Capitolo 14

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Rose's P.O.V.

Mi siedo sui sedili posteriori del taxi, mentre Harry davanti con il taxista vicino. Pensare che ieri eravamo in Inghilterra e adesso siamo in America, è veramentre strano pensarci. Ci stiamo dirigendo verso la casa dei genitori di Harry, dato che restare in un hotel per settimane non sarebbe stato molto comodo con dei bambini dietro.

«Rose?». Lily tira leggermente la manica del mio cappotto e mi rivolgo a lei con un piccolo sorriso. «La nonna starà bene?».

«Certo che starà bene, è solo un pò stanca». La rassicuro con un bacio sulla fronte e lei si accoccola sul mio petto.

Il taxi si ferma e scendo con Lily in braccio e Jamie che ha una mano che sta aggrappando il mio cappotto. Non sono mai stati in Detroit e si sentono un pò spaventati in una città sconosciuta ai loro occhi. Beh, non voglio biasimarli. Reagirei anche io così se fossi stata in loro.

Il taxista aiuta gentilmente Harry a portare i bagagli dentro casa. La casa dei genitori di Harry è decisamente più grande della sua casa messa insieme a quella dove abito io. Ma sono milliardari?

«Grazie, ecco». Harry allunga delle banconote al taxista e lui ringrazia con un sorriso e congedandoci con la testa. «Bene, voi bambini potete guardare la TV, mentre io e Rose mettiamo a posto tutti i bagagli. Cercate di non distruggere la casa dei nonni prima ancora di averli incontrarli, okay?». Quasi glielo supplica ed i bambini corrono in salotto a guardare la televisione mentre Harry sospira, roteando gli occhi al cielo.

«Dai, andiamo». Prendo la valigietta di Lily e la mia ed Harry la sua e quella di Jamie. Saliamo le scale e poco dopo sento dei denti mordermi leggermente il sedere. Ma che cazzo?! «Harry!». Sussulto e lo sento ridere. «Non è divertente!». Bisbiglio, urlando.

«Scusa, piccola, ma il tuo culo è davvero perfetto e ho voluto dargli un piccolo morso». Appoggiamo le valigie per terra una volta aver raggiunto il primo piano della casa. Sì, perché ci sono due piani in questa villa.

«Lo devo prendere come un complimento?». Inarco un sopracciglio e lui annuisce in risposta. «Allora, grazie».

«Ma di niente, pinguina mia». Lascia andare le valigie e prende il mio viso fra le sue mani, baciandomi appassionatamente.

Mi stacco subito. «Harry, ci sono i bambini». Sussurro.

«E allora? Stanno guardando la TV». Si attacca di nuovo alle mie labbra ed io sorrido nel bacio.

Metto le mani sul suo petto per spingerlo lievemente via da me e prendo le valigie dei bambini. «Qual è la stanza dei bambini?». Chiedo.

Sbuffa, ma sorride comunque. «È quella in fondo a sinistra». Indica con il dito ed io gli pianto un bacio sulle labbra prima di andare verso la stanza.

Apro la porta e metto a posto le valigie dei bambini. Non ho ancora detto a mio padre che sono già arrivata qua a Detroit, ma voglio fargli una sorpresa dopo che avremo visto la madre di Harry. Ci metto un'abbondante mezz'ora per mettere a posto i vestiti dei bambini ed esco dalla stanza, sospirando. Davanti a me ci sono le scale che portano al piano superiore e salgo subito per vedere come è. È totalmente uguale a quello di sotto, solo che c'è un'altra rampa di scale che porta al balcone che da una vista stupenda dall'alto. Salgo di nuovo le scale e sul balcone vedo la figura di Harry che è appoggiato mentre guarda l'orizzonte con espressione pensierosa. Apro le finestre, ma lui ignora totalmente la mia presenza.

«Harry?». Gli tocco il braccio, ma non mi degna neanche di uno sguardo. «Ehi, che hai?». Mi metto di fronte a lui e avvolgo la sua vita con le mie braccia. Finalmente, si muove e mette le sue braccia intorno a me, stringendomi forte vicino a lui. «A cosa stavi pensando?». Gli chiedo, appoggiando la guancia sulla sua spalla.

The Babysitter √Where stories live. Discover now