sembrava sul serio un'altra persona. Non mi corresse, girò semplicemente le spalle ed andò per la sua strada. Io la osservai camminare fino a quando mi fu possibile e me ne andai con un sorriso da perfetto stupido in faccia.
Ero felice.

18 RAGIONI PER NON AMARSI - BTS FFWhere stories live. Discover now