CAPITOLO 12

68 7 0
                                    

Capitolo 12

Ed eccomi qui.
Stordito, assonnato, ansioso.
Speravo solo di non aver dimenticato nulla, il mio zaino disponeva di tutto l'occorrente per il campeggio. Quel progetto tanto voluto dal professor Lock per mettere i suoi alunni in stretto contatto con la natura e che valeva un esame! Quindi non potevo mancare assolutamente, anche se avrei tanto voluto restarmene a casa. Le cose tra me e Nena si stavano complicando ed io non avevo dormito tutta la notte pensando e ripensando a cosa avrei sentito quando l'avrei rivista. Forse niente o forse tutto. Ed era del tutto che mi spaventavo a morte. Non mi ero mai innamorato in vita mia, per questo tutto ciò per me era nuovo ed inedito. Cosa avrei detto a Nena?
Ehi ciao, scusa se sono sparito!
Non andava di certo bene! Avrei magari potuto provare:
Ciao Nena, stammi alla larga.
Forse il tono duro e distaccato avrebbe funzionato o forse...stavo solo blaterando.
I miei piedi si mossero con impazienza alla vista del bus che ci avrebbe portato su per la montagna, in un'area riservata. Erano quasi tutti dentro, stavano aspettando gli ultimi superstiti, tra cui io.
Entrai lentamente, guardando sempre in basso e stando attento ai gradini.
- Alla buon ora, Seokjin. - mi schernì il professore Lock quando mi vide. Alzai la testa istintivamente verso la sua direzione, era proprio al centro, tra le due file di sedili. Ma i miei occhi catturarono altro, erano attratti da quella fanciulla tanto graziosa e minuta che mi fissava con gli occhi color zaffiro sgranati, la bocca semichiusa e il fiato sospeso.
Il mio stomaco si contorse.
Il mio cuore si fermò.
Smisi di respirare.
Tutto intorno a me divenne nero, c'eravamo solo io e lei.
Fu un attimo, i nostri occhi si scontrano poi distolsi lo sguardo.
Era troppo per me, mi stava guardando dentro come nessuno mai.
Mi resi conto di essere completamente nudo alla sua vista: Nena mi capiva. Le era bastato poco per comprendere quello che era successo tra noi, quello che era successo a me.
Feci un segno di saluto al professore Lock e mi sedetti sul primo sedile. Quello libero, quello che nessuno mai prendeva.
Poi cominciai a comprendere quello che era appena accaduto. Avevo provato qualcosa, qualcosa che adesso mi stava divorando da dentro. Lentamente, inesorabilmente da dentro. Chiusi gli occhi e feci un respiro. Potevo anche salutarla... invece mi ero comportato da perfetto idiota. Non era quello che volevi? Forse no, Nena smantellava tutte le mie convinzioni. Ero venuto a chiudere per sempre quello che c'era, seppure piccolo, ma c'era. Invece adesso il mio corpo stava soffrendo perché sentivo l'astinenza da Nena. Volevo sedermi vicino a lei e toccarla, sfiorarla, stuzzicarla, farla sorridere. Volevo portarle via tutta la tristezza che avevo notato nel suo sguardo poco prima, invece me ne restai come un coglione lontano da lei, lontano da tutti. Come se questa fosse la mia punizione per tutte le cattive azioni che avevo compiuto nel tempo. Stavo rinunciando all'unica cosa bella che mi fosse mai capitata.

Circa due ore dopo, qualcuno sfilò accanto al posto libero del mio sedile. Non fu molto difficile capire chi fosse.
- Alla fine sei venuto. - dichiarò Yoongi, il mio migliore amico.
- Già. - gli risposi subito dopo, scocciato.
- E sei anche di pessimo umore. -
- Già. - Yoongi sospirò.
- Okay, senti. Se vuoi comportarti da stronzo, forse è meglio se torni a casa. Siamo venuti qui per rilassarci e per chiarire, Mh? Invece l'unica cosa che stai facendo è farla soffrire. - Cosa? Mi girai di scatto.
- Io non voglio farla soffrire. - affermai, convinto. Eppure sapevo bene che Yoongi aveva ragione. Stavo facendo del male a Nena.
- Guardala. - mi girai verso di lei. Stava ascoltando della musica con l'ipod tenendo gli occhi chiusi, mentre invece Bea, sul sedile davanti, dormiva. - Non l'hai neppure salutata!- mi accusò un instante dopo.
- Pensi che non lo sappia? - gli dissi, nervoso.
- Non è un primo passo per fare pace.-
- Forse non voglio fare pace. - ma che stavo dicendo...era ovvio che non era così, che volevo riallacciare i rapporti.
- Jin, prendi una decisione. Non potete vivere in questo modo. - si alzò - Prendere o lasciare. -
Lo guardai per attimo, non c'era bisogno che io pensassi. Sapevo già cosa fare.
Seguii Yoongi portando con me anche lo zaino. Lui prese posto accanto a Bea ed io accanto a Nena. Teneva ancora gli occhi chiusi e forse si era addormentata, per questo non si accorse della mia presenza. Fu un bene perché non avevo ancora il coraggio di parlarle, avevo solo quella irresistibile voglia di prendere il suo volto tra le mie mani e baciarla fino a perdere i sensi. Immaginavo già il sapore dolce delle sue labbra carnose che si scontravano con le mie in un gesto di assoluto bisogno primordiale, come l'ossigeno.
Invece la mia mano si mosse in cerca della sua, quando la presi la sentii irrigidirsi all'istante ed aprire gli occhi di scatto come se l'avesse toccata una fiamma che rischiava di bruciarla. Si liberò dalla mia presa e si tolse le cuffie ma non mi disse nulla. I suoi occhi blu erano profondi e feriti, mi guardava come se fossi un mostro o la cosa più bella che le era mai successa. Non lo capii. Era talmente bella, talmente reale, talmente Nena. Mi formicolarono le dita della mano che aveva stretto la sua, quel contatto era lì, invisibile e forte, a ricordarmi a cosa avessi rinunciato.
- Ciao. - le dissi quando trovai il coraggio di farlo.
- Ciao. - mi rispose, rossa in viso. Non so se fu imbarazzo o rabbia, non riuscivo a capire bene quello che provasse.
Era passata solo una settimana e non la ricordavo più in quel modo. Nena era diventata più bella e più donna. Le curve del suo corpo si erano trasformate in vere e proprie tentazioni a cui il mio corpo non riusciva a non resistere.
Sbattei gli occhi più volte, era un sogno? Dovevo assolutamente svegliarmi oppure avrei rischiato di perdere quel briciolo di ragione che mi era rimasta.
Non stavo pensando.
Non riuscivo neppure a parlare.
Nena mi aveva completamente disarmato.
- Ragazzi, siamo arrivati! Su, forza! Tutti a terra, dobbiamo montare le tende prima del tramonto! - La voce del professore Lock mi svegliò da quello stato di trance momentanea.
Mi alzai di scatto e presi il mio zaino, poi feci di tutto per uscire da quel bus.
Avevo bisogno di aria, dovevo respirare.

Quando scesi, finalmente respirai a pieni polmoni. Era strano l'effetto che Nena aveva su di me. Gli ero stato accanto per un solo minuto, ed ecco come ero diventato: uno stupido ragazzo sentimentalista che si preoccupava del suo comportamento da idiota.
Mi si strinse il petto e lo stomaco mi fece male. Avevo bisogno di starle accanto come non mai, ma dovevo restare il più lontano possibile da lei per mantenere quel briciolo di integrità che avevo rischiato di perdere.
Non ero confuso.
Io volevo lei, e la volevo in un modo talmente grande e spaventoso che faceva male.
L'idea di starle lontano però era ancora valida, non potevo rischiare di farle male. Eppure anche volendo proteggerla, la ferivo.
Che cosa dovevo fare? La facevo soffrire in tutte e due i modi.
- Jin! Dove stai andando? -
Non lo sapevo neppure io. Mi mossi in maniera scaltra e veloce tra gli alberi. Sentii Yoongi che mi chiamava da dietro, ma io ero già lontano da lì.

18 RAGIONI PER NON AMARSI - BTS FFWhere stories live. Discover now