Capitolo 11

8.8K 415 24
                                    

Rose's P.O.V.

«Fallo con calma, piccola. Se è davvero così traumatizzante, devi stare tranquilla e parlarmi». Prende le mie piccole e calde mani, intrecciando le sue dita con le mie. «Okay?». Anniusco.

Mi metto comoda sulle sue gambe e sospiro. «Avevo 15 anni ed ero andata in discoteca con dei miei amici. Ero un pò brilla, ma mi ricordo ancora cos'era successo quella notte».

Io e Skylar stavamo ballando in mezzo alla pista come due matte. Non ci eravamo mai divertite così tanto in vita nostra, fortuna che i miei mi hanno permesso di andare in discoteca per la prima volta in vita mia. Skylar è la mia migliore amica e... È lesbica, ma gli ho esplicitamente detto che sono etera e non mi interessano le donne. Oggi, però, posso anche fare un'eccezione.

“Ehi, amore!”. Mi chiama e mi giro verso di lei. “Almeno questa sera mi baci?”. Mi chiede ed io ci penso un pò su. “Dai, solo questa volta! Siamo in discoteca!”.

“E va bene”. Alzo gli occhi al cielo e prendo il suo viso fra le mie mani, premendo le nostre labbra in un bacio molto lungo. Socchiudo le labbra e lei coglie l'opportunità di infilare la sua lingua ed accarezzare la mia. L'alcool mi fa fare cose che da sobria non le farei neanche in un universo parallelo. Si stacca e si lecca le labbra prima di darmi un bacio a stampo.

“Grazie, amore!”. Mi abbraccia intorno il collo ed io ridacchio.

“Sì, ma non credere che adesso starò con te”. Ridacchio ancora e lei pure.

“Lo so, ma quanto sei cattiva!”. Fa il finto broncio ed io roteo gli occhi al cielo.

“Vado al bagno, poi ce ne andiamo via di qui, okay?”. Gli chiedo e lei annuisce, andando verso il bancone dei liquori.

Mi dirigo velocemente verso i bagni delle donne, facendomi spazio fra tutto quell'ammasso di gente che ballava a ritmo con la musica. Esco dalla folla con il fiatone e i tacchi che stanno massacrando i miei piedi, mentre apro la porta. Entrando dentro, vedo un uomo che si sta lavando la faccia ed una donna per niente sobria con i vesiti un pò spieghazzati e il trucco un pò sbavato. Lei se ne va dal bagno ed io passo dietro l'uomo. È giovane, verso i vent'anni, ha i capelli marroni e gli occhi color azzurro cielo.

“Ehi, signorina. Ma che belle gambe che hai”. Mi prende per un polso e mi sbatte contro la porta, chiudendola a chiave. Fa viaggiare le mani sulle mie gambe nude. “Molto belle, come ti chiami?”.

“J-jennifer”. Mento.

“Bene, Jennifer. Vuoi diveriti un pò con Max?”.

“T-ti prego, lasciami andare”. Balbetto impaurita.

“Oh, no... Sei bella e anche molto sexy, quindi, tu ed io avremo qualche momento privato qui in bagno come è successo a quella donna che hai visto poco fa”. Mi spinge contro il lavandino, mettendomi a novanta così che la gonna si alzi e scopra il mio fondoschiena che è coperto solo da degli slip della Victoria's Secret. “Uh, belle mutandine”. Tira l'elastico e lo lascia andare, facendolo andare in contatto la mia pelle. “E che bel culo, Jen”. Mi accarezza una natica, per poi schiaffeggiarla. “Sai...”. Si avvicina al mio orecchio. “Le ragazzine come te non dovrebbero entrare in discoteche come questi, dove ci sono puttanieri ovunque... Ma l'hai fatto tu la scelta di venire qui. Sei una ragazza senza speranze ed i sogni in frantumi”. Tira giù i mie slip e lo dento maneggiare la lampo dei suoi pantaloni e il rumore della plastica del preservativo. Ed ecco come perderò la mia verginità. “Non sentirai niente, tesoro”. Dice, divaricando leggermente le mie gambe ed infilando il suo lurido cazzo dentro di me con tanta forza.

“Cazzo! No, ti prego! Basta!”. Urlo dal dolore e lui mi tappa la bocca con la sua mano.

“Ah, una verginella. Beh, sei più stretta e ci godo di più”. Sbatte i suoi fianchi contro il mio sedere mentre un liquido caldo scivola dal mio inguine fino alle caviglie. Urlo dal dolore, ma a lui non gli importa se non spingere dentro di me con violenza e senza pietà. Le mie urla vengono soffocate con la sua mano davanti la mia bocca e credo proprio che questo incubo finirà soltanto quando lui verrà dentro di me. “Devi gemere o qui non finiremo più, tesoro”.

Esito un pò, ma poi eseguo i suoi comandi, cercando di dimenticare il dolore e dando spazio un pò al piacere. “Mmmh...”. Mugolo contro la sua mano e sento anche lui gemere, rumorosamente però.

“Oh, sì. Tesoro, vai così e verrò molto presto”. Velocizza con i fianchi.

Rivolgo gli occhi allo specchio e vedo lui dietro di me che cerca di arrivare al culmine, spingendo con i suoi fianchi. Mi sembra di vedere tutto a rallentatore una volta che la sua bocca assume la forma di una “o”, spingendo più in profondità e facendomi inarcare la schiena una volta che anche io ho raggiunto l'apice.

Toglie la mano dalla mia bocca ed inizia a mettersi a posto i pantaloni. Mi tiro velocemente su le mutande e prima ancora che possa andarmene lui mi prende per il polso. “Cosa vuoi?”. Gli chiedo in modo freddo.

“Prova a dire questa cosa a qualcuno e giuro che verrò ad ucciderti”. Dice, avvicinandosi con il viso.

“Fanculo”. Gli sputo in un occhio e lui fuma di rabbia.

Mi prende e mi sbatte per terra, dandomi dei calci allo stomaco. È tutto così surreale, è solo la mia prima volta in discoteca e vengo stuprata e violentata. Da altri calci dopo essersi assicurato che stavo sputando sangue sul pavimento.

“E ora lavati quella bocca ed esci di qui senza dire niente a nessuno o almeno, non dire che sono stato io o farò di peggio”. Mi punta un dito contro, per poi alzarmi e lavarmi la bocca con l'acqua ed obbligandomi a sciacquarla così che il sangue possa sparire.

Se ne va via, sbattendo fortemente la porta e solo in quel momento scoppio a piangere non per il dolore fisico, ma per la paura.

Harry si ammutolisce, guardandomi con occhi spalancati. Ecco il segreto che voleva tanto sapere, è molto traumatizzante e anche a dir poco spaventoso se vissuto in prima persona.

«Quella sera, in tanti mi chiesero che cosa mi ero fatta al ventre e perché sgocciolavo sangue ovunque». Mi asciugo le lacrime sul viso. «Gli ho semplicemente detto che ero caduta dalle scale mentre cercavo il bagno e mi era arrivato il ciclo».

«Oh, piccola. Vieni qui». Mi abbraccia ed appoggio la testa sulla sua spalla, singhiozzando. «Mi dispiace così tanto, vorrei esserci stato in quella santissima discoteca e salvarti da quel figlio di... Una buona donna».

«Avevo tanta paura». Mormoro e lui mi accarezza la schiena e la testa.

«Lo so... Lo so». Lo sento annuire. «Tranquilla, ci sono io qui. Ci sono qui per difenderti e giuro che il primo ragazzo che ti torcerà anche un solo capello, lo farò a pezzettini»

Sorrido debolnente e disegno dei piccoli cerchi sulla sua spalla. «Grazie, Harry. Ti amo per questo». Non ci credo, gliel'ho detto ancora una volta.

«Ti amo anche io, pinguina ». Corrugo la fronte con aria divertita.

Alzo la testa per vederlo in faccia. «Pinguina?». Ridacchio.

«Sì, sei la mia pinguina». Mi morde la punta del naso. «Voglio chiederti un'altra cosa».

«Dimmi tutto, pinguino ».

«Vieni in America con noi?».




































------------------------

Evvai, sono riuscita a fare il doppio aggiornamento!

Mi amate, vero? Perché io amo tanto voi! ♥

E il segreto è stato svelato! XD Sono, addirittura, felice io di averlo scritto finalmente :D

Vi è piaciuto? Sì? No? Fa schifo? Provate ribrezzo? Volete che continui? Volete che la elimino? Okay, la smetto.

Ci si sente al prossimo capitolo. Baci baci :* :*

The Babysitter √Where stories live. Discover now