.capitolo nove.

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C'era una cosa di Minho che Felix non avrebbe mai capito: la sua capacità di passare ore a testa in giù senza avvertire nemmeno il più leggero dei mal di testa. Aveva passato ore al contrario sul suo letto, con le gambe appoggiate al muro e la testa che pendeva fuori da materasso, come stava facendo proprio in quel momento, mentre Felix lo guardava con pura disapprovazione scritta negli occhi.

-Prima o poi vomiterai- fu l'ardua sentenza del ragazzo, mentre l'altro si sporgeva ancora di più.

-Nah, non credo. Non l'ho mai fatto, non credo comincerò ora.- Felix sospirò, ma almeno l'amico si era rimesso in una posizione accettabile dal resto dell'umanità.

-Sai, devi ancora raccontarmi cos'hai fatto negli ultimi tre giorni, prima di presentarti a pranzo come sempre facendo prendere un accidente a tutti noi.-

Minho divenne più rosso di un peperone.

Erano passati tre giorni dalla famosa festa, e anche se c'era voluto un po', Felix la mattina seguente si era alzato ed era andato a scuola, e così le due mattine dopo. A volte aveva incrociato lo sguardo di qualcuno in particolare, a volte no, ma non l'aveva mai potuto condividere con il suo migliore amico, perché a quanto pareva Minho era disperso da quando lo avevano visto alla festa, e, a giudicare da quello che aveva detto Changbin, era disperso insieme a Jisung, che come lui non si era presentato a scuola per tre giorni di fila, salvo poi bussare alla porta di Felix per pranzo quel giorno come se nulla fosse mai accaduto e guadagnarsi tre scappellotti, uno da Felix, uno da Chan e uno da Dojoon, che in quella storia c'entrava poco e nulla ma si era affezionato a Minho come tutti gli altri.

-Lo sai dove sono stato.-

-Certo che lo so- ghignò Felix –E io che ho detto a tutti i professori che avevi un febbrone da cavallo e che eri praticamente sul letto di morte. Allora, comè andata?-

-Non hai idea- rispose Minho, sognante. –All'inizio è stato quasi magico, mi sembrava di fluttuare nell'universo infinito in mezzo a milioni di astri meravigliosi che non avevo voglia di degnare di uno sguardo, perché avevo lui davanti e tanto bastava. Poi- sul viso del ragazzo apparve un sorrisetto ambiguo, Felix emise un verso schifato –Ve ne siete andati tutti, e noi-

-Non ho chiesto per i dettagli specifici!- il ragazzo fece finta di vomitare. –Lui comè?-

-Jisung?- Minho scosse la testa, ancora un po' incredulo –Guarda, non so come descrivertelo. È strano. Non lui, il fatto che ci troviamo così bene assieme. Ci siamo staccati dopo tre giorni, e ci è costato parecchio, sappilo. Ci somigliamo molto e andiamo d'accordo su molte cose, ma allo stesso tempo abbiamo pareri molto diversi su determinati argomenti. Non ho idea del perché non ci siamo riconosciuti prima, perché non era la prima volta in cui ci vedevamo, ma così è stato perfetto, credim- ah. Scusa, io non vole-

Felix scrollò le spalle. –Tranquillo, non fa nulla. Ormai ho accettato il fatto che non a tutti sia andata come a me.-

-Ma ultimamente sta andando meglio, o sbaglio?-

E no, tecnicamente non sbagliava. Felix non sapeva di preciso in che momento il rapporto che aveva con Changbin aveva smesso di essere quella vendetta continua ed era arrivato ad essere quasi pacifico. Niente più sgambetti in corridoio, niente più spinte camuffate come distrazioni, niente più sussurri astiosi. Ogni volta in quei tre giorni in cui si erano incontrati nei corridoi, entrambi avevano alzato il mento in segno di saluto, e magari si erano fermati per scambiarsi due parole. A Felix non era sfuggito il fatto che Changbin lo seguisse con lo sguardo ovunque andasse, una guardia costante, attenta ma che non poteva (ancora) decisamente definire amorevole, anche se Dio solo sapeva quanto sperava che lo diventasse, e Changbin non aveva lasciato correre sul piccolo dettaglio di Felix che, ogni volta che lo beccava, si limitava a sorridere tra sé e passarsi una mano tra i capelli.

-Sì, effettivamente va meglio. Non so cosa sia successo in così poco tempo, se qualcuno lassù ha finalmente deciso di collaborare o cosa, ma devo ammettere che dalla festa in particolare siamo in rapporti quantomeno civili.- Felix fece una piccola pausa. –Devo ammettere, accidenti a te, che il tuo alter ego alcolizzato ci ha dato una bella mano, anche se non ti nego che la prossima volta che ti riduci in quel modo ti lascio per terra ovunque ti trovi.-

Minho annuì sorridendo, perfettamente calmo.

-Comunque mentre mi stava riportando a casa, l'altra sera, mi ha dato il suo numero. Domani andiamo alla Lane Gallery.-

Minho non era più perfettamente calmo: in effetti, rischiò di cadere dal letto.

-Voi cosa, piccole merde!- urlò, dopo aver recuperato un minimo di equilibrio. –Pensavo che foste in rapporti amichevoli, non che andaste a degli appuntamenti!-

-Ma infatti non andiamo in nessun appuntamento, ha aperto una nuova mostra che entrambi vogliamo vedere. Non è colpa mia se tu sei un ignorante e non mi ci vuoi portare.-

-Ma tu guarda- borbottò Minho –invece di ringraziarmi, mi insulta.-

-Per cosa dovrei ringraziarti, di preciso?- chiese l'altro, divertito.

-Per avervi fatto capire, con il mio carisma e la mia innegabile propensione all'alcol, che se smetteste di litigare potreste davvero essere la persona giusta l'uno per l'altro.-

Felix abbassò la testa, sorridendo un po'.

-Grazie, Min.-

L'amico ricambiò il sorriso. –Di nulla, Lix.-

stella mia - changlix.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora