CAPITOLO 14

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Capitolo 14

- Li abbiamo trovati! -
Stavo ancora dormendo beatamente, con il corpo di Nena stretto al mio, quando sentii una voce profonda provenire da molto vicino.
Mi stropicciai gli occhi e guardai nella direzione in cui avevo sentito quella voce. Apparteneva ad un uomo grande, quasi il doppio dei miei anni, che stava cercando di attirare la mia attenzione.
Nena cominciò a svegliarsi a causa di un movimento brusco che feci per avvertire l'uomo che stavamo bene.
- Lasciami dormire ancora un po'. - bofonchiò stringendo la presa che la sua mano aveva nella mia felpa. Decise di mettersi più comoda, non avendo alcuna intenzione di lasciarmi andare.
- Ragazzi, dovete uscire da lì. - L'avvertimento dell'uomo mi fece girare la testa, come potevo spostare questa meravigliosa ragazza dal mio petto? Stavo sognando da così tanto tempo questo momento e non mi andava di spostarla neppure se il tizio faceva parte delle squadre di salvataggio.
Grughii nervoso e svegliai Nena.
- Devi svegliarti, tesoro. Sono venuti a salvarci. - Era la prima volta in vita mia che non volevo cacciar via una ragazza dal mio petto, ma volevo prendermi tutto il tempo necessario per gustarla fino alla fine. Nena non era mai stata come le altre ragazze, lei era diversa e questo lo sapevo già dalla prima volta che i miei occhi avevano incontrato i suoi.
L'idea di svegliarmi domani senza di lei al mio fianco, mi mise un po' paura. Non riuscivo più ad immaginare un solo risveglio senza di lei che dormiva appiccicata al mio corpo mentre io la stringevo come se non volessi mai più mandarla via. Era un'immagine che mi fece venire i brividi perché la mia mente non era mai andata oltre il sesso con una ragazza. Ma Nena mi faceva immaginare un futuro roseo e senza pensieri se ci fosse stata lei a farmi tenere la testa nella dritta via.
All'improvviso ci investì un uragano di nome Beatrice. Si catapultò senza ritegno sopra di noi per abbracciare la sua amica. Nena aprì gli occhi spaventata ma ci volle un solo secondo per capire la situazione. Era una ragazza molto intelligente e mi piaceva molto questo suo tenermi testa. Anzi a dire il vero mi eccitava da morire.
- Cazzo, Nena. Stavo quasi per morire se non ti avessi trovata! - Bea continuò a stritolarla, mentre gli occhi di Nena erano puntati su di me e un sorrisetto peccaminoso le spuntò sulle labbra carnose che avevo baciato più volte perdendo il fiato. Mi venne subito duro e deglutii a fatica.
- Jin! Che cavolo, amico! Mi hai fatto prendere uno spavento! -
Anche Yoongi si unì all'abbraccio facendomi sussultare quando il suo corpo pesante si lasciò andare su di noi. Ridemmo insieme, come degli amici di vecchia data che non si erano visti per anni. La mia felicità si stava trasformando in gratitudine per quelle persone perché nonostante avessi un madre e una padre(assenti per la maggior parte della mia vita), mi ero sentito parte di una famiglia, una vera famiglia, solo grazie a loro. Non potevo essere più grato alla vita di quanto non lo fossi già.

Ero sereno e rilassato quando entrammo in autobus per il ritorno a casa. Nena sedeva al mio fianco, avevamo litigato giocosamente per chi doveva sedersi accanto al finestrino ma alla fine avevo fatto vincere lei. Quando mi guardava con quegli occhioni enormi, volevo regalarle il mondo. E sapevo che potevo farlo.
Appoggiai il mio braccio sulle sue spalle e l'attirai a me, mentre lei mi infilava una cuffia in un orecchio per ascoltare musica insieme.
Non mi preoccupai degli sguardi indiscreti che il resto dei compagni di corso ci stavano gettando addosso come se fossimo un fenomeno da baraccone. Che c'è? Non avevano mai visto una coppia? Na, non avevano mai visto un Jin prendersi cura di una ragazza così piccola e fragile. Così dolce e complicata di nome Nena.
Erano tutti abituati al Jin scontroso e donnaiolo che faceva a pugni con la vita ogni giorno. Be', dovevano abituarsi al nuovo me, anzi a quel Jin che avevo soffocato per parecchi anni.
Guardai Nena affondare il viso nell'incavo del mio collo mentre la sua mano si intrecciava ai miei capelli.
Prima di conoscerla avrei vietato le effusioni in pubblico, non avrei mai permesso di farmi toccare mentre la gente mi fissava. Camminare con le mani intrecciate mi portava un gran fastidio. Una ragazza doveva limitarsi a starmi accanto, mentre io conducevo il gioco con le mie regole.
Nena mi aveva fatto capire che io volevo tutto questo con lei. Perché si trattava di lei e non di una qualunque. Nena meritava ogni gesto romantico e affettuoso, ogni gemito che avrei potuto procurarle e ogni orgasmo che ero disposto a regalarle. Meritava tutto questo e molto altro.
Nena meritava tutto il mio cuore, centimetro per centimetro, pezzo per pezzo, cicatrice per cicatrice.
Ed io glielo avrei concesso, anche a costo di restare scottato. Perché c'era la possibilità che questa cosa non andasse bene, che io potessi commettere qualche casino e rovinare ogni passo che con fatica avevo fatto verso di lei. C'era la remota possibilità che io mi comportassi da stronzo quando le cose si sarebbero fatte ancora più serie e complicate. Quando mi sarei spaventato di fronte al vortice di sentimenti che tenevo ancora da qualche parte nascosti dentro di me.
Ma non volevo pensarci, non ora. Volevo vivermi Nena in ogni modo possibile ed inimmaginabile. Così avrei avuto qualcosa di bello da ricordare quando il buio e l'oscurità mi avrebbero risucchiato insieme a loro.
Fissai il profilo perfetto di Nena e mi venne da sospirare, non capivo perché. Perché lei fosse mia, perché aveva deciso di rendersi vulnerabile ad uno come me. Forse aveva visto del buono, qualcosa nel profondo a cui si era aggrappata. Fatto sta che sarebbe stata sempre illegale per me. Mi sembrava di star violando qualcosa di altamente puro e divino. Ma quelle labbra non potevano essere più celestiali di così, perché mi stavano facendo provare cose che nemmeno io avevo sentito in vita mia. Cose pure, cose profonde e chissà quante altre cose peccaminose potessero farmi provare. Il solo pensiero di poter venir nella sua bocca, di vederla in ginocchio da me, sotto il mio controllo, mi fece venire un sussulto che lei sentì. Non potevo più pensare a cosa avrei potuto fare con lei e un letto, perché eravamo in un luogo pubblico e non riuscivo più a contenere le mie emozioni.
- Sei celestiale, proprio come i tuoi occhi. - le mie parole furono un sussurro che le dissi vicino al suo orecchio. Lei ridacchiò piano, poi alzò lo sguardo verso di me cosicché i nostri occhi fossero allineati.
- E tu sei peccaminoso, molto peccaminoso. Mi trascinerai nel tuo inferno ed io ti seguirò senza batter ciglio perché è quello che voglio. - Lo presi come un complimento, perché era una delle cose più belle e vere che avrebbero mai potuto dirmi.
- Non dirmi che sto tentando l'angelo più puro del cielo. - Lo sguardo di Nena si fece serio, facendomi capire quanto le mie parole l'avessero colpita.
- Esattamente così. Che Angelo buono e stupido. -
- Che Demone coglione ed egoista. -
Restammo a guardarci per un po', senza dire altre parole. Forse non servirono, perché i suoi occhi dicevano già tutto. Voleva seguirmi, in qualunque inferno io l'avessi portata.

18 RAGIONI PER NON AMARSI - BTS FFWhere stories live. Discover now