"Lo conosci Diana, tutti lo conoscono"

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《Il controllo è un'arma potente.》

"Hardin! Aiuto!" Riuscii a gridare appena in tempo. Ma non arrivò nessuno...
Svenni e mi ritrovai a terra sdraiata, girata verso il muro. Sentivo dei rumori dietro di me. Ma stavolta non volevo guardare: sapevo che quella creatura era dietro di me e mi stava fissando con i suoi occhi demoniaci.
Era come se volesse convincermi ad assistere ai suoi delitti, facendomi soffrire e ricordandomi che non potevo farci nulla.
Alla fine però, mi voltai. Come previsto era lì, ma non mi degnava di uno sguardo: fissava il muro... le telecamere. Ma certo! Se qualcuno che non fosse morto avesse assistito, il suo piano sarebbe fallito. Tutti avrebbero visto il suo aspetto, la sua diversità da me pur essendo identica.
Proprio mentre riflettevo su questo fatto, mi ricordai che Hardin, uscendo, aveva lasciato la porta aperta. Dannazione! Non potevo permettere che quell'essere facesse del male anche a loro... erano ormai la mia unica famiglia.
Mi alzai e corsi verso la porta, la chiusi facendola sbattere in modo da attirare l'attenzione dei miei amici. Ma nessuno accorse.
"Non capisco! Perché non arriva nessuno?"
<Nessuno può sentirti.>
Mi voltai. "Lei" era lì con il suo solito ghigno malefico stampato sulla faccia.
"Perché stai parlando? Non lo hai mai fatto."
<Credi che io non possa modificare le mie abilità? Povera illusa... ogni manifestazione mi fa acquisire potere, e ne fa perdere a te... ancora una volta e tu svanirai per sempre. IO prenderò il tuo posto.
"La gente ti odierà come odiano me."
<Oh ne sei sicura? Vedi... potrei fargli dimenticare tutto e continuare a uccidere. A meno ché tu non ti consegni a Lui.>
"Di chi stai parlando?"
<Lo conosci Diana... tutti lo conoscono, chi più chi meno.>
"Non pronunciare il mio nome!"
<Come vuoi tu insulso spirito.  Domani sarà il 6 giugno, alle ore sei di sera ti presenterai al posteggio auto. Non Gli sfuggirai.>
"Chi è lui!"
Rise, la sua voce faceva venire i brividi.
<Lo sai...>
Vidi tutto nero e caddi a terra. La sua voce che mi risuonava in testa.

《Diana! Diana ti prego svegliati.》
Aprii gli occhi: Tom era chino su di me, era disperata.
"Tom..." dissi con un filo di voce.
《Sei viva! Grazie a Dio.》
Splancai gli occhi e mi alzai di scatto.
"Il 6 giugno. È oggi..."
《Cosa succede oggi? Diana... dimmelo ti prego.》
"Devo andare al parcheggio della città. Ho un conto in sospeso con Lui."
Dissi con rabbia.
《Non capisco. Cosa stai dicendo...》
Si bloccò all'improvviso.
《Cosa ti ha detto quell'essere?》
"Ha nominato un Lui. Non so chi sia ma a quanto pare vuole me. Devo andare al posteggio alle 6 di oggi."
《VADO A CHIAMARE HARDIN!》
Esclamò in preda al panico.

Dieci minuti dopo l'ispettore spalancava la porta urlando: <TU NON CI ANDRAI! NON MORIRAI STASERA!>
"Hardin devo farlo... lei n-non capisce."
<Non capisco? Diana tu sai a chi stai andando in contro?>
"No ma..."
<Niente ma! Non ti sei chiesta perché hanno scelto le ore sei del sei giugno?
Devi capire che non è una persona quella che devi incontrare... è il padrone del...>
"Ho capito fin dall'inizio che la creatura voleva me, e ora ho intuito chi è Lui. Andrò, Dallas può aspettare."
《Diana tu non sai...》
"Sono cosciente di cosa sto per fare! Non provate a trattenermi. Lui mi ha tolto tutto ed ora, sto per restituirgli il favore."

𝙍𝙚𝙨𝙪𝙧𝙧𝙚𝙘𝙩𝙚𝙙Where stories live. Discover now