La donna e la capanna

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"Non possiamo continuare a tenerla, Tom! È pericolosa. Potremmo morire, ho promesso che ti avrei protetto..."
《Hardin, io voglio stare con lei, la amo. Non posso lasciarla... ti prego per favore...》
"Ancora per tre giorni. Dopodiché dovremo farlo."
《Ma...》
"È l'unica soluzione! Tom... lei non è quello che sembra. È diversa dagli altri..."
《Ma è per questo che la amo! Perché è diversa! Io non posso lasciartelo fare.》

<Lasciarti fare cosa?> dissi ancora con gli occhi chiusi.
"O cavolo. Diana cosa hai sentito di quello che abbiamo detto?"
<Io... nulla... cioè... ero svenuta!>
"Grazie a Dio." Borbottò Hardin.
Ci fu qualche secondo di silenzio e poi Tom si avvicinò a me. Vidi il suo volto rigato dalle lacrime, mi preoccupai molto... chissà se aveva pianto per quello che avevano detto...
Esatto, avevo sentito tutto. L'ispettore voleva sbarazzarsi di me, ma Tommaso no.
Cosa stava succedendo improvvisamente? Prima mi prendono in custodia... e poi vogliono uccidermi? Non potevo rischiare di morire per la ventesima volta, dovevo andarmene da quella casa.
《Diana? Mi hai sentito?》
<Mmh? Oh no scusami, cosa dicevi?>
《OH LASCIA STARE!》Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Perché aveva reagito così? Iniziai a provare rabbia nei confronti di Tom. Come poteva trattarmi in questa maniera? Non ne potevo più di urli, raccomandazioni e misteri, cosi, decisi di scappare. A mezzanotte sarei uscita dalla finestra della mia "stanza" e mi sarei calata giù usando le lenzuola. Non faceva una piega!
Aspettai con ansia l'ora fatidica... TIC TAC TIC TAC... e improvvisamente l'orologio segnò le 00.00... legai il tessuto all'anello del termosifone e scesi giù come avevo visto fare dall'esercito: saltellando sul muro.
Finalmente toccai terra, spalancai le braccia per sentire il vento. Ero libera. Dovevo solo cercare un posto dove stare... semplice, credo.
Camminando per la città, mi imbattei in un parco giochi circondato su tre lati da un bosco. Proprio quel che cercavo.
Mi incamminai verso gli alberi, e giurai di vedere una figura osservarmi da dietro uno scivolo, ma quando mi girai non c'era nessuno.
<Sciocchezze! Non esistono i mostri dei racconti hor...>  mi guardai e sospirai. Io stessa lo ero...

Il bosco era buio, non filtrava luce tra le foglie degli alberi.
A terra era pieno di foglie secche e vermi.
Ma la cosa più interessante era che c'erano un sacco di persone, cani e bambini!
<Salve!> salutai, ma nessuno mi rispose o mi notò.
<Mmh che amichevoli...> borbottai.
Continuai a camminare tra le persone e finalmente giunsi a una capanna di legno.
Appena mi avvicinai però una ragazza mi toccò la spalla e mi disse:
"No"
<Perché no?> chiesi.
"NON FARLO!" Urlò. Dopodiché tornò da suo figlio che giocava con le foglie.
Decisi che dovevo per forza entrare, ero stanca, molto stanca.
Abbassai la maniglia ed entrai. La casetta era piena di quadri che ritraevano persone con gli occhi sbarrati. Il proprio aveva gusti artistici particolari...
Mi sdraiai sul pavimento visto che non c'erano letti.
Era l'una e quarantacinque. Cosa ci facevano quelle persone a quest ora li fuori?
Non ci pensai e mi addormentai.

La mattina dopo mi alzai alle sette e ventidue.
Il mio istinto mi disse all'improvviso di guardarmi intorno, e così feci. C'erano molte finestre sulle pareti e sul soffitto. Un attimo. Quali finestre? C'erano solo dei quadri il giorno prima. Ero terrorizzata. Come avevo fatto a non notare le persone che mi osservavano? Ero terrorizzata. Corsi fuori dove ad accogliermi c'era la stessa donna della sera prima. Mi sorrise e disse: "Io te lo avevo detto."
<Chi siete voi!> Urlai indicando la gente e gli animali.
A quel punto la donna chiamò il figlio e mi fece cenno di seguirla. Potevo fidarmi?




𝙍𝙚𝙨𝙪𝙧𝙧𝙚𝙘𝙩𝙚𝙙Where stories live. Discover now