#31 Parte#

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Cap.31

La mattina dopo

Mai p.o.v.

Mi sveglio nel letto di Tom e lo trovo mentre dorme, è una vista surreale, infatti quando dorme non è sereno come lo sono gli altri fratelli lui in un certo senso rimane vigile è come se avesse imparato a rimanere vigile anche mentre dorme. E non posso immaginare quanto quel pensiero è più vicino al vero di quello che possa pensare. Mi rendo conto di quanto avevo ragione quando provo a scendere dal letto per tornare nella mia stanza, non volendo infastidirlo oltre, infatti appena provo ad alzarmi sento una stretta alla vita

Tom: dove pensi di andare???

Mia: non volevo disturbarti, ieri hai lavorato tutto il giorno e io ti tolgo una parte di letto con a mia presenza rovinandoti il meritato riposo.

Tom: non rovini niente, tu non disturbi mai, e poi sei così magra e minuta che anche se fossimo in un letto grande un metro quadrato sarei comodissimo lo stesso.

A quelle parole, dette comunque con un timbro serio, mi si scalda il cuore

Mai: quindi non ti do fastidio se ti sto vicino mentre dormiamo senza i nostri fratelli

Pensavo che si sentisse obbligato a coccolarmi quando ci sono gli altri perché in un certo senso quando siamo tutti insieme in un letto non possiamo dormire tutti staccati e comodi, non sto dicendo che non m piace dormire insieme, anzi io sono super comoda, ma io sono appoggiata sul largo, morbido, sodo e caldo petto di Tom, gli altri invece sono tutti schiacciati fra di loro.

Tom: no, anzi mi piace molto stringere il tuo corpicino morbido e formoso, ricoperto da quei tuoi strani pigiami pelosi, che lasciano i tuoi piedini congelati. Secondo te chi ha stabilito la "formazione" in cui dormiamo tutti insieme, io non vogli che i miei fratelli ti tocchino troppo.

Io sono un po' perplessa a quella frase e lui lo capisce forse dalla mia faccia.

Tom: piccola tu devi sapere che i nostri fratelli non hanno gli stessi miei "diritti" su di te. Infatti il tuo corpo mi appartiene come il mio appartiene a te. Ovviamente anche i miei fratelli possono coccolarti baciarti e prendersi cura di te, però io diciamo che in un certo senso non sono solo tuo fratello, ma sono anche il tuo ragazzo.

Io non so se scoppiare di felicità oppure se riempirlo di domande per saperne di più. Decido per la prima e mi avvicino per stringerlo, però poi penso che se lo abbraccio potrebbe dargli fastidio quindi mi limito ad avvicinarmi così che sia lui a decidere se prendermi fra le braccia oppure allontanarmi.

Tom p.o.v.

La vedo avvicinarsi, se in un primo momento sembrava volesse buttarsi fra le mie braccia, un attimo dopo si ferma di colpo: come se attendesse qualcosa.

Poi capisco, lei ha paura di darmi fastidio; a quel punto la sollevo tra le mie braccia e la appoggio sul mio petto mentre la riempio di baci sulle guance, questo gesto non è proprio della mia personalità, ma vederla lì esitante a toccarmi per non darmi fastidio, mi ha fatto venire un moto di tenerezza.

Tom: non devi mai avere paura di toccarmi, ovviamente quando non siamo soli bisogna mantenere un atteggiamento consono e io devo rimanere lo zar di ghiaccio per proteggere il mio impero, però tu in quanto mia zarina puoi sederti in braccio a me appenderti al mio braccio, ballare con me... e inoltre quando siamo soli devi sapere che a me il tuo tocco fa molto più che piacere.

Mia: ma ieri...

Tom: ieri ero arrabbiato con Ilaria e ho perso il controllo, e mi dispiace per questo, ma chiunque altro al tuo posto sarebbe morto.

A quelle parole quasi si mette a piangere e ne sono sicuro perché vedo le sue lacrime, a quel punto le do un bacio sulla tempia e mi dirigo verso la porta per andare a fare colazione insieme ai miei fratelli. A non sento i suoi passi dietro di me e vedo una cosa orribile, lei si è inginocchiata con la fronte appoggiata a terra ai piedi del letto. Quella posizione la conosco fin troppo bene, è una posizione di sottomissione, lei aspetta la punizione che le ho promesso nel mio scatto di rabbia, forse è per questo che è così timorosa di toccarmi e parlare con me.

Tom: cucciola io non ti voglio punire, quello era uno scatto di rabbia, non meriti una punizione. Inoltre se ti avessi voluto punire non avrei aspettato questa mattina per farlo, non ti avrei stretta tra le braccia tutta la notte. Certo mi hai disobbedito, ma uno dei tuoi compiti principali è quello di donarmi l'umanità che mi manca nelle decisioni,  è come se tu dovessi farmi notare quando sono troppo crudele. Ovviamente non davanti a altri e solo quando questo tuo intervento non mina la mia autorità. quello di ieri non deve ripetersi e non si ripeterà, per quanto riguarda il tuo e soprattutto il mio comportamento.

Maia p.o.v.

Sono confusa.

Aveva detto che mi avrebbe punito in un modo terribile, gli ho disubbidito, e non mi punisce più...vuole abbandonarmi??? No, ha detto che non mi avrebbe mai lasciato, forse sono stata troppo cattiva, ma non voglio tornare a prima, senza di lui, senza i miei fratelli, senza abbracci, decido di piegarmi ancora di più implorandolo di non abbandonarmi.

Ma: ti prego non abbandonarmi, puniscimi, picchiami, se...se vuoi...uccidimi, ma ti prego non voglio tornare a vivere senza di voi, senza...i vos...tri abbracci, i baci le coccole...

Tom p.o.v.

Non serve che dica altro, mi inginocchio vicino a lei e la stringo tra le braccia, fino quasi a soffocarla

Tom: cucciola noi non ti abbandoneremo mai, tu non tornerai in quel luogo angusto e crudele. Non ti punisco perché non hai sbagliato, ho sbagliato io. E se ci tieni a punire qualcuno forse dovresti punire me.

Lei si stringe fra le me braccia e infila la testa fra il mio collo e la spalla dove sento le sue lacrime scivolare, io la prendo in braccio la stringo e poi chiamo i miei fratelli e dico di portare su la colazione. Dopo 5 minuti li sentiamo entrare il vassoio viene abbandonato sul comodino e tutti si dispongono in modo che il corpicino di Maia sia in mezzo così che tutti possano coccolarla e stringerla. l'ho ferita una volta e non deve ripetersi, da oggi sarò migliore sarò perfetto se serve non posso fallire.

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