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Crowley era davanti alle porte della mensa, lo stesso posto in cui lui ed Aziraphale si erano ritrovati il primo giorno di scuola, battendo ripetutamente il piede contro il suo zaino quasi nuovo pieno di carabattole e immondizia. Ogni volta che colpiva lo zaino si immaginava di colpire la faccia di Britney, poi quella di Gabriel. Prima Britney, poi Gabriel. Britney. Gabriel. Britney. Gabriel.

Quei due erano completamente agli antipodi, andiamo. Una era una bestia di Satana appena uscita dal più profondo girone infernale soltanto per imbrattare le macchine di chi non le stava simpatico e rovinare vite. Mentre l'altro era la stessa cosa, soltanto che più che bestia di Satana era di più una bestia di Dio.

Ecco perchè si erano messi insieme. Erano due bestie orribili con gli stessi orridi interessi. Avevano in comune il fatto che amassero odiare le altre persone attorno a loro. Era molto logico, tutto molto logico. Loro due non si scambiavano mica i cuoricini o i cioccolatini a San Valentino, no. Loro si scambiavano progetti per costruire vergini di ferro utilizzando le cassette della frutta. Ecco cosa si scambiavano.

Poi un giorno Gabriel aveva disperso uno dei progetti che servivano per costruire una ghigliottina utilizzando le lische di pesce e Britney, che voleva davvero tanto avere quel progetto perchè le serviva davvero una ghigliottina in quel preciso momento della sua vita, lo cacciò via dalla sua vita a suon di insulti e urla catastrofiche.

Era decisamente andata così. Non c'era altra spiegazione.

Ma come avevano fatto ad innamorarsi, prima? Cioè, com'è che avevano fatto ad innamorarsi e a stare insieme? C'era tipo un interruttore nel cervello o roba così? Lui non era un esperto d'amore: sempre stato scapolo, confuso e triste, non aveva troppe esperienze alle spalle.

E probabilmente era meglio così.

Tuttavia aveva fatto delle ricerche, era sempre stato curioso sull'argomento. Aveva preso il suo cellulare, aperto Google e in dieci minuti scarsi era arrivato alla conclusione che Gabriel e Britney prima avevano avuto prima un attacco cardiaco, poi un eccesso di sudorazione ed infine una specie di fissa l'uno per altra. Tipo lui con i Queen o con Aziraphale.

Però no, lui non era fissato con Aziraphale. Non parlava solo di lui, non aveva il suo volto incollato sul diario o sui suoi quaderni (il che non era nemmeno la verità, dato che aveva una vecchia foto risalente alle elementari attaccata nella prima pagina della sua agenda9. Però a lui ci pensava spesso, quello sì.

Prima di andare a letto, ad esempio. Era da quando era riniziata la scuola che prima di addormentarsi il suo cervello con la ripetitività del ticchettio di un orologio continuava a fargli tornare in mente le gote rosse del biondo, i suoi occhi azzurri e tutto il resto.

A volte voleva non pensarci, ma il suo cervello odiava ricevere ordini diretti. Quindi solitamente restava lì, a pensare a quelle iridi primaverili per ore intere

Però non significava che fosse per forza innamroato. Forse lo invidiava e basta, ad essere sempre così confidente con il suo corpo, intelligente e gentile con tutti. Rispetto a lui, Crowley era un idiota. Un deficiente bello e buono che spesso e volentieri viveva di espedienti e sciocchezze. A volte si odiava, ed era bene così.

Si odiava, si odiava troppo, a volte. Si guardava allo specchio e voleva romperlo, triturarlo a suon di pungi. Voleva tagliarsi a zero i capelli, buttare via gli occhiali e farsi crescere la barba. Scappare in Guatemala e lì iniziare una nuova vita. Certi momenti voleva solo riniziare, resettare il suo universo per intero.

Però Crowley non voleva lasciare Aziraphale. Voleva stare con lui, toccare i suoi riccioli dorati e perdersi nelle nuvole dei suoi occhi. Parlare con lui di cose così stupidamente serie  fino alla fine della sua vita, ridendo con gli occhi e con la bocca come se fosse l'unica cosa importante. Non voleva lasciare Aziraphale, non voleva ricominciare.

La Mia Parte Intollerante|Good OmensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora