5. Una soba per il mio amico

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Ok avete il diritto di uccidermi, ho dimenticato che oggi fosse lunedì e che soprattutto avrei dovuto aggiornare Pro Hero, un po in ritardo ecco il capitolo❤️

Il resto del pomeriggio trascorso a casa di Midoriya era passato tranquillo. Entrambi i ragazzi, troppo stanchi da quanto accaduto, si erano abbandonati sul divano nel più assoluto silenzio lasciandosi accompagnare dal sottofondo della televisione interrompendo ogni tanto la quiete tra di loro con qualche commento attinente all'anime che si erano ritrovati a guardare.

I loro costumi da eroi erano stati abbandonati sul tavolo da pranzo alle spalle del divano e il verde aveva prestato a Shoto dei suoi vestiti, poi, immersi nel più completo imbarazzo, i due si erano cambiati in stanze rigorosamente separate.

E ora eccoli là, Todoroki con una felpa blu perfetta per lui (per fortuna Izuku amava indossarle larghe) e dei pantaloni grigi di un pigiama che gli arrivavano appena sopra le caviglie; Midoriya invece aveva indossato una semplice maglia verde a maniche lunghe e dei pantaloni di tuta neri

«perché quel ragazzo non fa altro che urlare?» borbottò Todoroki guardando infastidito il protagonista dell'anime facendo ridacchiare Midoriya
«ti sta davvero così antipatico? Smettila di criticare ogni cosa che fa» sorrise portando le ginocchia al petto e volgendo lo sguardo verso l'altro ragazzo, che aveva preso posto sul divano in maniera incredibilmente composta, seduto alla sua destra e a debita distanza da lui.
«non mi sta antipatico, solo deve smetterla di urlare, e poi non era morto?»
«cavolo non hai capito proprio niente allora» rispose esasperato Izuku facendo scrollare le spalle all'altro ragazzo
«beh ho capito che c'é questo tizio che è l'uomo più forte dell'umanità e devo dire che ha tutto il mio rispetto dopo che ha preso a calci il protagonista»
«sei incredibile - ridacchiò alzandosi dal divano sotto l'attento sguardo del bicolore - io l'avrò visto venti volte, mentre tu cerchi di capire cosa sta succedendo, vado a preparare qualcosa per la cena»
«tu non stavi mangiando fuori con i tuoi amici?» chiese stranito facendo annuire il ragazzo
«sì, ma immagino tu non abbia mangiato nulla» rispose con tranquillità sforzandosi di trattenere un sorriso divertito davanti al rossore che si propagò sulle guance del bicolore
«sì, ma non importa, senti Midoriya hai già fatto abbastanza, ora io vado a cercarmi un albergo nei paraggi, non posso trattenermi oltre» ribattè deciso alzandosi anche lui dal divano

Izuku sorrise scuotendo il capo

«mi rende più tranquillo sapere che sei qui e stai bene, ma se proprio ci tieni a cercare un albergo solo... fermati qui per la cena, poi potrai andare» rispose facendo sorridere appena il ragazzo
«ottieni sempre tutto ciò che vuoi così?» chiese divertito rendendosi conto di essere stato persuaso per la seconda volta quel giorno
«sempre» ghignò prima di correre in cucina lasciando il ragazzo in salotto

Circondato dal familiare e più isolato ambiente della cucina, Izuku tirò un sospiro di sollievo mandando via tutta la tensione accumulata in quei minuti. Malgrado entrambi avessero cercato di smorzare più volte quell'atmosfera così soffocante con commenti e battute, quell'imbarazzo che aleggiava tra loro non era in alcun modo scemato rendendo l'ambiente insopportabile.

Izuku non era certo che il bicolore si sentisse allo stesso modo, ma in sua compagnia aveva la sensazione di bloccarsi, non trovava argomenti utili da tirare in ballo, non aveva idee per alcuna conversazione, neanche le cose più stupide e banali sembravano raggiungere i suoi pensieri e più volte quel pomeriggio si erano ritrovati in un silenzio insopportabile stracolmo di disagio.

Era quasi divertente la situazione in cui si trovava, era in piedi davanti i fornelli della cucina e stava aspettando che il brodo nella pentola bollisse per preparare della soba a Shoto, lo stesso ragazzo che era stato suo compagno in quei tre anni alla Yuei e che era completamente sparito dalla sua vita dopo il diploma. Non sapeva dove lavorasse, se fosse un eroe rinomato, non sapeva più niente e improvvisamente se l'era ritrovato davanti, lo aveva fiancheggiato in uno scontro e adesso lo aveva lasciato sul divano di casa sua, con i suoi vestiti indosso, a guardare la tv.

Realizzando tutti gli eventi che avevano riempito la sua giornata stravolgendo quella che ormai era la sua quotidianità un brivido percorse la sua schiena

Todoroki, con i miei vestiti, sul mio divano, mentre io gli preparo la cena

Pensò spalancando gli occhi e arrossendo per poco non facendo cadere il piatto che aveva preso in mano per riempirlo con la soba quasi pronta

Merda, la situazione può essere fraintendibile, e se volesse andarsene perché gli sono sembrato molesto?

Pensò aprendo il frigorifero per bere un bicchiere di acqua fredda nella speranza di placare il rossore nelle sue guance

Insomma, forse i miei atteggiamenti gli hanno lasciato intendere che io ci stia provando

Riflettè ancora bevendo tutto d'un fiato l'acqua versata nel bicchiere prima di riempirlo nuovamente

Ma no, ma che vado a pensare, mi sono comportato da amico, perché lui per me è un amico

Si convinse annuendo a sé stesso

Un amico che dopo tre anni di scuola è ancora più carino di quanto già non fosse prima

«un amico» borbottò lapidario ponendo fine ai suoi pensieri e avvicinandosi alla pentola

Versò la soba ormai pronta nel piatto e mise tutto il resto nel lavello insieme alle stoviglie di un'intera settimana ripromettendosi che li avrebbe puliti

Uscí dalla cucina sperando di non far cadere il piatto per terra e raggiunse il salotto

«uhm se non ricordo male a te piace la soba e siccome ne ho gli scaffali pieni per colpa di Uraraka te ne ho preparata un po» ridacchiò nervoso non ricevendo però alcuna risposta

Accese la luce del salotto che per tutto quel tempo era rimasta spenta e si avvicinò al divano rimanendo sorpreso di trovare il ragazzo con il capo poggiato sul bracciolo e gli occhi chiusi

Lo aveva notato prima quanto fosse stanco, ma non gli aveva proposto di rimanere a dormire notando già il suo grande disagio nel rimanere a mangiare.

Poggiò il piatto fumante sul tavolino in vetro di fronte a lui e prese una delle coperte abbandonate sull'altro bracciolo del divano prima di avvicinarsi al bicolore e coprirlo.

Sorrise intenerito notando quanto sembrasse un'altra persona durante il sonno, raggomitolato tra le coperte in posizione fetale e con la mano destra sotto il capo poggiato sul bracciolo del divano; sembrava così fragile con gli occhi chiusi e l'espressione rilassata e per poco non fu tentato di passare due dita sulla sua guancia sinistra segnata da quella terribile bruciatura in quel momento coperta dai capelli rossi che gli erano ricaduti sul viso

«beh... buonanotte» sussurrò prendendo il telecomando caduto sul pavimento e spegnendo la tv lasciando l'intera stanza completamente buia e silenziosa se non per il sottofondo delle auto lungo le strade della città

Si preoccupò di controllare ancora una volta che fosse ben coperto e si recò poi nella sua camera

Era ancora presto per andare a dormire, ma si sentiva terribilmente stanco da quanto accaduto quel giorno e in più aveva il bisogno di riflettere in tranquillità, doveva trovare un modo per placare certe emozioni, conosceva bene il carattere di quel ragazzo e sapeva che affezionarsi troppo sarebbe stato un problema per entrambi

Sarebbero stati buoni amici o magari anche solo due eroi costretti a collaborare, l'essenziale ora come ora era solo andare d'accordo e per farlo non serviva di certo nessun coinvolgimento sentimentale

Pro Hero || Tododeku Where stories live. Discover now