8||Jerry

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Il giorno dopo,io e Anna ci svegliammo più che bene: sembravamo gioiose di vivere e di andare contro questo mondo orribile,disgustoso,insieme a tutti gli altri aggettivi dispregiativi che,adesso,non mi vengono in mente.

Anzi...Ero talmente felice che,per una volta nella mia vita,ebbi la voglia di legarmi i capelli in una maniera diversa:in questo caso,mi feci aiutare da Marilla,per fare uno chignon con i capelli sciolti.

Ammetto che è complicato da spiegare,ma era venuto veramente bene. Marilla sapeva come trattare i capelli di una ragazza...Sarebbe stata la madre perfetta e,questo pensiero,mi fece spuntare un sorriso,che la signora Cuthbert notò.

-Come mai quel sorrisino,Caterine?- domandò,prima di mettermi l'ultima forcina e aiutarmi ad alzarmi dal piccolo sgabello di legno di abete.
-Stavo pensando a quanto lei sarebbe perfetta come madre-le risposi,prima che lei sorridesse e mi fece segno di abbracciarla.

Abbracciare qualcuno,che non fosse Anna o Gilbert,mi fece veramente bene...Strinsi la signora che,ormai,era diventata la mia tutrice legale: era diventata mia madre.

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Eravamo arrivate a scuola,quando Billy sbucò da dietro le mie spalle,facendomi saltare dalla paura.
-Quel ragazzo non ha niente di meglio da fare,se non infastidirci,con i suoi modi da personaggio inutile-disse Anna,prima di lanciare uno sguardo di fuoco al fratello di una delle sue nuove conoscenze.

-Sono d'accordo con voi- disse una voce maschile alle mie spalle,facendomi saltare e voltare verso di lui: Gilbert...ovviamente.
-Mi avevi promesso che non l'avresti più fatto-gli dissi,prima che lui mostrasse la sua dentatura perfetta e iniziasse a ridere.

Alla fine feci diventare il mio broncio,un sorriso,come quello di Blythe,ma mia sorella rovinò il momento,dicendo che saremmo dovute entrare,perché,altrimenti,il signor Philips ci avrebbe punite.

Al solo sentire pronunciare quel nome,mi venne ribrezzo: quel soggetto non era certo il pensiero più bello che si possa fare,soprattutto se lo hai a meno di un metro di distanza.
Sospirai,prima di farmi trascinare da mia sorella ai nostri posti.

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La lezione andava lenta e il tempo,sembrava quasi essere stato congelato dalla regina degli ghiacci che aveva inventato la fervida immaginazione di mia sorella.

La lezione stava andando bene,finché Philips non chiese a Diana di rispondere a una domanda.
La ragazza,non sapendo cosa dire,rimase muta,come la melodia degli uccellini in inverno.

Mia sorella,vedendo la ragazza spaesata, si alzò di scatto,rispondendo all'insegnante e ,seppur la risposta fosse giusta,facendolo diventare rosso dalla rabbia.
-Non ho fatto il suo nome! È inaudibile che lei risponda,senza che io le chieda di farlo- disse l'uomo,prima di sorridere sotto gli enormi baffi e indicare a mia sorella la cattedra -venga qui-continuò,con un sorriso maligno sul volto.

Quell'uomo non mi piaceva e feci bene a non adorarlo,siccome ebbe la fantastica idea di mettere mia sorella davanti alla lavagna e deriderla,chiamandola "orfana".

Mia sorella non rimase lì a lungo...Tutto ciò,anche il semplice essere chiamata "orfana",le ricordava l'orfanotrofio,dove di certo non eravamo ben accette.
Guardò tutti,prima di scappare dalla classe.

-Anna!- urlai,prima di dirigermi verso la porta,ma mi fermai un attimo e mi girai verso l'insegnante
-Se questo lei lo chiama "metodo di apprendimento corretto",allora le consiglierei di lasciare il suo posto a qualcuno di più consapevole- gli dissi,prima di aprire la porta e correre verso mia sorella.

Probabilmente avevo sbagliato a rivolgermi così,con un'insegnante,ma lasciatemi condividere il mio parere: quel uomo era un'essere spregevole.
-Anna!- urlai ancora,quando la chioma davanti a me,spintonò un ragazzo,dopo averci tenuto una piccola conversazione.

My Caterine ShirleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora