~La vendetta va servita fredda~

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《Dopo tutto questo tempo? Sempre》

"Sempre. Anche lui aveva visto quel film, anche lui era stato colpito da quella frase. Esprime la vera essenza dell'amore. Quella frase è commovente come il film che la racchiude."

Tom si staccò da me dopo avermi abbracciata per quasi dieci minuti.
Vedevo sul suo volto la felicità pura. E probabilmente lui vedeva la stessa cosa sulla mia faccia. Tra le sue braccia mi sentivo protetta e percepivo che lui teneva a me. Teneva a me! Cavolo che notizia... non aspettavo altro.
E poi il gesto di prima... ha cacciato via quelle cretine per me!
A proposito, dopo aver passato una bella serata con il mio Tom, decisi di fare un giretto nelle loro case per fargli provare paura e dolore. Lo stesso che avevo provato io quel pomeriggio. Sarà stato malefico? Non me ne importa nulla, volevo solo saldare il debito... è comprensibile no? Si dai.
Ma continuiamo.
La mia prima "vittima", se così si può dire, fu Carolin Derlin. Purtroppo per me, quella schifosa mi perseguitava dalle elementari... pensate un po' che scatole mi sono fatta!
Decisi di spaventarla in un modo per me molto divertente.
Mentre era a cena con i suoi, mi infiltrai nella sala da pranzo e iniziai a toccarle i capelli, a tirarli e a muoverli. Poi però, per farla sembrare pazza, decisi di non far vedere la scena ai signori Derlin. Loro quindi potevano solo sentire la figlia gridare e correre in giro, in preda al panico.
Non vi dico a che livelli  la soddisfazione era arrivata...
Dopo essermi sbellicata per bene dalle risate, uscii e andai dalle altre.
Per loro riservai delle sorprese meno spaventose, avevano solo riso, non avevano detto nulla di male.
Una stava studiando quindi le scrissi sul quaderno <still there> facendole urlare "aiuto" a squarciagola.
Ma l'aiuto non arrivò prima delle due di notte, quando tornarono i suoi genitori dal lavoro.
Ad un altra invece, Alice Kingsley, che stava facendo il bagno nella vasca, premetti a intermittenza gli interruttori della luce. Lo spavento fu tale che la ragazza uscì nuda in giardino a gridare ai vicini di smetterla con gli scherzi.
Credo che vedendo quella scena, morii di nuovo. Ma stavolta dal ridere.
Dopo la Kingsley, ci fu Joanna Ranson.
Lei era la figlia del datore di lavoro di papà quindi le tirai addosso qualcosina e me ne andai... scherzo. La lasciai stare.
Per ultima tenni quella s... NO, niente parolacce.
Dicevo, visitai la casa della mia ex migliore amica, Alexandra Marions.
Non mi pento di aver fatto quel che ho fatto, no. Mai.
Volevo sanare le mie ferite, chiuderle una volta per tutte. Volevo fargliela pagare per avermi mentito tutti quegli anni. Ma soprattutto, rificcare in quella boccaccia ciò che aveva detto al funerale: "Finalmente non ce l'avrò più tra i piedi". Casomai io sono contenta di non avere più nulla a che fare con te.
E quindi lo feci. Presi il coltellino svizzero che le avevo regalato per il compleanno e le feci un taglio a forma di "D" sulla gamba.
Questo si meritava quella deficiente...
Ricordo ancora l'urlo straziante che emise. Ma ricordo anche che non riconobbi me stessa.
Io, Diana, una ragazza pacifica e ben educata che faceva del male a qualcuno? Se lo avessi potuto raccontare, sarebbero scoppiati tutti a ridere. Eppure non me ne importava un accidenti di lei e del suo dolore. Volevo sanare il mio...
Quindi, in preda alla foga di farla spaventare ancora di più, aspettai che entrassero anche i suoi genitori nella stanza. Presi un pennarello lavabile, almeno avrei potuto cancellare le prove, e scrissi sul muro: "La vendetta va servita fredda." Urlarono tutti. Io no. Io risi.

𝙍𝙚𝙨𝙪𝙧𝙧𝙚𝙘𝙩𝙚𝙙Where stories live. Discover now