DIECI

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[farsi belli piace a tutti... ma solo quando lo si è, belli, e parlo di quel che c'è nella tua zucca vuota]

Il vento mi è sempre piaciuto. Fin da quando ero un bambino, ho sempre amato sedermi sul balcone della mia stanza, la sera. Spesso era la soluzione di Kendric, riservata solo a quando non riuscivo a dormire. Fingevo molto spesso, solamente per godermi la brezza serale. Non importava la stagione, e le cose non sembrano essere cambiate.

Mi sposto verso la poltroncina su cui spesso mi addormentavo e inclino la testa, osservando il cuscino verde che ho stretto tra le braccia prima di decidere di abbandonarmi tra quelle di Minseok, ancora una volta. Sfilo la federa e la butto altrove. Meglio il bianco della felpa della prima volta che ho incontrato Jeongguk. È strano pensare che stesse sorridendo. Non a trentadue denti, ma lo stava facendo. Seduto dietro quel tavolo con la lista firme, mi aveva fatto tutt'altra impressione.
Lasciandomi andare alla morbidezza quasi dolce della poltroncina, abbraccio il cuscino ora bianco. Come la luna che illumina questo balcone. Sorrido quando l'ombra di papà copre il tavolino da caffè in vetro per un secondo, poi mi giro a guardarlo mentre si siede sulla poltrona alla mia destra.

Ordina una ciotola di nachos, una di popcorn e una terza di frutta sul tavolino. Accenna un sorriso quando si rende conto del mio sguardo che gli accarezza il viso ancora giovane. «Jeongguk è un tuo fan».

«Mh?»

«Dico...» afferro un nacho e me lo infilo in bocca dopo averlo ricoperto di salsa, «ha adorato Distruzione. Ha detto che era così bello che sembrava vero».

Papà mi imita con un sorriso, annuendo. «E chi non lo ha pensato?» abbassa gli occhi, pensieroso. Le rughe d'espressione si allungano ai lati dei suoi occhi e delle sue labbra, e i rari capelli biancastri in mezzo la sua chioma scura sembrano illuminarsi, sotto la luna. La sua dentatura perfetta mi fa sorridere. Quand'era giovane, mi ha raccontato, vagò di dentista in dentista per anni.

«Io, papà... io non l'ho pensato. Sarà che era vero, sarà che mi ha fatto piangere ad ogni pagina...»

«Tesoro...» accenna una risata, aprendo la lattina di birra con un pff, «Non farmi sentire in colpa. Avrei qualcosa da dirti, però: ho intenzione di parlarne alla prossima intervista».

Il nacho che mi stavo avvicinando alla bocca si ferma a mezz'aria mentre mi irrigidisco. Lo fisso in cerca di un segnale, un qualsiasi cosa che mi suggerisca che non sia serio. Ma lo è. Deglutisco.
«Devi proprio? Se è perché qualcuno ti sta costringendo-»

«No, Taehyung», allunga una mano verso il mio viso e mi accarezza una guancia. Mi mordo il labbro inferiore con forza nel tentativo di reprimere le lacrime. «Nessuno mi costringe. E poi sai come sono, non mi abbandonerei alle critiche solo per una stupidissima pressione da parte della stampa. Ho resistito a cose peggiori e tu lo sai meglio di chiunque altro».

«Ma allora perché? Papà, ti prego...»

«Tesoro, cerca di capirmi. Sono passati molti anni, e sono maturato abbastanza da decidere che è arrivato il momento. Voglio aiutare chiunque si ritrovi nella mia stessa situazione, e se con un'intervista so di poterlo fare... non posso lasciarmi un'occasione del genere alle spalle. Io ho sbagliato a buttarmi tra le braccia della droga, e molti insieme a me».

Mi asciugo gli occhi con lo sguardo basso e ingoio un pezzo di fragola. Gli rubo la lattina, prendendo un gran sorso di birra. Non se la riprende come tutte le volte che provo a bere il suo vino, e mentre gliela restituisco leggo un analcolica in giallo, sopra gli ingredienti.

«Spesso raccontare la propria storia è d'aiuto, Taehyung. E tu lo sai meglio di me».

I miei pensieri vanno per un secondo al club dei cuori spezzati. Annuisco con un accenno di sorriso. «Forse hai ragione... ma, ripeto, non dovresti sentirti forzato. Se scopro che invece è così, non m'importa di dove prenderà posto quest'intervista... vengo lì e sfascio tutto. Capito?»

il club dei cuori spezzati // ggukv | (in revisione)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن