OTTO

246 38 28
                                    

[spero tu riesca a ritrovare il te bambino che hai perso troppo tempo fa, me adolescente]

Taehyung era un bel bambino. Non c'era nessuno a cui, oggettivamente e soggettivamente, il suo aspetto non piacesse. La cosa lo rendeva così felice che, neanche raggiunta la tenera età di quattro anni, si iniziò a notare un incremento nella sua autostima. Taehyung era sano come un pesce, stava crescendo bene ed era felice, come qualsiasi bambino avrebbe dovuto, e Manfred non avrebbe mai potuto volere di più per il figlio.

Ma, per quanto bambino fosse, aveva notato dei cambiamenti nel padre. Ed erano dei cambiamenti positivi. Manfred tornava sempre poco più tardi del solito, la sera, e sempre un poco più felice rispetto a quando era uscito, di mattina. Un giorno lo aveva sorpreso ad affondare il naso in un mazzo di rose rosse. Le sue preferite. Assottigliò lo sguardo: «papà, lo so che hai il fidanzato».

Manfred lo guardò stupito, poi sollevò gli occhi sul babysitter che aveva assunto da qualche anno, che alzò le spalle. Si chiamava Kendrick Erickson, era un dolcissimo ragazzo afroamericano che aveva bisogno di un lavoro per mantenersi mentre studiava al college.

Lui e Manfred si erano incontrati per caso in un minimarket: era un lunedì mattina terrificante per entrambi.
Il ragazzo doveva trovare un lavoro entro quel fine settimana, a Manfred mancavano poco più di due mesi per completare la seconda stesura del secondo libro che di lì a poco avrebbe dovuto pubblicare. Ai tempi ancora non lo sapeva, ma sarebbe diventato un bestseller e il mio scrittore preferito, e lo sarebbe rimasto per gli anni a venire.

Avevano posato entrambi gli occhi sulla stessa scatola di cereali. Era l'ultima al miele rimasta sullo scaffale mezzo vuoto, e nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa. Non volevano che l'ennesima delusione della giornata venisse causata da una scatola di cereali abbandonata all'ultimo. Kendrick aveva passato la notte sui libri per un test su cui aveva pianto quella mattina, riuscendo a farne a mala pena a metà ㅡ fu, in ogni caso, l'ultimo a consegnare. Alle macchinette, durante una sua ora buca, vide la sua merenda salata preferita essergli soffiata proprio sotto il naso. Manfred, invece, aveva litigato con uno degli editori a cui più teneva non appena sveglio, ancora steso sul letto con la voce impastata dal sonno. Portò Taehyung tardi all'asilo e rovesciò a terra metà del suo espresso a causa di una ragazza che, sfrecciandogli accanto con lo skateboard, gli urtò il braccio destro.

«Andiamo... io ho un figlio».

«Mi spiace, signore, ma ho proprio passato una giornata di merda, mi passi il termine».

«Anche io, a questo proposito!»

Si fissarono dritto negli occhi, poi Manfred sbuffò e allontanò la mano dalla scatola colorata. Kendrick la tirò verso di sé, e la confezione in plastica all'interno scivolò a terra. Tutto peggiorò, però: abbassando lo sguardo per raccoglierla, si rese conto che era aperta. Un centinaio di cereali dorati era sparso sul pavimento grigiastro del minimarket. Sia Manfred che Kendrick si sentirono esplodere. Sarebbero stati capaci di piangere sul posto, ma il proprietario si fermò davanti la scena, silenzioso. Tirò il sorriso meno affidabile che i due uomini avessero mai visto.

Manfred sospirò. «Ci perde lei».

«Oh, nah... non è per questo che rido», il ragazzo si avvicinò a loro, aveva già la scopa alla mano, «sa, ci sono tante altre cose per le quali una persona potrebbe ridere davanti la figura di merda di qualcuno... tipo la vita, il sole, le belle giornate...»

Kendrick era sconcertato. Incrociò le braccia al petto. «Non vorrei mancarle di rispetto, ma sembra qualcosa che un fatto direbbe».

«E perché mai?»

«Primo: la vita fa schifo», i riccioli scuri del ventenne si muovevano mentre frugava tra scatole e confezioni di plastica sullo scaffale di fronte quello vuoto, «secondo: oggi piove... e terzo: oggi è lunedì».

il club dei cuori spezzati // ggukv | (in revisione)Where stories live. Discover now