Capitolo 9 | Determinazione da leader

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Nessuno poteva impedirle di fare qualcosa. Neanche se si fossero impegnati, neanche se l'avessero torturata. Faceva parte della sua indole selvaggia, indomita, ribelle. Quando Margareth Lawiness aveva presentato il caso della scomparsa di Noah Powerick e di Phil Burch al distretto di Cove Bay, i suoi superiori – tutti uomini attempati affetti da una strana allergia chiamato misoginia – avevano risposto con un sorriso sprezzante, occhiate provocatorie e avevano condito tutto con un tono di superiorità che Margareth non era riuscita a digerire.

«Il caso della scomparsa di un ragazzino? Collegato a quello di un'ulteriore scomparsa, quella di un medico famoso in città? Agente Lawiness,» le aveva detto Derek Gollin, capo ispettore di Cove Bay «non crede di esagerare? Insomma, non potrebbe lavorare su qualcosa di più...alla sua altezza?».

«Per esempio?».

Gollin si era alzato dalla propria scrivania e aveva raggiunto un piccolo e scintillante armadietto di metallo posto alla propria destra. Margareth l'aveva osservato in tutta la sua fierezza e in tutto il suo fanatismo: dal cranio rasato alla postura impeccabile quasi da atleta olimpico, fino ad arrivare alle vistose pieghe sul collo derivanti da chissà quali sforzi soprannaturali in palestra. Margareth non amava Derek Gollin, non gli era simpatico e lo considerava uno dei motivi del decadimento della polizia in città, ma non poteva in alcun modo contraddirlo o attaccarlo, o la sua carriera sarebbe volata via come un gabbiano spaventato dai curiosi. Gollin aveva aperto uno schedario e aveva finto di consultare dei documenti. «Che so, ora vedo se c'è un caso che parla della scomparsa di un paio di borse firmate o roba del genere» e giù a ridere, con i colleghi di ufficio Hornell e Wynceron rossi in volto a spanciarsi per ottenere un po' di considerazione da Gollin, seconda autorità del commissariato in ordine di importanza dietro solo al commissario Wallen. Essere l'unico agente donna in quel distretto aveva solo svantaggi: non veniva presa sul serio da nessun collega, il suo operato non era mai abbastanza orientato alla produttività e avrebbe anche potuto portare in cella l'erede di Jack Lo Squartatore, ma nessuno le avrebbe rivolto complimenti, né avanzamenti di carriera. E la cosa che la faceva più arrabbiare, che la mandava in belva, non era l'atteggiamento di totale disinteresse nei suoi confronti o le occhiate furtive alla camicetta sbottonata da parte di porci trasformati da poliziotti, bensì il motivo per cui la sua carriera era considerata dai più una specie di capriccio.

Era una donna.

Una bella donna, perlopiù, che teneva al proprio aspetto fisico, che curava la propria immagine e che cercava di sforzarsi per essere una lavoratrice di gran livello. Ma purtroppo solo un cervello limitato avrebbe potuto soffermarsi sull'aspetto fisico senza approfondire la conoscenza dell'individuo su un piano professionale. Non importava a nessuno quanto lei si sforzasse, quanto apparisse adempiente ai suoi doveri professionali: per il corpo di polizia di Cove Bay Margareth Lawiness non era altro che una bella donna con indosso una camicetta provocante sbottonata sul davanti, un distintivo troppo grosso per la dimensione a cui era abituata e una serie di stupide ambizioni di carriera che non potevano trovare luogo in una donna come quella. Per gli agenti di polizia, vecchi o giovani che fossero, Margareth era nel posto sbagliato e nel momento sbagliato: non era molto alta, osservavano con maliziosità, ma con un fisico del genere, con le cosce affusolate e il seno sodo, con il sedere ben sollevato e i capelli lunghi sciolti lungo la schiena dritta...insomma, con un fisico del genere avrebbe dovuto fare tutto, tranne la poliziotta. Non riuscivano, nei loro piccoli cervellini repressi, a comprendere la differenza fra donna e lavoratrice e non comprendevano come una bella donna potesse anche offrire un valido servizio alla comunità nelle vesti di un ruolo che tutti, in quella città così arretrata socialmente e culturalmente, consideravano prettamente maschile.

Le attenzioni che tutti le avevano rivolto dal primo giorno erano state perlopiù indesiderate, chi la giudicava erano uomini che sapevano solo valutarla per il proprio aspetto fisico e non per quanto valesse come poliziotta e lei aveva la sensazione che la cosa non sarebbe mai cambiata. In più odiava sentire uomini che giudicavano i suoi metodi di lavoro solo in virtù di una discriminazione sessuale. Considerava assurdo che in un'epoca moderna come quella in cui viveva ci fossero ancora pregiudizi di questo tipo. A volte, nei momenti di pausa sul lavoro, si isolava volutamente dal resto dei colleghi e andava a rinchiudersi nello spogliatoio che il distretto aveva predisposto per lei il primo giorno di lavoro. Forse definirlo spogliatoio era abbastanza generoso: per via delle volontà di carattere statale le quote rosa in polizia erano legittimamente aumentate e il distretto di Cove Bay, che aveva visto assegnarsi una sola agente donna, aveva rimediato al problema spogliatoi riadattando un vecchio sgabuzzino delle scope. Margareth ricordava ancora la prima volta che ci era entrata: l'umidità aveva macchiato i muri, l'unica finestrella era minuscola e posta in un angolo lontano della stanzetta, il puzzo di acqua putrida proveniente dal deumidificatore sulla destra la rendeva invivibile. Così, nei giorni successivi al suo insediamento in polizia, aveva comprato deodoranti ambientali e li aveva sistemati nella stanza. Qualcuno aveva storto il naso, ma a lei non era importato. Voleva solo avere l'opportunità di appoggiare i suoi vestiti in un posto in cui odori disgustosi non li avrebbero animati di vita propria. Margareth spesso si recava in quella stanzetta quando il distretto era deserto, si sciacquava il viso grazie all'ausilio di un piccolo lavandino alla destra della porta, poi si fissava nello specchio rotto e a volte pensava di compiere scelte inconsulte. Ritornava subito in sé quando dalle altre stanze del commissariato udiva le risate da scimpanzé dei propri colleghi. Non voleva dar vinto qualcosa a quell'ammasso di stupidi. Avrebbe consolidato la propria posizione nel commissariato come le aveva insegnato suo padre Greg, un ex valoroso marine ritiratosi dopo una missione che l'aveva reso instabile mentalmente. In quanto al caso della scomparsa di Burch e Powerick, voleva vederci chiaro e lo avrebbe fatto senza l'appoggio dei suoi colleghi. Per questo, finito il turno, si era recata alla motorizzazione, aveva svolto indagini su Phil Burch e ne aveva identificato la vettura sulla quale sospettava fosse salito anche Noah. L'auto di Burch era una vecchia Maserati e in città era l'unico che possedesse quella vettura. Era andato a casa sua, ma non l'aveva trovata. Aveva chiesto a dei vicini informazioni e loro le avevano detto che Phil non era nemmeno tornato a casa. Poi le avevano raccontato la storia del divorzio e le avevano detto che forse, essendosi riappacificato con l'ex moglie, aveva avuto modo di passare la notte con lei. Margareth si era recata nel quartiere più in di Cove Bay, aveva individuato l'ex casa di Burch, aveva suonato il campanello e chiesto informazioni alla moglie, che però non ne sapeva nulla. L'ex moglie del dottore gli aveva confessato che Phil era solito fare lunghi giri in città a bordo della Maserati, anche nelle zone più boschive. Per questo Margareth aveva raggiunto il bosco, camminato per un'ora e imboccato la via che portava a Villa Jushet. Chiunque abitasse a Cove Bay sapeva che la zona più remota della città era il dosso che collegava il bosco alla discesa di Villa Jushet. Lì, appostata fra i cespugli, aveva visto la Maserati parcheggiata. Poi, dopo aver scattato qualche fotografia utilizzando il proprio smartphone, era tornata indietro, cercando di far mente locale e di attuare un piano che le permettesse quantomeno di prendersi il merito dell'operazione. Avrebbe dimostrato all'intero commissariato di valere quanto gli agenti di sesso maschile. Lei avrebbe dimostrato di poter essere all'altezza di chiunque le si parasse di fronte.

Il Segreto di Villa JushetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora