Un Nuovo Inizio

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Elena si risvegliò, guardandosi attorno.
Era distesa su un lettino nell'infermeria, dove c'era semplicemente l'infermiera accanto a lei che la osservava con uno sguardo molto cordiale.
"Oh, ti sei svegliata, finalmente!" disse lei.
"C-Cos'è successo?" chiese Elena, ancora con un po' di mal di testa.

"Oh, il Dr.Bright ti ha trovato svenuta e priva di sensi e ti ha portato qui, e tu hai dormito per almeno mezza giornata!
È stato davvero gentile ad aiutarti!" le rispose l'infermiera. 

Elena sapeva che in realtà era stato Bright a farle perdere i sensi strozzandola, ma proprio mentre stava per dirgli che in realtà non era andata così, il suddetto entrò dentro l'infermeria.
"Oh, lupus in fabula, dottore, stavamo giusto parlando di lei!" esclamò l'infermiera appena lo vide. 

La ragazza, invece, rimase in silenzio, abbastanza preoccupata.
"Ero preoccupato per la Dr.ssa Elena, e sono venuto a vedere come stava.
Vedo che si è ripresa..." disse lui, guardandola abbastanza serio, con lei che rimase ancora un po' spaventata. "Oh, come vede si è appena svegliata. È gentile, però, che sia venuto a farle una piccola visita." disse lei, molto sorridente. 

"Si figuri, è il minimo che posso fare. Adesso, però, ci potrebbe lasciare soli, per cortesia?
Devo parlarle di alcune...cosette." chiese lui ricambiando il sorriso, e l'infermiera accettò, uscendo dall'infermiera e finendo di rimaneggiare alcune cartelle.

Rimasero solo i due dottori lì dentro, con Elena ancora spaventata e Bright piuttosto serio ed arrabbiato nei suoi confronti.
"Perché? "
"Ho capito che cosa davvero volevi fare con me, e semplicemente ho voluto vivere, tutto qui. Non volevo morire" rispose lei, con timore.
"Non è una scusa valida per mandarmi a monte i piani." disse lui, digrignando i denti ed iniziando a tenere stretta con un pugno una parte della coperta del letto. 

"Hai cercato di uccidermi!" disse lei, guardandolo male.
I due si fissarono un momento negli occhi, e lui poi fece un sospiro.
"Fai come vuoi tu.
Continua pure a fare la sentimentale, e vedrai come tutti qui si approfitteranno di te.
Non dirmi che non ti avevo avvertito, mia cara, io ho voluto semplicemente renderti perfetta..." disse, per poi andarsene via.
Elena rimase allora da sola, e ancora piena di paura e di dubbi, si avvolse sotto le coperte... 

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Elena tornò a lavorare il giorno dopo, senza più la paura e l'ansia dei giorni precedenti.
Certo, si stava ancora riprendendo dal trauma, ma se la stava cavando alla grande, specialmente con gli ultimi lavori. 

Era riuscita ad arrivare al Livello 4, aveva ottenuto una tessera di riconoscimento di colore rosso ed un sacco di complimenti da parte degli altri dottori per il suo lavoro, e questo riusciva, almeno in parte, a tirarle su il morale. 

Dopo una lunga giornata in mezzo agli SCP alla quale era stata assegnata, andò in caffetteria per il pranzo, prendendosi un piatto con una bistecca e patate al forno. 

Dopo averle prese, però, si ricordo per l'ennesima volta che non aveva più nessuno con cui sedersi, visto che la Dr.ssa Esme non c'era più, e con un po' di rammarico si sedette sul tavolo, iniziando poi a tagliare a pezzetti la carne e prenderne dei bocconi.
E proprio mentre stava masticando, un altro dottore le chiese se poteva sedersi accanto.

Elena alzò lo sguardo, e lo riconobbe: era il Dr.Henry, quello che aveva incontrato dopo la breccia di contenimento.

La ragazza rispose di sì, e l'uomo si sedette accanto a lei con il suo piatto, ovvero un paio di fette di pizza con una lattina di Pepsi.
"È da molto tempo che non ci vediamo, dalla breccia di contenimento, vero?" chiese lui, con tono gentile.
"Esatto, sai, sono successe veramente molte, moltissime cose..." rispose la ragazza, un po' titubante mentre sgranocchiava le patate.

"Sì, ho visto.
E tristemente ho visto che sei stata assente per molto tempo, e da quel che ho capito, sembra che tu sia stata male, o sbaglio?" continuò lui, iniziando a guardarla profondamente, come se volesse consolarla.

Elena non voleva raccontargli tutti i problemi che aveva avuto nei tempi precedenti, ma vedendolo così preoccupato per lei, decise di dirgli tutto, di volersi fidare di lui. 

"Beh, ho perso due mie amiche e in più volte ho rischiato di morire.
Direi che basta per sentirsi spaventati e tristi..." disse, volgendo lo sguardo verso il basso. Il Dr.Henry, a quel punto, cominciò a starle ancora più vicino, come per dargli un abbraccio affettuoso, ed iniziò a consolarla, mettendole una mano in spalla.

"Ti capisco.
Sai, durante la breccia di contenimento, ho perso un mio amico, con il quale avevo legato molto, e ho visto il suo cadavere venire trasportato via.
Quindi non preoccuparti, non sei l'unica." le disse molto dolcemente.  

Elena si sentiva tranquilla accanto a lui, ed iniziò a ricambiare l'abbraccio, stando con la testa sul suo petto.
"Ed oltretutto, rischiare la morte qui è quotidiano, soprattutto per noi che lavoriamo a stretto contatto con le anomalie, oltre ai soggetti di classe D..."

"Lo so, e ne ho anche avuto l'esperienza ravvicinata, specialmente una dei Classe D con la quale avevo pure fatto amicizia." 

"Oh, mi dispiace molto.
Dovevi volerle bene"
"Sì, a lei... Ed anche alla Dr.ssa Esme" ed Elena iniziò a piangere in silenzio, mentre l'uomo la teneva accanto, consolandola e dicendole che andava tutto bene, che adesso c'era lui con lei. 

Si vedeva, già da quell'abbraccio, che i due avevano iniziato ad avere un rapporto profondo e affettuoso, una buona amicizia. 

Rimasero così per qualche minuto, e poi, al Dr.Henry venne un'idea.
"Sai, visto che siamo rimasti soli, specialmente sul posto di lavoro, ti va se, insomma, iniziamo a..."
"...Lavorare insieme?" si chiesero i due, all'unisono, e furono sorpresi di essere riusciti a dirlo nello stesso momento. 

"Beh, mi piacerebbe moltissimo!" disse la ragazza, sorridendo, ed anche il Dr.Henry sorrise.
"Bene, allora!
Non vedo l'ora di iniziare con te questo nuova esperienza"
Dopo averlo detto, la pausa pranzo finì, ed Elena se ne andò, salutandolo con un bacio sulla guancia e lasciandolo sorpreso.

Era arrivata, l'occasione per lei per poter ricominciare da capo dopo i terribili eventi accaduti.

Elena era riuscita a trovare una nuova persona di cui fidarsi, un nuovo collega con cui lavorare.
E chissà che esperienze avrebbero vissuto, assieme, alla Fondazione SCP. 

Ma questa, è un'altra storia, e chissà se verrà raccontata.

FINE

SCP: Welcome to the FoundationWhere stories live. Discover now