10||Il biglietto

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Il giorno dopo,quando andammo a scuola,sembrava tutto troppo silenzioso:anche gli uccellini,che la mattina mi graziavano con il loro dolce canto,sembravano aver perso la gioia di estasiarmi.

Quelli,che avrebbero dovuto prendere i panni dei nostri compagni,si trovavano davanti alla bacheca e la guardavano come se fosse stata maledetta da qualche essere maligno.
I loro bisbigli erano tutt'altro che positivi:"è impossibile l'abbia notata qualcuno" o "qualcuno ha notato lei,ma non me" o frasi del genere,come se l'invidia li avesse presi dalla testa ai piedi.

Essendo curiosa di capirci qualcosa,come era di mia natura,mi avvicinai alla bacheca e quello che vidi mi lasciò di sasso: attaccato alla bacheca vi era un foglietto con su scritto "Caterine,cosa devo fare per piacerti?"

Lessi quel messaggio più e più volte,pensando fosse tutta una messa in scena,che fosse tutto organizzato da quei ragazzi che tanto si divertivano a prendermi di mira...Magari era proprio cosi: magari avevano scritto loro quel messaggio così perfetto.

-Chi l'ha scritto?- domandai,staccando quel foglietto dalla bacheca,così un ragazzo,lo stesso che il giorno prima mi aveva spiegato l'inutilità di quella bacheca,si avvicinò a me.
-Lo abbiamo trovato stamattina...Nessuno sa chi può essere stato- mi rispose tranquillamente,prima che io spezzettassi quel fogliettino in mille pezzi e lo buttassi a terra.

-Non è divertente prendersi gioco dei sentimenti delle persone- dissi,asciugandomi una lacrima che scendeva lenta,continuando il suo percorso,per poi cadere su uno di quei pezzettini di carta e bagnarlo.

-Non è divertente- dissi ancora,prima di allontanarmi dal gruppo e tornarmene a green gables. Un giorno a casa,non mi avrebbe fatto male,soprattutto se era per aver ricevuto un messaggio anonimo che,probabilmente,era stato scritto da quei ragazzi che tanto si divertivano a vedermi crollare.

Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno e l'unico che mi capiva veramente bene era Jerry. Il ragazzo francese amava sentire me,o Anna,fare conversazioni sulla nostra vecchia vita:lo meravigliavano.
-Jerry- lo chiamai,appena giunsi a casa,anzi,nel fienile.

Sapevo che lo avrei trovato lì e,difatti,così fu.
Come suo solito era lì, a spalare il fieno,creando delle piccole montagnette.
-Oh Caterine- disse lui,appena mi vide,prima che io mi sedessi su uno dei mucchietti di fieno che aveva creato.

-Hai pianto?- domandò,avvicinandosi a me,e guardandomi la faccia,provando a studiarmi...Provando a capire cosa avesse portato le mie lacrime a sgorgare dal mio viso pallido.
-dîtes-moi- mi invitò,cercando di farmi capire che qualsiasi cosa sarebbe successa,mi avrebbe ascoltato.

Si sedette al mio fianco,mentre io guardavo un punto impreciso,asciugandomi un'altra lacrima che stava scendendo velocemente.
-Qualcuno ha scritto un messaggio sulla bacheca,chiedendomi cosa bisognasse fare per farsi accettare da me,ma io penso che siano stati quei primitivi dei miei compagni-dissi,poggiando la testa sulla sua spalla,mentre lui sospirava.

-Tu chi speri che sia?-domandò il ragazzo,guardandomi,prima che il mio cervello partisse per farsi milioni di domande:chi volevo che fosse? La risposta era sempre la stessa,ma scacciavo quel nome come se fosse fuoco e io mi stessi bruciando.

-Non lo so- dissi,per la prima volta nella mia vita. Ero abituata a farmi tante domande,ma non a non sapere quello che volevo: non ero una ragazza indecisa,invece,in quel caso,mi sembrò di essere nata con l'indecisione nel corpo,come se non sapessi più quello che volessi.

Perché era così...Quando pensavo a quegli occhi nocciola e a quella faccia perennemente confusa,finivo con non capirci più nulla.
Gilbert Blythe stava diventando la mia rovina e io lo stavo capendo solo adesso.

GILBERT
Quando arrivai a scuola,fui meravigliato dal non vedere Caterine,anzi no,non meravigliato,scioccato: non era dalla ragazza dai capelli rosso fuoco perdere una giornata scolastica.

-Ehi Anna- dissi,prendendo la ragazza per un braccio e portandola nello stanzino di Philips,dove si trovavano i suoi oggetti per lavorare.
Beh "lavorare",che sia chiaro,perché quell'uomo non ci ha mai insegnato veramente qualcosa.

-Cosa c'è Blythe?- domandò la ragazza,che molti reputavano pazza,mentre incrociava le braccia al petto,guardandomi storta.
Probabilmente mi odiava a morte,dato che l'avevo chiamata "Carotina",riferendomi ai suoi capelli color arancio/rosso.

Quella ragazza era così simile alla sorella,ma allo stesso tempo così diversa: avevano i tratti corporei uguali,ma di carattere quella che colpiva di più era Caterine...Era una ragazza così riservata,con un cuore enorme. Probabilmente non dava la chiave per aprire quel cuore a tutti,anzi,sicuramente.

Speravo veramente di essere una di quelle persone,anzi...Ho avuto anche il coraggio di scrivere un bigliettino,che avevo messo sulla bacheca. Il giorno precedente mi aveva dato così tanti segnali,che così ho pensato di provarci.

-Dov'è Caterine?- domandai,appena mi fui ripreso dal mio stato di incoscienza.
-È andata a casa. Qualcuno ha avuto la geniale idea di scrivere un messaggio,sulla bacheca, su di lei e diciamo che non l'ha presa bene. Avrei avuto la sua stessa reazione: è corsa verso Green Gables piangendo- disse la ragazza,sospirando,per poi mandare una delle sue trecce ribelli,indietro.

-Piangendo?!- domandai,facendo la mia solita faccia confusa.
La ragazza annui,sciogliendosi leggermente e guardando da un'altra parte,come se fosse spaventata...Come se pensasse che io la potessi mangiare.

-Chiunque sia stato me la paga...Cate è la mia gemella e vederla in quello stato è orribile. Non la vedevo piangere da anni,ormai. Ma poi...quale essere mostruoso si diverte a prendersi gioco di una ragazzina dai capelli rossi?- disse la ragazza,per poi alzare i suoi occhi e guardarmi,in cerca di una risposta,ma io avevo perso ogni parte del suo discorso.

Io non volevo far male a Cate,volevo far sì che la ragazza mi accettasse,non come un semplice amico,ma come qualcosa di più.
Probabilmente,però,non c'era speranza.
Probabilmente i sentimenti che io provavo per lei,lei li provava per il ragazzo francese.

"E se fosse veramente così?" Mi dissi tra me e me,per poi tirare indietro la testa,sbuffare e uscire da quella stanza.
Mi sedetti al mio posto,ma non ascoltai Philips: ero troppo impegnato a pensare al francesino e alla ragazza dai bellissimi capelli color fuoco,insieme.

Vi informo solamente che non era un bello spettacolo.

Spazio meee
Hi guys!
Beh beh
Gilbert mi combina disastri
E Caterine è un po' scema
Comunque ho delle cose da chiedervi:
Praticamente mi piacerebbe iniziare una storia a tema "The100",giusto perché amo quella serie tv e in questi giorni mi sta venendo un sacco di ispirazione.
A voi andrebbe bene?
Fatemelo sapere,perché vorrei davvero saperlo❤️
Grazie mille a chi me lo dirà :D
Deni

My Caterine ShirleyWhere stories live. Discover now