17. Inizio e Fine

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⚠️ Trigger Warning ⚠️
In questo capitolo ci sono lievi riferimenti a disturbi alimentari e sangue. Leggete con cautela ❤️



Le settimane che seguirono la chiusura del caso furono le più calde mai ricordate negli ultimi vent'anni. Il sole d'agosto faceva sciogliere l'asfalto stesso e molte più persone restavano negli uffici fino a tardi. La scusa degli straordinari era una buona occasione per scroccare aria condizionata, e respirare così un'ora in più.

La differenza non si fece sentire, invece, per Eren e Levi. Le loro routine quotidiane li legavano indissolubilmente alle rispettive scrivanie, o alla sala relax, o alla scala tra il 38° ed il 39° piano, sempre deserta, su cui si rifugiavano per restare un po' soli.

Trascorrere del tempo insieme era diventato, anche se Levi non l'avrebbe mai pensato possibile, ancora più difficile. Perché ora, tutti gli occhi erano puntati su Eren. Sul giovane Beta che aveva "soffiato" il caso di Ackerman e l'aveva pure vinto. Non pochi scherzavano e lo provocavano, mettendolo in guardia.

«Ti fotterà la promozione se continua così!»

«Non sei neanche un po' geloso del nuovo pupillo di Smith, che ti ha sostituito?»

E Levi era geloso, sì, anche se non per i motivi che pensavano loro. Notava le visite di tutti quei colleghi all'ufficio del suo – segreto – compagno; notava le fusa che la sua nuova assistente Omega – dono di Smith – sembrava pronta a fargli.

Nonostante sapesse in cuor proprio che Eren era suo soltanto, non riusciva a impedirsi di ringhiare sommessamente ogni qualvolta il ragazzo veniva convocato nell'ufficio del capo, tornando con indosso il suo odore che trasudava potere e dominio.

Inoltre, Levi era preoccupato. Le nausee di Eren non si erano placate, al contrario, e il suo lento e costante dimagrimento lo teneva in perenne stato di allerta. Erano un paio di chili ma sul suo fisico già scarno, ai suoi occhi, risultavano abbastanza evidenti. La già poca carne che lo ricopriva era andata assottigliandosi, palesando al tatto la durezza delle costole. Ogni volta che gliene faceva cenno, Eren sminuiva la faccenda addebitando il tutto allo stress provato durante il caso Miller, o al forte caldo che avrebbe debilitato persino un toro.

E Levi, puntualmente, fremeva perché sentiva che qualcosa non andava per il verso giusto. Si assicurava che mangiasse in modo regolare, equilibrato, sano, tuttavia i suoi sforzi parevano servire a nulla.

Il cibo però non era l'unica anomalia. L'appetito sessuale era un'altra cosa che era diventata impossibile da prevedere.

Giorni e giorni passavano senza che Eren gli permettesse di toccarlo; e poi, veniva svegliato nel pieno della notte dal suono di fusa, denti contro il collo ed una mano calda già affondata nei suoi pantaloni.

L'Alpha non sapeva come gestire quegli avvenimenti, all'apparenza concomitanti e senza alcun filo conduttore. Un'idea però si era fatta strada nella sua mente senza più abbandonarla.

La situazione era lentamente degenerata dall'ultimo calore di Eren. Febbre e desideri si erano improvvisamente spenti dopo un solo giorno, in modo totalmente innaturale. Eppure, laddove Levi vedeva una fonte di preoccupazione, il ragazzo aveva visto solo un colpo di fortuna ed assunto i soppressori con largo anticipo, stroncando definitivamente anche quegli unici tre giorni in cui al suo corpo era concesso di essere davvero sé stesso.

Voleva che smettesse. Che non fosse più costretto a celare la propria dinamica, e vivesse una vita alla luce del Sole, senza temere ripercussioni sul lavoro. Che abbandonasse ogni proposito di vendetta.

A · Breathe · ΩWhere stories live. Discover now