SEI

243 36 11
                                    

[a volte un giorno dura un giorno, altre ne dura tre]

È difficile distrarsi, in mezzo a tutto questo silenzio. La nebbia attorno a me mi avvolge come una coperta gelida, l'aria è completamente ferma e mi ritrovo privo di qualsiasi cosa da osservare, se non il riflesso distante e vago della luce del faro contro i pescherecci sempre più lontani o i rami secchi degli alberi più alti.

Joshua si aggrappa ad un mio braccio: i suoi lamenti riguardanti l'avere sonno si sono fermati quando l'ho portato più vicino al porto. L'acqua s'infrange contro gli scogli, e alcune canne da pesca sporgono da sopra la pesante coperta di nebbia.

«Gguk, quanto spesso vieni qui?»

«Tutte le mattine».

Lo sento scrutarmi, probabilmente incredulo, e stringere la presa sulla mia mano nella tasca della mia giacca. Il silenzio assorbe i nostri pensieri come una spugna buttata in mezzo all'acqua.

Poggio il mio giubbotto su una panchina bagnata dagli schizzi d'acqua e Joshua ci si siede sopra, seguito da me. I suoi piedi scompaiono e riappaiono dalla nebbia e nel buio delle cinque mentre li dondola con le scarpe ben allacciate. La tenerezza dei suoi occhi mi fa pensare ogni volta al suo viso sorridente da cinquenne, quando appena ci incontrammo, e a me, tutto timido, quando gli chiesi se potessimo giocare insieme con la sua palla.

Ripensandoci, se fossi stato introverso come lo sono ora, non avrei mai avuto occasione di parlargli o guardarlo in faccia. Poggia la testa contro la mia spalla, sbadigliando dopo qualche minuto: sono stato obbligato a convincerlo a seguirmi fin qui alle cinque del mattino, ma non ha più cercato di rifiutare dopo la mia minaccia di non dargli più il mio telefono. La mia memoria interna è intasata dalle foto che si scatta continuamente; «per farti sentire meno la mia mancanza»: sue testuali parole. Gli accarezzo dolcemente i capelli, ma smetto non appena lo sento iniziare ad addormentarsi.

«Tieniti sveglio o ti butto nell'acqua».

Ridacchia e, ruffiano come al solito, più per coprire la paura della consapevolezza del fatto che io sarei ben capace di farlo, mi bacia una guancia. Gli mando un'occhiata di sbieco, a cui lui risponde con un occhiolino sorridente prima di riappoggiarsi alla mia spalla.

Il suo sorriso prezioso presto scompare e viene sostituito di nuovo dal silenzio immobile della nebbia. Il tempo sembra sparire, il sole inizia lentamente ad apparire e io mi sollevo in piedi. Mi rimetto la giacca addosso dopo avere ignorato il freddo per più di un'ora, Joshua mi segue senza dire nulla. Mi afferra una mano e la porta in una delle mie tasche assieme alla sua, e dopo una lunga camminata disturbata solamente dal borbottare sconnesso delle auto, la porta scura di casa mia ci accoglie.

Le pareti sono fredde, come se non ci fosse mai stato nessuno. Come se fossero costantemente coperte da un nuovo strato di ghiaccio, ogni giorno. Joshua continua a non dire nulla, neanche quando mi vede afferrare i colli delle bottiglie in vetro verde sul tavolino del salotto e buttarle in un sacco appena aperto. Il mio cuore si spegne e si annulla lentamente ogni secondo che passa.
Lancio un'occhiata al ragazzo accanto a me, speranzoso di sentirgli dire qualcosa, e lo trascino verso la cucina.

Le dita mi tremano, così le stringo attorno al bordo dello schienale della sedia. «Che cosa vuoi mangiare?»

«Mi va bene qualsiasi cosa...»

Il disagio traspare dalla sua voce, e per un attimo mi sento come se non lo avessi mai conosciuto, come se non avesse passato la sua vita intera a giocare sul tappeto prima verde della mia cameretta. Abbasso gli occhi e, preso un respiro profondo, tiro fuori dalla mia dispensa grissini e cioccolato spalmabile.

«Tu sì che mi conosci, Gguk!»

Il suo sorriso da bambino mi fa dimenticare le bottiglie di birra vuote. «Attento a non esagerare, poi ti fa male», gli avvicino il barattolo di cioccolato e vi poso i grissini accanto, «Sappiamo entrambi che finisci in bagno ogni volta che ti ritrovi del cioccolato davanti».

il club dei cuori spezzati // ggukv | (in revisione)Where stories live. Discover now