L' omicidio, la stella e la strana creatura

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"Okay, sono le 23:30 precise. La guardia finisce il suo turno adesso. Ho le chiavi della cella, lo zaino e una felpa con il cappuccio per non essere riconosciuta. Procediamo."

La prima sensazione che mi pervase quella sera fu la paura; per la prima volta in vita mia avevo paura di qualcosa. Ma non solo, ancora non riuscivo a capire tante cose: io sapevo di essere morta, sapevo che quelle cose erano successe... ma non capivo cosa avessero visto le persone durante quei giorni in cui non c'ero... in cui ero deceduta. Un'altra me, conduceva la mia vita di sempre mentre io ero un fantasma. Tutto questo non ha senso! Io non c'ero quei giorni, ne a casa, ne a scuola... ero Morta sul serio! Eppure nessuno se ne era accorto. Era come se fossi sempre stata lì.
Ma non c'ero.
Se continuassi a pensare a tutto ciò, credo che la mia testa esploderebbe.
È tutto così complicato e impossibile da capire!

Mentre nel mio cervello frullavano queste paranoie, arrivai a casa dei miei senza accorgermene.
In casa c'era un silenzio tombale, solo la televisione era accesa. Loro erano sul divano, addormentati profondamente. Stavo per svegliarli quando sentii di nuovo quella sensazione... il mio spirito stava riscivolando via dal mio corpo. Ma come era possibile? Ero viva o no? Urlai a squarciagola un attimo prima di ridiventare un fantasma, mamma e papà si alzarono di scatto dal divano e iniziarono a gridarmi contro... ma non potevano vedermi. Io non ero lì... non in quel senso.
Poi però, sentii dentro di me una vocina che mi diceva: 《Voltati》.
Lo feci. Il mio corpo era in piedi, vivo e vegeto. Aveva un espressione quasi satanica in volto. Ghignava in modo malefico. Di nuovo la stessa scena. Io che mi vedo fare qualcosa da una prospettiva diversa.
Osservai quella cosa andare in cucina... la sentii rovistare tra gli utensili... tornò qualche minuto dopo brandendo una mannaia.
I miei genitori urlavano e si coprivano il volto con le mani implorando pietà.
Ma quell'essere non ne aveva, si diresse verso di loro con il coltello sollevato e disse: <I'm still here>.
La voce era la mia, senza dubbio.
Mi alzai da terra e mi avventai su quell'affare per evitare che uccidesse i miei genitori. Arrivai troppo tardi.
Erano morti... coloro che mi avevano cresciuto e amato non c'erano più per colpa di un essere che si spacciava per me? Non potevo accettarlo. Cercai di smettere di piangere e urlare, ma non ci riuscivo... mentre mi contorcevo a terra sui corpi di Harry Mcdilan e Raissa Canterbury, la cosa mi si avvicinò e mi sorrise con lo stesso ghigno di prima. All'improvviso non capii più nulla, svenni e subito dopo mi ritrovai in manette su una volante di polizia. Era successo di nuovo, io sapevo come era andata e loro non mi credevano.
Tutto come la scorsa volta.
Prima che mi portassero via, notai che sulla mia divisa arancione del riformatorio, c'era un simbolo strano... sembrava una stella.
Arrivata al carcere, notai che nessuno ce l aveva disegnata addosso... un altra cosa da scoprire. Chi ero? E cosa accidenti era quel simbolo?

𝙍𝙚𝙨𝙪𝙧𝙧𝙚𝙘𝙩𝙚𝙙Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon