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"Io? Stonato? Impossibile." Ridacchiò il castano "La mia voce era impeccabile, come sempre." Continuò, quasi offeso.

Sembrava averla presa particolarmente sul personale.

"No, semplicemente tu sei troppo egocentrico per ammettere che fai degli errori. Io invece, che lo sento quando sbagli, te lo dico. Devi alzare il tono di voce al secondo "if you fall". Lo fai troppo basso, devi andare più alto." Rispose Shigaraki.

A Kirishima era sembrata buona l'informazione.

Ovviamente non era un esperto, e per carità, non erano affari suoi, però quei due gli davano la sensazione di persone che cercassero, costantemente, scuse per discutere.

"D'accordo, primo, da quando sei esperto di doti canore? Secondo, se faccio quel pezzo più alto dopo non va con la melodia, te l'ho detto un miliardo di volte."

Non ci volle molto perché i due si mettessero a litigare.

Dopo neanche dieci minuti era diventata una discussione abbastanza accesa.

Toga scosse la testa, ridendo, e si avvicinò alla postazione del rosso per cercare il suo plettro nella sacca che aveva appoggiato lì precedentemente.

"Senti, ma loro due fanno sempre così?" Chiese Eijirou, incuriosito.

"Uh? Chi? Shigaraki e Chisaki?" La ragazzina rise, mentre lo diceva "Altro che. Mi sorprende che non siano ancora arrivati alle mani, anche se spesso ci sono andati vicino. Shigaraki lo odia, lo odia con tutto il cuore, ma non può permettersi di mandarlo via, tantomeno Chisaki può permettersi di andarsene. Sono dipendenti uno dall'altro." Continuò, guardando verso Chisaki "Sono il classico cane che si morde la coda. Litigano, si sopportano, litigano, si sopportano." Rise di nuovo.

Detto questo, se ne tornò sul palco, saltellando.

A quel punto, il rosso realizzò che fino a quel momento la ragazza non aveva neanche avuto il plettro tra le mani. Quindi non c'erano speranze che suonasse a breve.

Aveva però notato il modo in cui la maneggiava, quella chitarra. Himiko sarà anche stata giovane, ma si vedeva che non era una novellina.

Doveva saperci fare. Ora era ancora più curioso.

"Farò come dici, allora. Comunque non trovo sia necessario farlo più alto." Affermò Kai, prendendo nuovamente il microfono in mano.

"Ma se io, che sono il leader, dico così, facciamo così. Punto."

Questa fu la risposta di Shigaraki.

Non sembrava una risposta valida, anzi, non lo era per nulla, ma si vede che il castano non aveva poi così tanta voglia di discutere, perché si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

"Riprendiamo dall'inizio."

Il resto della mattinata passò abbastanza velocemente, sebbene tra una litigata e un'altra.

Il ragazzo dai capelli azzurrini, cercava ogni piccolo errore nella voce di Chisaki, e lui cercava ogni errore nel modo di suonare di Shigaraki.

Alla fine di ogni pezzo puntualizzavano tutto, anche il minimo errore.

Kirishima era convinto che, se uno dei due avesse fatto un respiro di troppo durante la canzone, si sarebbero messi a discutere pure su quello.

In compenso, dopo 4 ore di tortura, Kirishima era finalmente riuscito a sentire come suonava la biondina.

Suonava veramente bene.

La cosa che ad Eijirou era piaciuta molto, era che, quando sbagliava, riusciva a riprendersi perfettamente.

Non era una dote da tutti.

Lui ci aveva messo anni a non fermarsi durante il pezzo dopo aver sbagliato. E improvvisare? Oh, non parliamo di quello. Non era mai stato bravo. Alla fine aveva imparato, sì, ma solo dopo infinite sessioni di studio.

Appena quei quattro se ne andarono, Kirishima se ne andò nello stanzino dove aveva lasciato la chitarra e lo zaino.

Prese un bel respiro e si sedette a terra, appoggiando la testa al muro.

Aveva il mal di testa a forza di tutto il loro bisticciare. Ed era solo il primo turno del primo giorno. Sperava che suonassero una sola volta a settimana. Due, al massimo, o non sarebbe sopravvissuto.

Pe fortuna aveva un'oretta di pausa prima che arrivasse l'altro gruppo, così decise di mangiare velocemente e di mettersi a suonare qualcosa, giusto per passare il tempo.

Infatti, il ragazzo prese il suo amato strumento e incrociò le gambe, iniziando ad accordarla. Afferrò il plettro e decise di suonare una canzoncina a caso. Facile, simpatica. Per passare il tempo.

Non l'aveva scritta lui, non questa, però gli piaceva particolarmente. Non era nata come canzone da chitarra, ma lui l'aveva imparata comunque, non era stato difficile capire la melodia.

Era certo di non avere il tempo di suonarla tutta.

È vero che era in pausa, ma voleva far trovare il posto pulito per quando sarebbe arrivato l'altro gruppo, così pensò di suonare solo un po', solo un verso. Magari il ritornello.

Iniziò a pizzicare le corde col plettro con delicatezza, quasi a paura di rovinare il suo strumento, per lui così importante.

Non era un cantante, no, ma non era nemmeno terribile.

Poi, insomma, suonare mentre si canta non è molto romantico? Perché Kirishima era così, un po' romantico, un po' sognatore.

Non era mai stato un fan delle relazioni brevi, quelle dove ci si mette insieme quasi come una distrazione.

Lui voleva qualcosa di davvero romantico. Ballare sotto la pioggia, guardare le stelle, fare il bagno al mare di notte. Sembrava stupido, ma lui ce l'aveva un po' questa fissa delle anime gemelle. L'idea del filo rosso che ci connette ad una sola persona al mondo.

Mosso un po' dai quei pensieri, le sue labbra si aprirono da sole, iniziando a cantare il motivetto di quella canzone, con un sorriso.

"Anche quando poi saremo stanchi
Troveremo il modo per navigare nel buio
Che tanto è facile abbandonarsi alle onde
Che si infrangono su di noi
Dimmi dove sei, vorrei parlarti
Di tutte quelle cose che
Ho mandato già in fumo
Colpa della solitudine
Non l'ho mai detto a nessuno
A nessuno tranne che a te"

Canticchiava sorridente quella bella canzone. Adorava l'autore. I suoi testi erano sempre estremamente poetici. Non necessariamente allegri.. ma molto belli. E a lui bastava.

In tutto questo, il ragazzo dai capelli scarlatti non si era accorto che una figura conosciuta lo stava ascoltando.

Esattamente, perché Aizawa, che per la cronaca stava passando di lí soltanto per andare a prendersi del caffè, lo aveva sentito suonare.

Si era fermato, incuriosito.

Insomma, il gruppo della mattina se n'era andato, e quei quattro non erano affatto tipi da canzoni d'amore.

Quando si era accorto che a suonare era quel giovane che aveva appena assunto come tecnico delle luci, rimase positivamente impressionato.

Non aveva idea che sapesse suonare la chitarra.

Sapeva riconoscere un bravo musicista, quando lo vedeva, o meglio ascoltava, ed era sicuro che Kirishima fosse uno di quelli.

Niente male.

Pensò, tornando a camminare verso la macchinetta del caffè.

Proprio niente male...

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"Poetica", Cesare Cremonini.

"Welcome To The Show" -KiriBaku- [Ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora