12. Due giorni

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Il silenzio della sera regnava tra le mura della casa di Izuku. La luce accesa del salotto illuminava l'ambiente principale mentre il corridoio che conduceva alla camera da letto era rischiarato dalle lampade del bagno che in quel momento ospitava Izuku e Shoto

Il bicolore aveva appena ordinato il sushi per la cena e si era poi avviato verso l'altra stanza per poter aiutare Midoriya a medicare le ferite.

In fondo ci aveva un po sperato che il verde acconsentisse a farsi dare una mano, ma probabilmente non lo avrebbe mai ammesso a sé stesso tanto era abituato a reprimere quelle sensazioni che dal festival sportivo del primo anno lo avevano avvicinato sempre più ad Izuku.

Si era sorpreso di averlo trovato in piedi nel bel mezzo del piccolo ambiente con in mano il kit da pronto soccorso ancora chiuso e gli occhi puntati su quella croce rossa; sembrava totalmente assorto dai pensieri e dava le spalle alla porta, ma quando Shoto lo chiamò si affrettò a passare una mano sulle guance voltandosi verso il bicolore

«Midoriya..» disse tristemente avvicinandosi a lui e il ragazzo accennò un sorriso prima che un'altra lacrima gli rigasse il viso
«c-che visione patetica, mh?» chiese con un sorriso amaro cercando di fermare quel pianto silenzioso
«non penso questo» disse avvicinandosi a lui e portando esitante la mano al suo viso sfiorando la sua guancia solo con il pollice così da asciugare un'ennesima lacrima. La pelle di Izuku reagí di conseguenza tingendosi di un rossore appena visibile facilmente associabile al pianto
«beh dovresti... perché lo sono - sussurrò e le sue dita tremarono tanto stessero stringendo forte quel kit - mi sono fatto sconfiggere due volte e non ho salvato quelle persone, ho messo a rischio non solo la mia vita ma anche la tua... sono stato un egoista, e mi sono comportato da perfetto stronzo con te» sussurrò a sguardo basso
«io invece penso che tu abbia messo in gioco la tua vita per proteggere i tuoi amici, avrei dovuto saperlo, fa parte di te, mettere la vita degli altri prima della tua, non avrei dovuto fermarti, avrei dovuto sostenerti fin dal principio» rispose Todoroki e sempre con grande esitazione portò l'indice e il pollice sul mento di Izuku così da potergli sollevare il viso e incrociare i loro sguardi

Lo vedevano entrambi come un contatto terribilmente intimo, eppure non si sentivano di allontanarsi, avevano la sensazione che ogni cosa fosse al suo posto

«i-io non pensavo veramente le cose che ti ho detto... e-ero influenzato dalle emozioni negative non... Todoroki ti prego, perdonami» sussurrò e altre lacrime sfuggirono ai suoi occhi lucidi prima che le sue palpebre si chiudessero incapaci di reggere lo sguardo dell'altro ragazzo

Non sentí immediatamente una risposta, ma percepí le mani di Shoto poggiarsi sulle sue guance e i suoi polpastrelli asciugarle, erano calde e per un attimo sembrarono placare il turbine di emozioni negative di cui era preda Izuku

«non... non sono arrabbiato - sussurrò dopo interminabili attimi di silenzio continuando ad accarezzare le guance, adesso tinte di quel leggero rossore, di Izuku - non potrei mai» aggiunse con un tono di voce così basso che al verde parve solo frutto della sua immaginazione.

Quando lasciò incontrare nuovamente i loro sguardi notò un sorriso appena accennato sul viso di Shoto, ma non poté contemplare abbastanza il suo viso che le dita del ragazzo si spostarono lentamente sui suoi capelli  spingendo poi il suo capo contro la sua spalla e stringendolo in un abbraccio. Furono gesti così delicati e misurati che Midoriya sentí un incredibile calore irradiargli il petto, fu un contatto che li tenne legati per minuti interi finché la mano del bicolore non si poggiò sulla sua schiena facendolo mugolare di dolore

«a-aspetta, lí fa male» cercò di dire allontanandosi a malincuore dalle braccia del ragazzo che tanto lo facevano sentire al sicuro. Non aveva mai avuto un contatto del genere con quel ragazzo negli anni alla Yuei, e stava scoprendo solo ora di quando quell'atmosfera così intima tra loro due gli desse la sensazione di essersi momentaneamente allontanato dalla miriade di problemi che lo circondavano

Ma sentiva quelle emozioni sbagliate, aveva la sensazione che avrebbero potuto rovinare tutto, si rendeva conto solo ora che non erano mai svanite, si erano accese in lui da quel festival sportivo del primo anno ed erano rimaste lí, indebolite dal tempo e dalla distanza, ma sempre presenti in quell'angolo remoto del suo cuore.

«scusa - Shoto lo destò dal suo pensiero allontandosi di poco - posso?» chiese avvicinando le mani ai lembi della sua maglietta e Izuku catturò tra i denti il labbro inferiore sollevando lui stesso la maglia bianca che aveva indossato in ospedale e dandogli le spalle mantenendo uno sguardo basso pieno di disagio

Sentí l'indice dell'altro sfiorargli la pelle con una delicatezza tale da farlo rabbrividire, accompagnato dal medio le due dita percorsero la sagoma della sua spalla destra scivolando poi lentamente verso la scapola e soffermandosi quel primo tratto di pelle dove i medici erano intervenuti con i punti di sutura

«rimarranno le cicatrici» sussurrò Shoto portando lo sguardo sul viso di Izuku che lo osservava con la coda dell'occhio con il capo rivolto appena verso destra e il dorso delle sue dita scese delicatamente lungo la colonna vertebrale facendo tendere il suo corpo come una corda di violino

«forse mi incoraggeranno a non commettere gli errori di oggi» bisbigliò il verde dopo attimi di silenzio facendo sorridere appena Shoto che poggiò una mano sul suo fianco facendolo arrossire. Le sue dita libere aprirono il disinfettante versandone un po su del cotone idrofilo e Izuku si domandò perché si ostinasse a compiere quell'azione con una sola mano, non potendo negare tuttavia di amare le dita di Shoto sulla sua pelle

Sentí il batuffolo di cotone sfiorargli la prima ferita con una delicatezza tale da fargli quasi il solletico; inumidito dal disinfettante era freddo, un netto contrasto con la mano calda del ragazzo che continuava a mantenersi poggiata sul suo fianco.

Sentiva il suo cuore battere prepotente contro la cassa toracica, poteva percepire persino il fiato caldo del ragazzo contro la sua nuca.

Voleva di più, al suo corpo non stava bastando quel contatto

Sentiva il ragazzo alle sue spalle così vicino e al contempo così irraggiungibile

Non poteva permetterselo, non ancora, non poteva ricadere preda di quelle emozioni

Con le labbra serrate fino a formare una linea fece per scostarsi, ma nello stesso istante il campanello suonò fermando i suoi movimenti

I due ragazzi si guardarono confusi e Midoriya colse l'occasione per sottrarsi alla mano di Shoto sul suo fianco, voltandosi e stringendo il braccio destro con la mano sinistra con lo sguardo basso sulla mano dell'altro rimasta a mezz'aria con quel batuffolo di cotone

«deve... deve essere il sushi» sospirò Todoroki abbassando entrambe le mani lungo i fianchi
«f-fa nulla, faccio da solo» sussurrò senza creare alcun contatto visivo sentendo un ennesimo sospiro 

Il bicolore non accennò parola, annuí soltanto avvicinandosi alla porta del bagno che aprí chiudendola poi alle sue spalle con una lieve spinta accompagnata dalla mano di Izuku.

Le dita delle loro mani rimasero altri attimi su quella superficie prima di allontanarsi contemporaneamente e malvolentieri mentre gli stessi pensieri riempivano la mente dei due ragazzi

Due giorni, sto perdendo la testa dopo soli due giorni

Spero il capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto❤️

Pro Hero || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora